Comunicare in modo non convenzionale per distinguersi
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Pablo Picasso sarebbe stato un ottimo marketer perché oggi risulta di fondamentale importanza distinguersi dalla concorrenza; ma per fare ciò bisogna avere anche una panoramica esaustiva di quale possa essere la strategia adottata dalla concorrenza per poter creare qualcosa di diverso. L’obiettivo si traduce nell’uscire dagli schemi e cercare nuove strade e canali da inserire nella strategia di marketing e di comunicazione integrata d’impresa che riescano a trasmettere ai consumatori i messaggi ed il valore del brand in modo alternativo, ma allo stesso tempo, diretto e non invasivo.
Questa esigenza di distinguersi dai competitor ricercando la mucca viola di Seth Godin, è in parte una conseguenza dell’evoluzione dei canali digitali e offline maggiormente usati dalle aziende per promuoversi, e di come questi abbiano influito sul comportamento d’acquisto dei consumatori nell’era del 4.0.
Oggi per le aziende entrare nel top of mind dei consumatori è molto più impegnativo. Devono agire in un mercato ipercompetitivo dove il campo di battaglia è il web circoscritto a un pool di strumenti utilizzati che tendono a uniformare anche le strategie adottate dalle aziende.
In aggiunta, il sovraffollamento di annunci e messaggi pubblicitari che bombardano gli utenti, ha cambiato il loro modo di approcciarsi a questa modalità di comunicazione ed infatti la maggior parte dei consumatori associa le scelte di acquisto ad una ricerca mirata sui motori di ricerca o, si affida a quei marchi che hanno già fatto breccia nel suo cuore.
O si ha quindi la forza per vincere qualche battaglia, o si aguzza l’ingegno per cercare di approdare nell’oceano blu aggiungendo a completamento della strategia di marketing e comunicazione, delle azioni e strumenti non convenzionali di comunicazione.
Quali sono gli strumenti non convenzionali di comunicazione che si possono adottare?
Non c’è limite all’immaginazione: alcuni sono ormai noti e vengono utilizzati in mille sfaccettature e declinazioni dalle aziende. Uno splendido esempio di brand entertainment è il cortometraggio prodotto dalla Garofalo “The Wholly Family” girato dal grande Terry Gilliam (se vuoi vederlo trovi il corto qui, durata 20 minuti).
O ancora, ti ricorderai della campagna di guerrilla marketing realizzata nel 2015 da Master Chef Italia. I tombini di molte strade milanesi si sono trasformati in fornelli e uova all’occhio di bue e sono spuntate ai piedi dei marciapiedi gigantesche fruste, come tracce lasciate qua e là da uno chef un po’ pasticcione. Nel giro di poche ore, la notizia era virale.
L’obiettivo qui è creare un rapporto empatico con il proprio pubblico cogliendolo alla sprovvista nelle sue attività quotidiane, creando stupore e suscitando interesse in quello che vede.
Altro caso che ha suscitato interesse e apprezzamenti da molti imprenditori e realtà lombarde, è il Roveda Lab, creato da un’azione di ambient marketing creativo, ideato a quattro mani dalla milanese Roveda Assicurazioni e new media Agency BTREES. Qui sono gli ambienti di lavoro aziendali che si traducono in strumenti di comunicazione per creare un luogo di aggregazione e di incontro, dedicato a dipendenti, clienti e amici in cui vivere esperienze uniche che vanno dal team building allo show-cooking.
L’idea era quella di creare qualcosa di nuovo e fresco che si affiancasse all’immagine consolidata dell’azienda che da 60 anni si occupa di assicurazioni. L’idea è piaciuta a tal punto che lo spazio ospita anche meeting e colazioni aziendali, percorsi di degustazione e corsi di cucina dando così all’azienda un modo per distinguersi dalla concorrenza ed aprirsi ad opportunità di diversificazione.
La parola d’ordine quindi è creatività e uso di strumenti unconventional!
Ripensando al pensiero di Marcel Proust “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nel possedere nuovi occhi”, si può utilizzare in modo non convenzionale, uno strumento standard e quindi trasformarlo in una nuova opportunità, un territorio inesplorato dove l’azienda può scoprire e dettare nuove regole di gioco. Non si tratta solo di replicare azioni ben riuscite da altre realtà aziendali, ma cercare anche nuove leve e strumenti da utilizzare in modo non convenzionale.
Ed è proprio questo il caso di Kamzan: l’unico sistema di sincronizzazione e condivisione file aziendale che valorizza e promuove il brand di chi lo utilizza. L’idea nasce dalla considerazione che la maggior parte delle aziende utilizza quotidianamente sistemi per condividere ed inviare documenti aziendali a clienti, fornitori, lead, partner e potenziali tali, promuovendo di fatto il marchio di qualcun altro – ovvero del servizio di turno – e non il loro. In pratica è come andare in giro o incontrare potenziali clienti e dare il biglietto da visita di qualcun altro.
Il team della startup milanese Kamzan ha avuto la giusta intuizione, riuscendo a trasformare un servizio tecnico ed operativo usato in tutte le aziende, in un’arma da dare in mano anche al reparto marketing. Come? Con quella che loro chiamano la Quintessenza del Brand, cioè la possibilità di personalizzare a 360 gradi il sistema sull’identità dell’azienda che lo utilizza e aggiungendo funzionalità ad hoc per la comunicazione del brand verso l’esterno, rendendo possibile a tante aziende di avere a disposizione uno strumento non standard e complementare a quelli già in uso per attività di comunicazione.
La chiave di volta per le aziende che vogliono distinguersi, si traduce nell’apertura al nuovo, al non convenzionale e allo studio del proprio pubblico anche a livello emotivo. Un buon mix tra strumenti tradizionali e sperimentazione con strumenti non convenzionali permette di avere più visibilità rispetto ai competitor.
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Un articolo a cura di Veronica Miele, Marketing Coordinator di Kamzan, un brand di Jinni S.r.l.
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