Inadeguatezze e limiti della Logica del Cartellino
“Lo smart Working per i dipendenti pubblici è stata una lunga vacanza pagata.” queste le parole di Pietro Ichino sull’esperienza in Smart Working della PA.
“Lo smart Working per i dipendenti pubblici è stata una lunga vacanza pagata.” Così Pietro Ichino, giuslavorista professore all’Università statale di Milano definisce l’esperienza in Smart Working della Pubblica Amministrazione. Questa risulta, a suo dire, come una sospensione del lavoro, ma pagata. Ad emergere però è una evidente disfiducia verso la nuova forma lavorativa causata della cultura dominante nel settore pubblico, quell’insieme di eventualità comunemente detta nel gergo di tutti i giorni, logica del cartellino.
La frase, probabilmente infelice, è però molto significativa nella risoluzione di una dialettica che porta all’approcciarsi a nuovi strumenti di management e tecnologia con mentalità arretrate e inadatte.
Le analisi effettuate infatti, prima nel privato, redatte da Astra ricerche ed Eurofound e poi su iniziativa diretta del ministero e dell’FPA (Forum pubblica Amministrazione), hanno messo in luce evidenze in contrasto con una immagine percepita superficialmente del mondo pubblico.
La percezione dell’esperienza in smart working: alcuni dati
Per quanto i dati siano eterogenei e diversi i campi di applicazione, lo smart Working viene messo in luce come uno strumento in grado di mantenere una produttività percepita dai dipendenti alta, al pari a quella di una condizione pre – lockdown nella maggior parte degli intervistati.
- Nel privato: Il 79% è convinta di voler riutilizzare in futuro forme di smart working in quanto beneficia il lavoratore dipendente nelle sue libertà e nei suoi risultati (87% delle interviste) ed è in grado di aumentare la produttività aziendale (69%) (Fonte Manageritalia “I manager e l’effetto coronavirus in azienda” ;
- Nel pubblico: esiste una differenza sostanziale rispetto alla forma e i modi di utilizzo della sfera privata, ossia, la mancanza di preparazione e la natura prettamente emergenziale della risposta al totale lockdown da pandemia, che hanno reso necessario un dislocamento smart del lavoro che è arrivato di media al 73% del personale impiegata da casa. Nonostante questo, nella ricezione, la produttività percepita oscilla dall’invariata al molto positivo nel 72% dei casi, lasciando solo il 4% al fortemente peggiorata. (Dati dal questionario “Monitoraggio sull’attuazione dello smart working nelle Pubbliche Amministrazioni“
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È però evidente alla base una grande questione: la modernizzazione della strumentazione e delle possibilità intrinseche della Pubblica Amministrazione potrebbe essere molto di più di come è lo stato attuale, e sono innegabili necessità di rinnovamento a dir poco obbligatorie per sostenere la prova dei tempi.
L’analisi interna del Ministero ha evidenziato l’estrema necessità di effettuare un cambio totale e drastico di mindset, così da poter monitorare la produttività della macchina pubblica non dal tempo di impiego, quanto dalla soddisfazione periodica di task in grado di quantificare la resa della prestazione lavorativa.
bisogna spingere per una diversa struttura organizzativa, cultura del lavoro, e infrastruttura digitale.
E In tal modo nel pubblico, come nel privato, non si riscontrerà mai un effettivo calo della produttività.
Quello che c’è di vero, però, nei limiti del lavoro digitale e alla radice anche del problema della Pubblica Amministrazione, è la mancata, finora, digitalizzazione dei servizi, la mancata competenza e preparazione a snellire e distribuire i processi lavorativi, la mancanza di infrastrutture. Non si può abbracciare una differente produzione senza abbracciarne anche la cultura.
Portare a compimento una rivoluzione digitale ha bisogno di standardizzare il modus operandi a cui si è stati costretti durante il lockdown. Rendere metodico ed efficiente un apparato visto per decenni come l’epitomo del lassismo in ambito lavorativo, deve essere una delle priorità nell’interesse e nel beneficio di tutti i cittadini.
Alcune letture utili sul tema:
“Il Lavoro Agile nella PA: progetti, diffusione e linee guida” di Mariano Corso;
“Smart working, nel settore pubblico aiuterà la lotta ai “furbetti”. Ma farà anche emergere sacche di inefficienza e personale in eccesso” di Florina Capozzi.
Inadeguatezze e limiti della Logica del Cartellino