Il lavoro da casa e i suoi miti.
Ultimamente si parla molto di Smart Working e di lavoro agile. Erroneamente però, a causa di poca ricerca sul tema, il lavoro flessibile promosso dallo Smart Working è ristretto concettualmente al lavoro da casa. Al punto tale che anche gli attuali Disegni di Legge sul lavoro agile, in discussione in Parlamento, vertono solo questo aspetto.
Ma lo Smart Working non è solo lavoro da casa. È molto di più.
Vedi anche: Perché implementare lo Smart Working?
Concentriamoci un attimo sul lavoro da casa, e proviamo a sfatarne alcuni miti.
Dal punto di vista del worker, il beneficio più ovvio consiste nell’evitare lo spostamento verso il luogo di lavoro. Ciao ciao tangenziale.
I benefici si sentono anche per il datore di lavoro: ad esempio, quando non devi assicurare uno spazio di lavoro ed equipaggiamenti al tuo staff, i costi fissi vanno giù.
Veniamo quindi al problema.
Se i worker non sono presenti in ufficio, come possono portare a termine il proprio lavoro in modo responsabile?
I manager tratteranno con indifferenza i worker che lavorano a distanza?
I worker saranno distratti dalle loro cose personali a casa?
Suona familiare? Parliamo di fiducia.
Che tu lavori da casa o che tu gestisca virtual worker che lavorano da casa, è davvero importante separare i fatti dalla finzione. Vediamo quindi di fare luce su alcuni falsi miti e pregiudizi.
Si può essere altrettanto produttivi dal proprio divano.
Se è vero che dovresti metterti a tuo agio, e che dovresti spostarti in diverse aree per rimanere ispirato durante la giornata, è anche vero che il divano non dovrebbe essere il tuo spazio di lavoro primario. Fallo per la tua schiena e per il tuo collo.
I meeting non sono più produttivi perché non sono più face-to-face.
È provato che meeting svolti in spazi virtuali sono spesso più efficienti e produttivi di quelli condotti in ufficio. Infatti, si è più sensibili nei confronti dei diversi fusi orari dei partecipanti, e non si vuole perdere tempo. Inoltre, si iniziano ad apprezzare maggiormente i meeting di persona, perché non sono più la norma.
Lavori di più di quelli che lavora in ufficio.
È possibile. Diventa difficile tracciare una linea quando la tua casa diventa il tuo luogo di lavoro, ma è fondamentale trovare e insistere su una routine quotidiana che coinvolga tutti gli aspetti di una vita normale. Mangia, lavora, esci per una corsetta, riapri il computer, ecc.
Ci sono troppe distrazioni a casa per lavorare in modo efficiente.
Noterai che, senza colleghi rumorosi in giro, i livelli di concentrazione sul lavoro da fare saliranno in modo esponenziale. Come ogni cosa ci vuole pratica, ma siamo così grati di poter, ad esempio, lavorare a un report dal parco piuttosto che dal cubicolo in ufficio, che lavoriamo ancora di più e meglio.
Chiunque può lavorare da casa.
Non è vero. È invece verissimo che il lavoro è qualcosa che fai, e non un posto in cui vai.
Lavorare da casa significa lavorare da casa.
Hotel, parchi, bar, ristoranti, librerie, in aereo. E la lista continua. Un router internet mobile è il miglior amico del virtual worker, e il mondo diventa il suo ufficio.
Sempre di più le organizzazioni stanno realizzando quanto prezioso sia il lavoro al di fuori dell’ufficio. È prezioso per i datori di lavoro e per i worker, e non a caso stiamo assistendo ad un continuo crescere nel numero di aziende che offrono questa soluzione.
Questo comporterà un cambiamento sensibile nel modo in cui le organizzazioni svilupperanno iniziative di employer branding. Al worker sarà offerta l’opportunità di raggiungere un proprio individuale bilanciamento tra lavoro e vita, qualunque esso sia.
Lavorare da casa non e’ Smart Working. Lasciare ai worker la libertà di decidere di lavorare nei luoghi che gli permettono di esprimere al massimo il loro potenziale, lo è.
Articolo di Alberto Rossini -> Profilo linkedin
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