Scalabilità, sicurezza e sostenibilità: nasce Ethereum 2.0
Il 2020, anno movimentato anche per le criptovalute. Dall’halving di Bitcoin a maggio, al lancio di Ethereum 2.0 i primi giorni di dicembre.
Nel settore delle criptovalute il 2020 è stato senza dubbi un anno particolarmente intenso e ricco di eventi. Dall’halving di Bitcoin a maggio (ne ho parlato qui https://www.spremutedigitali.com/halving-bitcoin-2020/), passando per l’esplosione estiva del fenomeno della DeFi (Decentralized Finance) fino al lancio di qualche giorno fa di Ethereum 2.0.
Ether è la criptovaluta più famosa dopo Bitcoin, la seconda per capitalizzazione di mercato con circa 53 miliardi di euro e viene scambiata attualmente a circa 460 euro.
Ethereum è una piattaforma open source per applicazioni decentralizzate e smart contract. Fondata nel 2013 dallo sviluppatore russo-canadese Vitalik Buterin insieme ad altri co-fondatori, la blockchain di Ethereum è stata lanciata ufficialmente il 30 luglio 2015.
L’innovazione portata da Ethereum è stata la progettazione di una piattaforma che consente l’esecuzione di contratti intelligenti utilizzando la blockchain; è stata progettata, inoltre, per resistere alla censura e alle frodi basandosi su una rete di nodi pubblici.
Il progetto Ethereum ha dato vita al concetto di piattaforma di contratti intelligenti su blockchain. Gli smart contract sono programmi che eseguono automaticamente delle azioni necessarie per adempiere a un accordo tra più parti. Sono progettati per ridurre il ricorso all’intermediazione, riducendo così i costi di transazione e aumentando l’affidabilità delle transazioni.
La blockchain di Ethereum ospita anche circa 40 criptovalute tra le prime 100 per capitalizzazione di mercato.
Per tutte queste ragioni il prezzo di Ethereum, che valeva meno di 1 euro, nei mesi del lancio è arrivato alla cifra di circa 1.180 euro ad inizio 2018 per poi assestarsi intorno ai 500 euro nell’ultimo anno.
Ethereum 2.0 – Dal PoW al PoS
Prima di parlare delle novità introdotte dall’aggiornamento di Ethereum 2.0 bisogna capire come lavora l’attuale blockchain di Ethereum.
L’algoritmo di consenso alla base dell’attuale blockchain è il Proof-of-Work (PoW) dove i miner competono tra loro per confermare le transazioni e produrre i nuovi blocchi della catena. Ovviamente, come per la blockchian di Bitcoin, i “minatori” vengono ricompensati con nuova criptovaluta per la “prova di lavoro” effettuata.
Un algoritmo di consenso PoW è, dunque, un’ottima difesa contro possibili attacchi alla rete (che richiederebbero un’enorme potenza di calcolo e moltissimo tempo), ma appunto richiede macchine costose e un notevole consumo di energia elettrica.
Ethereum 2.0 traghetterà questa blockchain da un meccanismo di consenso PoW ad un meccanismo Proof-of-Stake dove il risultato finale di validazione di un nuovo blocco di transazioni è lo stesso, ma cambia completamente la modalità con la quale si arriva ad ottenere questo risultato.
Innanzitutto gli utenti che vogliono partecipare al processo di creazione di un nuovo blocco devono congelare una certa somma di criptovaluta all’interno del network (letteralmente stake, la posta in gioco). Successivamente il processo di selezione del validatore del blocco avviene secondo un processo pseudo-casuale e non più attraverso una prova di lavoro. Questo comporta una riduzione di più del 90% del consumo di energia. Non viene creata nuova criptovaluta, ma i validatori vengono compensati da commissioni sulle transazioni.
Ethereum 2.0 introdurrà inoltre lo sharding al fine di aumentare il numero di transazioni che possono essere gestite contemporaneamente e rendere Ethereum scalabile.
Lo sharding implica la divisione della blockchain principale in tante minuscole catene che lavorano l’una accanto all’altra. Le transazioni verranno gestite simultaneamente invece di seguire un ordine consecutivo.
Uno degli svantaggi teorici dello sharding è la minor sicurezza della rete, ma lo stake serve proprio a scongiurare questo pericolo: un utente che si comporta in modo fraudolento perderà la somma che ha depositato nel network.
La roadmap di Ethereum 2.0
Per diversi motivi il passaggio a Ethereum 2.0 sarà molto molto graduale. Un paio su tutti: un’operazione del genere non è mai stata fatta su una blockchain così grande, e in ballo ci sono miliardi di euro.
La Fondazione Ethereum ha stabilito tre fasi di progetto:
- Fase 0 – Dicembre 2020: qualche giorno fa è stato annunciato il lancio della Beacon Chain, ovvero la catena responsabile della gestione dei validatori e del meccanismo di consenso PoS, della distribuzione di penalità e premi.
- Fase 1 – 2021: in questa fase verrà aggiunto lo sharding, e la rete Ethereum sarà divisa in 64 nuove blockchain diverse sulle quali verrà distribuito il carico della rete. Con questo miglioramento Ethereum 2.0 potrà gestire fino a 100.000 transazioni al secondo.
- Fase 2 – 2022: prima o poi dovrà succedere, l’attuale mainnet (per semplicità la chiamiamo Ethereum 1.0) dovrà agganciarsi alla Beacon Chain. Ciò consentirà lo staking per l’intera rete, segnerà la fine del mining ad alto consumo energetico e porterà alla disattivazione della blockchain di Ethereum 1.0 una volta per tutte.
Cosa ne sarà del prezzo di Ether e quali saranno le evoluzioni per tutto l’ecosistema di Ethereum? Restano per ora domande ancora senza risposta. Una cosa è certa, stiamo entrando in una nuova era per la tecnologia blockchain e… Ne vedremo delle belle!
Credit
- Photo by Nick Chong on Unsplash
- https://ethereum.org/it/
- https://coinmarketcap.com/
- https://academy.binance.com/it/
Scalabilità, sicurezza e sostenibilità: nasce Ethereum 2.0