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Discorsi su Discord – Metodo e storia per 10 miliardi sbattuti sul tavolo

discord

Che cos'è Discord? Hai sentito parlare di questa applicazione VoIP? O meglio, di questo paese virtuale? Beh potrebbe essere acquisito da Microsoft.

Fine della storia: Microsoft sta esplorando una possibile acquisizione poggiando sul tavolo la modica e accessibile cifra di 10 miliardi di dollari. Discord ancora non ha accettato di rispondere. L’applicazione ha circa 100 milioni di utenti e 4 miliardi di minuti di conversazione ogni giorno.

Innanzitutto: che cos’è Discord?

Discord è una applicazione VoIP (Voice over IP), in cui un discreto numero di squinternati si riunisce a giocare a giochi che non hanno una chat vocale integrata. Strizzerei l’occhio alla lega delle leggende, ma finalmente hanno permesso ai premades (i team organizzati prima di partire per il matchmaking) di chiamarsi dall’interno del client; quindi senza indugiare sarebbe da continuare sulla falsariga di una discussione oggettiva, tornando a dire, perché tanta gente ama Discord?

La storia, che sembra palese, si può riassumere in: non ho un posto stabile dove parlare con gli amici, apro un server su Discord (oltre un gruppo Whatsapp, si, noi – neanche più tanto – giovani siamo multi-piattaforma), in questo server abbiamo due caratteristiche fondamentali: un numero veramente esteso di stanze vocali in cui parlare, fino ad un massimo di 500, uno o più canali testuali con argomenti di sorta, e la facoltà di aggiungere minigiochi interni al server e creare una mini gamification se il server è pubblico (andando a premiare gli attivi/bravi del fandom).

Discord è diventato famoso però per una ragione: gruppi molto estesi di persone possono usarlo come luogo di ritrovo virtuale. Soprattutto se si passa da una chat tra amici alla chat di un fandom.

Un esempio pratico è la chat di Telegram, con 3-400 membri di un fandom preso a caso, i quali, parlano e vogliono condividere le proprie partite (ogni riferimento al gruppo di giocatori di Magic è puramente casuale) e farsi spectare (ossia farsi aiutare nelle decisioni/coachare su determinati raid boss/qualsiasi cosa che vada dal commento agli insulti bonari – e non -), e invece di andare su Twitch e rendersi pubblici, creano eventi interni a quel determinato fandom. C’è poi da dire che a supportare quello che è un canale solo vocale, c’è la chat generale, e una serie di strumenti in più che vanno dall’autenticazione, ai tag, ai ranghi e i ruoli che rendono l’esperienza veramente unica per ogni server.

La magia di Discord non è solo quella di proporre gioco cooperativo, è anche quella di potersi guardare spettacoli insieme, fare le reaction, creare atmosfere intime e collettive potenzialmente nello stesso momento.

Uno dei ricordi più belli che ho della piattaforma, a livello personale, è quando ci fu uno streaming di questa pagina Facebook di Magic, contro il suo Arcinemico, e mentre su Twitch streammavano la sfida, noi, membri attivi, commentavamo le giocate e tifavamo insieme come neanche alla finale di Champions.

È una esperienza da provare.

Però non è soltanto questo che ha decretato il successo della piattaforma, né credo che sia interessante sentir parlare me delle mie esperienze personali. Per gli imprenditori che ancora stanno seguendo e spolverano le figurine in casa ricordando i vecchi fasti, la smetto.

Parliamo di business. E come zio Martin ci insegna se da una parte si deve andare dal particolare alla regola, dall’altra c’è da andare dalla regola al particolare.

L’amara verità è che Discord è come il botulino

Ha riempito un mercato morente laddove le sue mancanze lo stavano facendo rimanere scoperto di una soluzione originale, donando smalto, piacenza e perché no, talvolta è innegabile, un’aria sinistra. Ma partiamo con una breve storia.

Le tre sorelle e la caduta delle soluzioni a pagamento

C’era una volta una famiglia di VoIP che era molto felice. Sorella Skype e sorella Teamspeak dominavano il mercato con ferocia e pugno di ferro. Se volevi giocare a World of Warcraft le opzioni erano: (laggando) con Skype in sottofondo, o utilizzare un server gratuito di Teamspeak in cui ti insultavano violentemente, o comprartene uno.

Ora, io non auguro a nessuno di dover fare un raid in chiamata in sedici persone su Skype, tantomeno di comprarsi un server per portarsi i propri amici tutti nello stesso posto dando un IP impronunciabile composto solo da numeri e senza accessibilità semplificata, (che tanto poi andrà cambiato, perché due contemporaneamente non ci possono stare, e allora è tutto inutile e quindi disinstallo sto schif.. prendendo un forte respiro…) come invece è presente nel moderno Discord.

Ed ecco che ci fu la rivoluzione. Curse Voice (vi aspettavate Discord già adesso eh?) ha aperto la strada ad un overlay che permetteva di parlare in giochi come LOL e coordinarsi come team.
Fu un successo.
Ma mancava ancora qualcosa. Si potevano fare i gruppi, ma non si poteva avere il proprio server, se non a pagamento. Si poteva parlare, anche streammare, talvolta, ma a mancare era una divisione tematica. Non c’era il server di Magic, ma gruppo di Riccardo, Ermenegildo, Carlo e Jessico che parlavano di Magic.

Curse fu dunque acquisito da Twitch e implementato nel client, fu un periodo breve, poi fu venduto di nuovo ad Overwolf, ma nel periodo in cui poi Lol implementò la sua chat vocale, e un po’ tutti i giochi stavano aggiornando i loro client, anche quell’azienda dovette fare dei sacrifici e puntare tutto su una nuova piattaforma Blitz (si parla di tardo 2019).

Durante questo periodo (Curse andava di moda tra il 2014 e il 2016 in Italia) stava nascendo Discord (2015) e progressivamente l’altra piattaforma perdeva popolarità, anche dopo l’acquisizione Amazon. Non ci volle molto e una quantità spropositata di communities spostò la sua fanbase (anche) su Discord, e raggiunta la massa critica, fecero per restarci.

La nuova piattaforma, rispetto alle altre sopra citate era leggera, ma soprattutto intuitiva, organizzata (io personalmente ho una sessantina di canali oltre i miei contatti singoli che possono essere raggruppati e permettono interazioni quasi a livello di social network), canali gratuiti per tutti e un servizio impeccabile.

Ad oggi, tornando a parlare del vil danaro, nonostante le accuse di scarsa moderazione e il raduno di alcuni elementi discutibili, la piattaforma sta cercando di vendere e può risultare profittevole per due motivi: da una parte è un servizio unico che centinaia di milioni utilizzano, e quindi di per sé è un ottimo partito; dall’altra se il major business plan è fare soldi dalle Nitro subscription ed i server boosting pack, la cosa importante è che rimane gratuito per la sua utenza. E anche se questo non spiega il suo successo monetario, ha anche piani che vanno a far spendere solo a chi ha bisogno di fare altro business (e cerca un boost in visibilità della propria community). Sottolineando sempre che quello è un surplus e che la sua mission sia connettere gratuitamente i suoi utenti.

Sarebbe in effetti riduttivo parlare in termini solo meramente di jump-starting di piccoli content creator, il successo di un servizio che da solo sta rivoluzionando internet. Non ci resta che aspettare per vedere dove porteranno i fiumi di soldi quei due ragazzi che hanno progettato un paese virtuale.
Non c’è niente da fare comunque, le più grandi fonti di reddito vengono tutte dal semplificare la vita alle persone.

Discorsi su Discord – Metodo e storia per 10 miliardi sbattuti sul tavolo

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