Blackberry: storia di un fallimento – Parte seconda
Come nelle più belle formazioni, c'è una chiave di volta definita. In questo caso è stata la visione Do Less, che ha segnato una industria.
Nelle puntate precedenti: Una agenzia di advertising si appresta a cambiare per sempre la telefonia.
Siamo rimasti all’azienda che si specializza in un unico prodotto, un dispositivo mobile di messaggistica economico e istantaneo.
Certo è che che era fenomenale.
La storia di Blackberry – parte 2
Ebbero una delle migliori risposte ad una demo della storia
Holding the bullfrog aloft
Spedirono un messaggio dal prototipo a un pc vicino
Tutti gioirono, ci fu festa.
Non funzionò mai più, ma il sasso era stato tirato.
Tralaltro, al tempo Blackberry rischiò di morire, legandosi a doppia mandata a un fornitore che nel frattempo chiuse, si trovavano davvero sull’orlo del baratro quando arrivarono a una massima che oggi ci sembra di vedere ovunque, e vinsero.
Do Less
Il loro nuovo prodotto doveva fare l’inverso degli altri competitor fallimentari:
Evitare di comprimere mille funzioni diverse in un dispositivo ancora incapace di essere come gli odierni Smartphone.
C’erano dispositivi a stiletto che erano insostenibili, ma soprattutto consumavano tempo, c’erano quelli a tastiera, ma erano piccoli e difficili da manipolare.
Quello che gli altri produttori non avevano capito è che agli uffici non serviva una brutta copia di quello che già avevano, ma qualcosa che facesse del nuovo:
“Dobbiamo massimizzare l’adozione minimizzando la complessità”: Un motto potente, affidabile e semplice per capire cosa davvero dovesse essere la telefonia mobile al tempo.
E lo fecero, eccome se lo fecero.
Ma questo è solo l’inizio.
Alla prossima puntata.
Blackberry: storia di un fallimento – Parte seconda