Marketing & Communication
New Ways of Working

Smart Working: BNL racconta il cambiamento al Web Marketing Festival

smart working in BNL

Lo smart working secondo BNL: Gaetana Ragusa racconta il cambiamento al Web Marketing Festival

Come sta cambiando il lavoro al giorno d’oggi? Quali opportunità e vincoli questa trasformazione sta comportando? Ho avuto occasione di parlare di questi argomenti con Gaetana Ragusa, HR Program Manager in BNL, che ha raccontato il percorso di BNL sui temi dello Smart Working.
BNL Gruppo BNP Paribas pone da sempre al centro della strategia aziendale la capacità di trasformarsi continuamente, soprattutto con il diffondersi del digitale.
L’attenzione del Gruppo nell’era della digital transformation si focalizza sui nuovi modi di lavorare e vivere gli spazi, sulla flessibilità lavorativa e sulla fiducia.

La persona al centro. BNL racconta lo Smart Working al Web Marketing Festival

BNL ha avviato un percorso di cambiamento per le persone. Obiettivo: rendere l’esperienza del dipendente, al pari del cliente, sempre più flessibile e digitale.
Questo cambiamento sta portando maggiore agilità, autonomia e cooperazione nel modo di lavorare.

La parola a Gaetana Ragusa, HR Program Manager

Q. Ciao Gaetana. Sarai relatrice al Web Marketing Festival nella sala Digital HR. Di cosa parlerai e quali saranno i temi principali del tuo intervento?

A. Ciao! Parlerò del percorso di BNL sui temi dello Smart Working. Un percorso nato nel 2015 e che nella nostra azienda si è da subito contraddistinto per un approccio fortemente integrato nel cambiamento degli spazi, delle tecnologie digitali e, naturalmente, dell’organizzazione del lavoro da remoto.
Già allora eravamo fortemente consapevoli che un cambiamento di successo avrebbe dovuto vedere queste 3 componenti – Bricks, Bytes e Behaviours – evolvere assieme e oggi, alla luce dei risultati raggiunti, abbiamo capito di aver fatto bene.
Al centro di spazi, tecnologie e organizzazione c’è la persona: col mio intervento racconterò soprattutto come sta cambiando il lavoro quotidiano delle persone e quali opportunità e vincoli questo stia comportando.

Q. Lo scorso anno sei intervenuta al Wired Next Fest parlando del progetto Smart Bank. Di cosa si tratta?

A. Smart Bank è il “brand” con cui in BNL chiamiamo il processo di cambiamento di cui accennavo, in cui le 3 componenti – che noi chiamiamo Smart Space, Smart Tech e Smart Working – evolvono di pari passo.
In occasione del Wired Next Fest abbiamo focalizzato in particolare il tema spazi: avevamo infatti da poco inaugurato la nostra nuova sede a Roma, Orizzonte Europa, un building che – oltre ad essere architettonicamente di grande valore – sposa una concezione “smart” degli spazi interni, che non prevede uffici chiusi, ma tanti spazi condivisi e concepiti per finalità specifiche.
 

 
Come Risorse Umane abbiamo colto questa opportunità: l’uso dello spazio negli ambienti di lavoro può agevolare il cambiamento dei modi di lavorare e assecondare i processi di cambiamento culturale.
Allo stesso modo, la diffusione sempre più spinta di device digitali per il lavoro da remoto ha permesso la graduale estensione del cosiddetto Flexible Working, la possibilità di lavorare da remoto per 1 volta alla settimana.
L’iniziativa è partita nel 2015 con 400 persone in sperimentazione, è proseguita nel 2016 con altre 600 e, superata la logica sperimentale, siamo arrivati a 2.000 flexible workers a fine 2017, e oggi siamo già in 3.000.

Q. Spremute Digitali è media partner di Smart Working Day, evento verticale dedicato allo Smart Working. Proprio perché è un paradigma culturale in cui crediamo fortemente, ti chiedo, qual è la tua opinione come referente HR su questo nuovo modo di lavorare e collaborare?

