New Ways of Working

L'importanza di Employer Branding e Smart Working nelle organizzazioni

employer branding e smart working

Grazie all'Employer Branding e allo Smart Working le Persone possono sentirsi coinvolte e parte attiva dell'organizzione per cui lavorano.

Valerio Lalli

Pubblicato: 5 Maggio 2020

Ci sono aziende che possono essere ritenute dei posti ideali in cui lavorare? La risposta è affermativa. Tenendo presente però che non ci si può illudere che esista la perfezione, ogni organizzazione vista da vicino ha dei lati sia positivi sia negativi, così come le persone.
Solo ciò che non si conosce in modo approfondito può ritenersi impeccabile; il contatto ravvicinato mostra anche gli inevitabili lati critici.
Pensando, però, ai “Great Place to Work” nell’immaginario delle persone c’è sicuramente una reputazione, maturata con una buona strategia di Employer Branding e con l’introduzione dello smart working.

Employer branding: cos’è

Il tema dell’employer branding correlato a quello dello Smart Working, è stato oggetto di uno dei webinar “Exploring Smart Working” di Seedble e Spremute Digitali, discusso insieme a Giada Susca e Valentina Marini entrambe Senior HR Consultants di ELIS.
Partendo con la definizione del termine, le due professioniste hanno poi approfondito i seguenti aspetti:

  • come adeguare il modello di Employer Branding ad un contesto più virtuale puntando su valori e obiettivi;
  • l’importanza del digitale per potersi distinguere sia internamente che esternamente, a patto che venga utilizzato con un’adeguata strategia;
  • rivedere i processi di selezione, onboarding e talent management attraverso nuove tecniche e canali.

“L’Employer Branding potrebbe essere spiegato come l’approcciarsi al mondo delle Risorse Umane con delle competenze che derivano più dalla comunicazione e dal marketing. Stiamo parlando della valorizzazione dell’azienda come luogo ideale in cui si lavora, che ha come obiettivi quello di trattenere i migliori talenti, ma al tempo stesso di attrarne di nuovi – spiega Valentina Marini, che nel corso del suo intervento preferisce dare al tema una connotazione da lei definita più “romantica”, raccontandolo con la sensazione delle farfalle nello stomaco, ovvero ciò che spinge una persona a lavorare e continuare a scegliere una determinata azienda piuttosto che un’altra.
Oggi come non mai, in uno scenario social e digitale, un tema così ampio come quello dell’Employer Branding è molto importante ed è ancora oggetto di discussioni relative alla sua messa a punto in azienda in termini di responsabilità e tempistiche.
“Questa strategia non va attuata soltanto quando un’azienda è alla ricerca di talenti. E l’unica maniera per far sì che sia efficace è che essa sia continuativa, con lo scopo di creare una notorietà del brand” – chiarisce Marini.
Smart working ed Employer Branding richiedono una grande trasformazione del mondo HR in ogni suo aspetto. 
Le organizzazioni devono ragionare su processi e ruoli al fine di connotarsi realmente come aziende agili e People Centered, in cui nuove forme di lavoro collaborative supportate dallo Smart Working, possano diventare scalabili ed esportabili ovunque” – spiega Giada Susca.
“L’Employer Branding da un lato mira a fidelizzare i dipendenti, dall’altro li spinge ad essere parte attiva di un’azienda e viverla come attori protagonisti e parte di un cambiamento. Ecco quindi che il tema dell’engagement diventa fondamentale quando ci sono in atto progetti che portano ad un cambiamento come quello dello Smart Working” – conclude Susca.

Employer Branding e smart working sono un valore per l’organizzazione

È importante che in un’azienda ci sia una buona comunicazione interna, sviluppata con un piano d’azione e delle linee guida che fidelizzino le persone, creando al contempo sinergia e spirito di squadra nei vari team.
L’Employer Branding è quindi prima di tutto interno, e può essere definito come la somma dei personal branding di tutte le persone che lavorano in una determinata azienda e che vanno a formare quella che è l’immagine della stessa. Figura che viene poi comunicata attraverso coerenti messaggi di cultura e valore aziendali, mettendo veramente le persone al centro. Perciò diventa essenziale il coinvolgimento dei Brand Ambassador.

Employer Branding, processi di selezione e onboarding

Altro aspetto approfondito nel webinar è stato l’impatto dell’Employer Branding sui processi di selezione e onboarding.
È fondamentale che oggi un’azienda si racconti, che sia attrattiva, che comunichi i suoi valori e che coinvolga i dipendenti a raccontarla dal loro punto di vista.
Questo le permetterà di essere competitiva, fare la differenza ed essere scelta tra le varie proposte da un candidato per un fatto di Cultural Fit, ovvero quella corrispondenza tra il carattere dell’azienda e quella del candidato stesso.

Il feedback: elemento di grande importanza

Ultimo elemento importante che è stato discusso in tema di Employer Branding e che può essere collegato anche a quello della comunicazione interna, è il feedback.
La mancanza di quest’ultimo può essere dannoso per le aziende perché impatta sulla reputazione. I candidati attraverso i social network o siti come Glassdor possono lasciare recensioni o avanzare critiche al processo di selezione.
Specialmente in un contesto di cambiamento come quello attuale dell’Home Working forzato, abbiamo capito ancora di più quanto sia importante per un’azienda comunicare e farlo mettendo le Persone al centro, non dimenticandosi di offrire sempre un riscontro.
Quando queste ultime si sentiranno coinvolte e parte attiva di un insieme, allora potremo dire di aver fatto un buon lavoro.

If people believe they share values with a company, they will stay loyal to the brand Howard Schulz (ex CEO di Starbucks)

L'importanza di Employer Branding e Smart Working nelle organizzazioni

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