I love startups: sicuro?
“Lavoriamo uniti per creare l’ecosistema di startup italiano” – recitano nei vari meeting istituzionali “gli illustri personaggi esperti” di startup. Si parla di collaborazione tra i soggetti, di promozione di nuove iniziative, di organizzazione di eventi per mettere in contatto i giovani. L’obiettivo è avvicinarli all’imprenditoria. Far capire loro che la parola startup non è una moda, ma qualcosa di più concreto che si sta affermando nella vita comune. Per troppi anni l’Italia ha preferito sollazzare sulla scia del boom economico del ’70 non considerando l’evoluzione degli scenari socio-economici. Così si è assistito alla fuga di talenti e giovani cervelli verso mete più accoglienti. Adesso c’è invece la speranza di ripartire. Si respira una voglia di ricrescita. Nascono nuove iniziative che promuovono l’innovazione tecnologica. Il Governo si adegua e cerca di cambiare rotta: viene istituita una task force per strutturare la disciplina in materia di Startup Innovativa. Viene regolamentato il crowdfunding. Non è più l’Italia di 10 anni fa. C’è aria di cambiamento. I giovani sono entusiasti, curiosi, intraprendenti. Vogliono costruire il loro futuro, hanno passione e ambizione. Sono questi i valori che gli “esperti” cercano di inculcare nelle nuove generazioni perchè, loro – gli esperti – hanno motivo di parlare. L’ecosistema di startup italiano è partito e nessuno può fermarlo.
(from blogosfere.it) |
Ok adesso è arrivato anche il momento di finire di sparare ca*****! Va bene così!
In realtà quanto su descritto non è tutta una ca*****! Assolutamente! L’Italia si è decisamente svegliata dopo più di 30 anni di letargo in cui l’unico pensiero degli italiani era rivedere il 4-3 di Italia-Germania ai mondiali del 70, oppure dove il massimo dell’innovazione tecnologica per i cittadini era il wine bar che offriva la connessione wi-fi (esclusivamente se consumavi qualcosa)!
Nel giro degli ultimi 2 anni è stato fatto tanto. Forse perchè non partivamo da 0, ma da -10! Solo adesso stiamo lavorando per sperare in un futuro migliore. I giovani sono speranzosi, buttano il cuore oltre l’ostacolo, sono disposti a fare sacrifici immensi pur di vedere il loro progetto crescere. Ma vengono veramente capiti? Peccato che coloro (non tutti, sia chiaro) che promuovono l’ecosistema italiano sposano poco questa filosofia. Sono piuttosto pronti a criticare senza motivo. L’esperto è colui che si mostra tale se riesce a trasferire le sue competenze e conoscenze al giovane intraprendente. Maggiore sarà la passione e il coinvolgimento trasmessa nel passaggio di know how e più veloce sarà la capacità del giovane di apprendere e crescere. Ma gli “esperti” non la pensano tutti così.. Ci sono tanti interessi in gioco. Interessi personali..perchè alla fine l’uomo è egoista: “perchè fare del bene a qualcun altro quando lo posso fare per me?”. E così si assistono ad autentiche farse dove Tizio promuove Caio il quale gli presenta Sempronio che per ricambiare organizza un evento dove ci sono sia Caio sia Tizio come ospiti. Poi Tizio crea un programma formativo dove ci sono Sempronio e Caio come mentor. Nel frattempo Caio sponsorizza una startup, che ha Sempronio come Advisor, al contest di Tizio. La rivista di Sempronio pubblicizza Tizio e fa in modo che Caio scriva articoli sul mondo startup. Conclusione? Tizio, Caio e Sempronio “se la cantano e se la suonano”. E così che ha vita la “casta”: la gente inizia a contare i propri interessi e tralasciare quelli di carattere sociale! E se non rientri in quella stretta cerchia vieni considerato un estraneo, un incompetente, un millantatore. Questo a prescindere di quello che possono sapere su di te! Perchè molto spesso la gente parla a sproposito, senza ascoltare. E quando i giovani provano a fare qualcosa, magari senza la “benedizione” di Tizio, Caio o Sempronio, vengono considerati dei folli. Categorizzati anzichè promossi. Alquanto strano, non vi sembra? Prima si invitano i giovani ad avvicinarli all’imprenditoria e poi vengono “bannati” perchè – secondo gli “esperti” – non hanno esperienza? Purtroppo accade questo perchè in Italia c’è la mentalità dell'”orticello”: io ho il mio spazio, tu non provare a entrarci!
E allora mi domando: come è possibile creare qualcosa di buono per l’Italia se la gente che deve promuovere un movimento e insegnare ai giovani nuovi valori, assume questi atteggiamenti? Forse si bada troppo all’apparenza piuttosto che alla sostanza. Peccato..
Perdonate il tono polemico dell’articolo (non è assolutamente nel mio stile, sono un profondo sostenitore dell’imprenditoria giovanile e delle startup) ma avevo il bisogno di esternare questi aspetti che – purtroppo – danneggiano l’ecosistema italiano di startup, un ecosistema in cui il sottoscritto ci crede. Ho ritenuto opportuno sottolineare questa mia percezione (molto più di una semplice percezione) perchè danneggia le persone che realmente investono e credono in un futuro migliore. Un ecosistema sta nascendo, forse in maniera insana per volere di alcune persone, non per volere dei giovani..
I love startups: sicuro?
Articolo aggiunto ai tuoi preferiti