Consulente in Digital Marketing: il nuovo speaker del business
Il consulente in digital marketing è colui che pianifica strategie chiare e con azioni mirate raggiunge gli obiettivi di business. Conosciamo Mirko Cuneo.
I protagonisti della nostra epoca sono la tecnologia, l’innovazione e il digital marketing. Il digitale è il linguaggio che si parla oggi, il più diffuso e quello che tutti dovrebbero conoscere per continuare a governare il mercato.
In Italia ci sono molte piccole, medie e micro imprese che non hanno ancora intrapreso il viaggio verso la digitalizzazione, o non l’hanno fatto nel modo giusto.
A loro supporto esistono i consulenti in digital marketing, il cui ruolo è pianificare strategie chiare e mettere in atto azioni mirate al raggiungimento degli obiettivi di business.
Il digitale non è più una scelta opzionale. Sta diventando sempre di più una necessità per tutte le attività che vogliono continuare a governare il mercato. Il futuro è sicuramente digital first e il presente ci dice in tutti i modi che stiamo andando proprio in quella direzione.
Oggi voglio raccontarti di Mirko Cuneo, professione consulente in digital marketing che si occupa proprio di aiutare le aziende ad ottenere il meglio online, parlando la lingua della trasformazione digitale.
Il linguaggio del business: l’esperienza di Mirko Cuneo
Mirko si è avvicinato al mondo dell’imprenditoria e del digitale fin da giovanissimo, ancora diciassettenne. A vent’anni ha avviato la sua prima attività basata sulla vendita di prodotti attraverso l’e-commerce.
La sua esperienza sul campo, la determinazione e la continua formazione l’hanno portato oggi, non solo ad essere consulente in digital marketing, ma imprenditore a capo di un’azienda che si occupa di sviluppo web e marketing online.
In questa chiacchierata ho voluto fare qualche domanda a Mirko Cuneo sullo stato della digitalizzazione in Italia per comprendere il suo punto di vista.
Il futuro è digital first: la parola a Mirko Cuneo
Q. Ciao Mirko, grazie per questa chiacchierata su Spremute Digitali. Secondo la tua esperienza di imprenditore e consulente in Digital Marketing, a che punto siamo in Italia con la digitalizzazione?
A. Ciao Sara, sei riuscita a scovarmi per questa intervista e devo dire che mi fa molto piacere perché per me è l’occasione di poter condividere con te e con i lettori, questi argomenti.
Mi chiedi di Italia e digitalizzazione. Insomma, io ho a che fare con imprenditori e aziende tutti i giorni e ammetto che la conoscenza rispetto all’argomento è sicuramente aumentata.
Le persone iniziano ad interessarsi sempre di più ed è anche aumentata la percentuale di aziende che hanno iniziato il processo verso il digitale. Nonostante questo, però, ci sono ancora tantissime realtà aziendali che non sono presenti online, oppure ci sono, ma in maniera davvero poco efficace.
Il nostro Paese è infatti quasi sempre in fondo alle classifiche digitali che vedono invece il primato di altri paesi. La crescita della digital transformation in Italia avviene, ma in maniera piuttosto lenta soprattutto tra le PMI.
Si nota una discrepanza tra la diffusione di Internet e del digitale all’interno della popolazione e la mancanza di “modalità digitali” all’interno delle aziende.
Con “modalità digitali” intendo l’organizzazione e la gestione delle imprese stesse in ottica digital e i metodi di interazione, di contatto o di acquisto che offrono.
Qui si aprono due grandi temi, o meglio lo stesso tema, ma visto da due prospettive: l’una è la trasformazione digitale a livello gestionale e strutturale nelle aziende in modo da essere competitivi con il resto del mondo; l’altra è riuscire a soddisfare le crescenti esigenze degli utenti.
Infatti, quello che prima era un plus adesso è diventato una prerogativa.
Q. Mi collego proprio a quello che hai detto sugli utenti. Oggi si parla tanto di user-experience: come sono cambiati gli utenti e il rapporto con loro?
A. Gli utenti sono sempre più informati e coinvolti, infatti si sono abituati ad essere considerati come individui e non più come la massa di consumatori che erano prima. Hanno necessità crescenti soprattutto nel rapporto che si instaura con i brand e le aziende, vogliono assistenza immediata e qualcuno sempre disposto a dargli sostegno e risposte.
Adesso, chi non fornisce loro servizi altamente qualificati, in particolar modo nell’assistenza e nell’esperienza di acquisto, rischia davvero di farsi scappare di mano delle consistenti opportunità di business.
Come consulente in digital marketing lo vedo con i miei stessi clienti. Desiderano sempre di più e in tempi sempre più stretti. Il digitale ha portato la velocità e l’immediatezza nelle nostre vite e questo atteggiamento si è riversato in tutti gli ambiti.
Perciò è indispensabile che le imprese italiane accolgano la trasformazione digitale, altrimenti gli utenti sceglieranno sempre i prodotti e i servizi dei concorrenti.
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Q. Mirko, quali sono le caratteristiche che deve avere un consulente in digital marketing e un imprenditore secondo te?
A. Un imprenditore, soprattutto oggi, deve avere molte competenze trasversali. Per fare impresa devi sicuramente essere a conoscenza di come funziona un’azienda, avere delle competenze in quasi tutti i reparti che la compongono e sviluppare un mindset volto alla crescita personale e professionale.
Quando si ha a che fare con il digitale le novità sono all’ordine del giorno e per avere dei successi online è necessario davvero fare uno studio serio ed approfondito su come pianificare le strategie. Infatti supporto molti imprenditori, bravissimi nel proprio campo, ma che chiedono il mio aiuto per avere un’idea più chiara ed efficace delle soluzioni che il web offre al loro business.
Inoltre, un consulente in digital marketing è anche colui che raccoglie la grande quantità di informazioni e seleziona quelle giuste, utili per i propri clienti. Insomma, quella persona che dà la soluzione più adeguata ai problemi digitali specifici.
Q. Mirko, come vedi il futuro delle aziende italiane?
A. Credo che le aziende italiane con i prodotti e i servizi Made in Italy abbiano un grande potenziale che al momento non viene sfruttato. Questo proprio a causa del rallentamento nel processo di trasformazione digitale che rende il nostro Paese ancora arretrato rispetto all’estero.
Se già adesso le imprese non-digitalizzate restano ai margini del mercato, nel futuro rischieranno seriamente di non farne più parte. Il business deve essere all’avanguardia al pari del mondo e alle esigenze dei consumatori. Chi non soddisferà i loro desideri e non parlerà il linguaggio comune, rimarrà uno spettatore muto.
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