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Ad block: come aggirarli scegliendo i contenuti nativi

ad block come aggirarli

Nella navigazione online, in qualità di utenti e potenziali consumatori, siamo costantemente sottoposti ad inserzioni pubblicitarie. I banner promozionali risultano essere, nella maggior parte dei casi, un elemento di disturbo della nostra esperienza e incidono fortemente sul gradimento che possiamo o meno accordare ad un contenuto.
L’insistenza e la proliferazione delle pubblicità all’interno di un ambiente web non hanno fatto altro che generare un fenomeno particolare, per il quale ormai ogni lettore risulta essere quasi immune alla presenza di un annuncio promozionale.
Stiamo parlando di “banner blindness”, ovvero la cecità nei confronti dei banner: questa attitudine del lettore mina in modo evidente l’efficacia delle prestazioni di una campagna display.
Quando evitare la visualizzazione dei banner diventa una scelta intenzionale, il lettore decide di installare sul proprio browser un blocco pubblicitario. Tra questi il più famoso è Ad Blocker, l’estensione di Google Chrome, che inibisce completamente la presenza dei banner, lasciando l’utente libero di concentrarsi sull’argomento d’interesse per cui è approdato sulla pagina.

Perché si è arrivati all’utilizzo sempre più massiccio di ad blocker?

Chi approda in rete ha necessità e piacere di dedicare il suo tempo e la sua attenzione ad una ricerca proficua. L’attenzione in rete è oggi molto più selettiva e il minimo elemento di distrazione può portare l’utente ad infastidirsi e ad abbandonare la pagina.
Le strategie di editori ed inserzionisti che si affidano ai banner per sponsorizzare i loro prodotti e servizi in modo così intrusivo, non fanno altro che aumentare la sensazione di fastidio e allontanare la fiducia del potenziale consumatore, portando all’installazione dei blocchi pubblicitari, non solo su Pc, ma anche su Smartphone.
Da un recente studio di eMarketer, (qui puoi scaricare il report) la Francia risulta essere il Paese che – più di altri – fa uso dei blocchi pubblicitari. Sarebbero oltre 16 milioni i francesi che nel 2019 evitano di visualizzare i banner sui loro dispositivi. Seguono la Germania ed il Regno Unito, ma anche gli Stati Uniti hanno mostrato la loro netta posizione a favore degli Ad Blocker.

Ad block: correre ai ripari per i brand online

La situazione descritta sopra non lascia presagire nulla di positivo per gli inserzionisti, che vedono depotenziati e svalutati i budget destinati alle inserzioni sui siti internet.
Se prima l’attenzione selettiva del lettore portava quest’ultimo ad ignorare la presenza di un banner e a procedere con la navigazione, oggi i blocchi pubblicitari ne impediscono di fatto la fruizione.

contenuti nativi

Fonte: AdBlock Plus e HubSpot


Per un editore o un inserzionista questa situazione non rappresenta necessariamente il male assoluto, anzi, è l’occasione per ripensare la propria strategia e fare in modo che l’impegno sostenuto in termini economici porti i frutti sperati sotto altre forme.
Non tutti i mali vengono per nuocere, dunque, e il comportamento del popolo del web, non è altro che manifestazione di una preferenza.
Gli imprenditori digitali in grado di analizzare i trend stanno già dirottando le loro attività su elementi più attrattivi per l’audience. Tra questi, ai primi gradini del podio si posizionano di certo i contenuti nativi.

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La forza del native advertising

Il native adv nasce dall’esigenza di stabilire un rapporto trasparente con il consumatore.
La forza di un contenuto simile risiede nella possibilità di sfruttarne le diverse forme per colpire un target con un messaggio che apporti reale valore alla sua esperienza in rete.
Questo accade perché un contenuto nativo, nonostante la sua natura dichiaratamente promozionale risponde alle esigenze di ricerca degli utenti e si inserisce senza intrusioni nell’ambiente della pagina web che lo ospita, adattando la tipologia di contenuto.
È tempo di ottimizzare la spesa in pubblicità e per farlo al meglio è necessario fare in modo che i contenuti nativi siano veicolati sulla giusta pagina.
Per fare questo, oggi ogni marketer ha come alleato delle piattaforme come Getfluence, leader internazionale delle Pr online per la promozione di un brand.
Essa si avvale di un fornito database di siti influenti, catalogati in base a parametri qualitativi importanti per una strategia di content marketing: la qualità del traffico e la reale presenza di engagement della community.
Il servizio di Getfluence è totalmente gratuito sia se ci si iscrive come inserzionisti, sia se ci si presenti come autore dei testi.
Per dare una spinta di qualità ad ogni business online ed incrementare la presenza in rete in maniera positiva, non bisogna lasciarsi sfuggire questa opportunità.

Contenuto promozionale


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