I 10 errori nelle startup: edizione dipendente – episodio 9
Non è tanto un errore quanto un modo di comprendersi profondamente sbagliato, la sindrome dell'impostore è una minaccia grave per se stessi.
Stai parlando con me? No dico, stai parlando con me? Che hai detto? Non sei stato tu a fare quest’ottimo lavoro? E allora chi è stato? La fatina buona dello smartworking?
Sei stato bravo, bravo ho detto e smettila con sta sindrome dell’imposto-
Il gentile pubblico voglia scusarci ma abbiamo una particolare urgenza in regia.
Oggi parliamo di un errore particolarmente comune e sfortunatamente sempre più frequente.
La sindrome dell’impostore
Neanche mi ricordo quante volte ho detto di non essere qualificato per qualcosa, quante volte ho rischiato di tirarmi indietro.
Spesso ho preso delle badilate nei denti, più frequentemente qualche coppino, e sono stato riportato sulla retta via, anche se devo ripetermelo, ogni tanto.
Sei qualificato.
Sei stato assunto perché sei valido per quel posto.
Potresti non sapere tutti i segreti del mestiere, ma se ti hanno assunto un motivo c’è.
Cerca di porti delle domande, non ti curare delle risposte. (Cioè non dare per scontato che basti questo per ottenerle, ma continua a chiederti le cose).
È una cosa sempre più frequente pensare di essere scoperti come impostori.
Lo so che è ridicolo, successe anche a me, lo so che non ho mai mentito sull’esperienza che ho o su quello che so fare, e non ho millantato niente durante le interviste, sono stati davvero loro stupidi ad assumermi o ce la potevo fare?
Ecco, pensa a questo, nessuno cercherebbe di autosabotarsi come stai facendo, soprattutto quando c’è bisogno di tanto aiuto e ogni cosa è cruciale come in una startup.
Ti hanno assunto perché gli servivi, è normale avere paura, ma smettila con la sindrome dell’impostore e andiamo avanti insieme.
I 10 errori nelle startup: edizione dipendente – episodio 9