Il convegno sullo Smart Working al Politecnico di Milano: si può e si deve!
Lo scorso 15 ottobre a Milano si è tenuto il convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2014 dell’Osservatorio Smart Working, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. I dati del report e gli interventi dei relatori durante il convegno hanno considerato il concetto di Smart Working in senso lato, facendo riferimento alle “tre B”: Bricks (lo Smart Office), Bytes (IT, le tecnologie digitali), Behaviour (le policy organizzative, leadership).
Tra tutti gli interventi ho apprezzato molto quello di Chiara Bisconti (Assessore al Benessere del Comune di Milano) che ha parlato con entusiasmo degli effetti benefici dello Smart Working per la società.
Risultati della ricerca
Il report digitale presto sarà consultabile su www.osservatori.net. Ecco alcuni dei risultati più interessanti:
- Quantità di lavoro che potrebbe essere svolta fuori ufficio (secondo i professionisti):
- Il 30% indica che sarà meno di 1 giorno a settimana.
- Il 13% non crede assolutamente che sia possibile lavorare fuori ufficio.
- Secondo il 19% si può lavorare tra 1 e 2 giorni a settimana fuori ufficio.
- Altri (19%) indicano un tempo tra 2 e 3 giorni.
- Un 10% tra 3 e 4 giorni.
- Il restante 9% crede che si possa lavorare fuori l’ufficio facilmente tra 4 giorni e l’intera settimana.
Per tutti gli aspetti del lavoro svolto fuori l’ufficio comportano dei miglioramenti:
- La soddisfazione e la motivazione sul lavoro:
- peggiora: 8%
- migliora: 43%
- Il conciliare la vita personale e professionale:
- peggiora: 21%
- migliora: 38%
- La qualita del lavoro svolto:
- peggiora: 12%
- migliora: 34%
I risultati mostrano in sintesi che l’unico standard da adottare è la flessibilità: ogni lavoratore ha le sue preferenze e deve avere la possibilità di lavorare nel posto in cui poter svolgere un determinato compito nel miglior modo possibile (es: per scrivere un blogpost ha più senso farlo anche a casa propria anziché in un open space chiassoso e confusionario).
Le esigenze alla base dello Smart Working sono:
- work-life balance (71%)
- produttività (56%)
- motivazione (53%)
La diffusione dei servizi digitali smart sul social computing indica che il 25% degli intervistati ha già effettuato un intervento, altri (20%) indicano che l’intervento è stato pianificato. Ritengo fondamentali queste tipologie di intervento considerato il fatto che, in un mondo fondato sullo smart working, i lavoratori saranno sempre in movimento senza esser vincolati dagli strumenti o dagli spazi fisici (le tecnologie abbattono gli ostacoli). L’email purtroppo non è un tool adatto per affrontare discorsi di profondità o per scrivere dei documenti insieme ad altri colleghi. Sempre su Spremute Digitali trovate il mio articolo sui social network come driver per efficientare la comunicazione in azienda.
Smart BBQ
Altro risultato importante del convegno è stata l’introduzione dello Smart BBQ. Presto si terrà quest’evento a Roma!
Il convegno sullo Smart Working al Politecnico di Milano: si può e si deve!