Blackberry: Storia di un fallimento – Parte 7
Una storia agghiacciante e telefonata vista da fuori, incomprensibile vista con l'occhio del tempo. Blackberry sta cedendo lentamente.
Siamo rimasti ieri con un iPhone estremamente potente, e nella fattispecie più potente dello stesso Blackberry.
700 mega di Ram, un mini computer dentro un telefono, circa 22 volte la capacità computazionale del competitor, a costo di scarsa batteria.
Il nuovo campo di battaglia era la computazione portatile.
A livello di scambio aziendale ancora poteva vincere la casa di Lizaradis, ma a livello di mercato con i consumatori non c’era storia. Le mail criptate stavano cominciando a interessare meno persone di quanto non facesse la bellezza disarmante dei prodotti Apple.
Fu così che accadde l’inevitabile
In azienda iniziarono a mettere enormi pressioni sul team di sviluppo.
Giustificandosi in un intervista con quello che si può tradurre come: “è così che funziona il business”.
Cosa che se probabilmente fosse stata detta adesso, avrebbe portato a una caduta decisamente più rovinosa e rapida.
Gli affari sono affari non è più una frase che si può dire baby.
Per giunta iPhone stava per distruggere una delle certezze dell’azienda rivale, la rete AT&T.
La banda necessaria per mantenere i servizi Apple, non era neanche vagamente paragonabile all’esiguo servizio delle reti del tempo.
Eccoci alla disfatta: Apple stava per sorpassare RIM nel suo stesso settore, questo veniva da: una sconfitta nella guerra dei brevetti, uno scandalo manageriale e per giunta i due soci alla guida della corporation iniziavano a sfibrare i loro rapporti.
Cosa è uscito fuori da questo melting pot?
Esatto, un disastro.
La risposta ad iphone fu al limite del barbino, per essere gentili.
Blackberry Storm fu un fallimento e per giunta difettoso, chiesero i danni e minacciarono di interrompere la filiera da più parti.
Una posizione non proprio rosea, ma non finita qui.
Ci vediamo nella prossima puntata.
Blackberry: Storia di un fallimento – Parte 7