A. Visti i numeri appena descritti, la nostra opinione non può che essere positiva…. Ma non si tratta solo di estendere il numero di flexible workers. Come BNL abbiamo cercato di definire il “nostro” modo di intendere lo Smart Working, che non è solo lavorare da casa.
Per questo chiamiamo le due cose in modo diverso: viene definito Flexible Working l’opportunità – per alcuni tipi di attività – di svolgere da casa o altro luogo le attività una volta alla settimana. Lo Smart Working invece riguarda tutti e viene interpretato e promosso come cambiamento della cultura organizzativa e diffusione di logiche manageriali e collaborative che superano gli spazi, cavalcano le tecnologie e, in qualche modo, mettono in discussione la stessa organizzazione del lavoro tradizionalmente intesa.

Q. Come sta quindi evolvendo il concetto smart working all’interno di BNL?

A. Lo smart working è una nuovo attitudine al lavoro, basata su 3 assi che il nostro Amministratore Delegato, Andrea Munari, richiama continuamente: trasparenza, trasversalità e cooperazione.
La trasparenza – rappresentata simbolicamente dalla trasparenza delle stanze delle nuove sedi – vuol dire trasparenza di comportamenti e di processi; trasversalità vuol dire abbattimento dei sylos organizzativi e quindi fortissima spinta alla cooperazione tra tutti.
Ad esempio, le esperienze già in atto di lavoro “agile” nella nostra Banca sono la naturale prosecuzione di questa mutata concezione del lavoro, in cui la partecipazione delle persone verso un obiettivo condiviso secondo logiche flessibili e che “rompono” i confini organizzativi, diventerà il modo di lavorare del futuro. Evidente è che, questa sfida aziendale si traduca tutta in sfida manageriale.
Mi piace proseguire con la metafora degli spazi: si è passati dall’ufficio singolo, i cui muri definiscono le distanze gerarchiche, a spazi condivisi, in cui i team leader sono inevitabilmente portati a condividere e rendere partecipi tutti, a parlarsi, chiedere, ascoltare. In una parola cooperare.

Q. Parlando dal punto di vista della funzione Risorse Umane, quanto è importante questo cambio di paradigma per le persone?

A. Se mettiamo insieme le 3 componenti, il cambiamento è al contempo entusiasmante e dirompente. Questo vuol dire che oltre a elencarne i grandi vantaggi, possiamo pure individuare alcune difficoltà delle persone nel viverlo.
Alla condivisione di spazi flessibili e collaborativi fa da contraltare la perdita di privacy; al crescente work-life balance, l’assottigliarsi del confine tra tempo di lavoro e di riposo; alla sempre più spinta cooperazione e trasversalità, una gestione più complessa delle informazioni e degli stimoli che si ricevono ogni giorno.
Questo modello organizzativo si concilia poco col modello “tradizionale” di collaborazione e apprendimento, fatto di confini spaziali, regole, compiti, verifiche. E quindi, in alcuni casi, si possono perdere i riferimenti.
Cosa fare in questi casi? Abbiamo scelto tre strade:

  1. la prima è puntare sui manager. Abbiamo quindi definito un percorso di coaching manageriale sulla gestione dei team “flessibili”, in logica di supporto peer to peer facilitato da coach esterni.
  2. La seconda è definire regole chiare, volte a tutelare le persone nel loro lavoro, aiutandole a mantenere sempre il giusto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata e a sfruttare in modo corretto la nuova opportunità del flexible working.
  3. La terza è aiutare le persone ad essere consapevoli del cambiamento, a viverlo senza subirlo. BNPP ha sviluppato e lanciato a livello worldwide una piattaforma di learning experience – Let’s get digital – che ha l’obiettivo di rafforzare la cultura digitale di tutti con un percorso on line interattivo, accessibile da diversi device, con video e quiz su argomenti legati al digitale e ai suoi impatti sul nostro business e sulla nostra vita professionale.

Insomma, la trasformazione è in corso e le idee sono tante. Speriamo di potervi raccontare presto gli ulteriori sviluppi.


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