L’industria dell’advertising e il più grande data breach di sempre
L'industria dell'advertising americana e mondiale rischia di entrare nel mirino degli inquirenti per indebita appropriazione di dati.
Il consiglio delle libertà civili d’Irlanda sta citando in giudizio un ramo dell’Interactive Advertising Bureau (IAB) e ad altri per quello che la stampa descrive come “la più grande violazione dei dati del mondo”.
Il laboratorio della IAB ha sede a New York e sviluppa gli standard tecnologici dell’industri.
Comprende Facebook, Amazon, e Google.
Il caso si incentra sui dati condivisi dai brokers dell’advertising e le altre aziende nel frame di tempo che permette la messa all’asta dello spazio pubblicitario mentre si carica il sito.
Attualmente c’è un dibattito sul volume dei dati raccolti sulle persone al fine di indirizzare gli annunci digitali, anche se questa, attualmente è l’unica forma di guadagno che attualmente permette di mantenere la maggior parte dei servizi internet gratuiti da utilizzare.
La problematica nasce dalla quantità di persone che non sa quanti dati trapelino su di loro tramite servizi.
Come funziona l’advertising?
Quando una pagina web o una app stanno caricando i dati di una pubblicità, l’informazione che viene condivisa, include il dispositivo su cui si sta caricando, alcuni particolari sulla sua posizione e altre informazioni, tra cui precedenti siti web visitati o loro argomenti di rilievo.
Questo genere di dati è utilizzato dai brokers per vendere spazi che occupano con pubblicità targettizzata.
L’industria alla base fattura centinaia di milioni di dollari utilizzando dati e facendo inferenze sullo stile di vita degli esaminati in modi che, secondo gli inquirenti, non rispettano il garante per la privacy ed in nessun caso hanno avuto modo di ricevere il consenso.
“La legge deve essere applicata e spazzare l’industria in modo da poter ancora avere metodi di placement pubblicitario, ma non è in nessun modo corretto che senza chiedere vengano passati di mano in mano i nostri dati personali.”
E l’augurio, anche in questo caso è quello di causare danno alle persone il meno possibile.
L’industria dell’advertising e il più grande data breach di sempre