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Aumentare i tempi di permanenza e ridurre la frequenza di rimbalzo. Come? Con questi tips!

contenuto testuale efficace

Come fare a capire se il nostro blog o sito web hanno del contenuto testuale efficace? Ecco alcuni tips utili a non far scappare i lettori a gambe levate.

Come capisco se il contenuto testuale che ho scritto e caricato su una pagina web è effettivamente efficace? Due tra i fattori più importanti da tenere in considerazione sono:

  • durata media di permanenza sulla pagina. Ci dice quanto tempo dedicano i lettori a leggere il testo;
  • frequenza di rimbalzo. Se è bassa, i lettori leggono una pagina per poi passare ad altri contenuti dello stesso sito web perché magari sono stati stuzzicati o incuriositi da qualcosa che hanno letto.

Entrambi gli aspetti sono importanti per capire il livello di coinvolgimento dei lettori. E sono inoltre segnali importanti per Google, poiché da essi il motore di ricerca capisce quanto una pagina web sia interessante per gli utenti.
Esistono delle linee guida per creare contenuti testuali validi, che aumentino i tempi di permanenza dei lettori su un testo e che riducano la frequenza di rimbalzo? Certo che si, e sono dei tips davvero interessanti.

La luce è tutto per le falene (scrivere testi illuminati per lettori falena)

Secondo Nielsen, la maggior parte degli abbandoni di una pagina avviene nei primi 30 secondi. Passato il primo mezzo minuto, tendenzialmente, il tasso di abbandono rallenta.
Come sopravvivere dunque ai primi 30 secondi?
Uno degli aspetti fondamentali è rappresentato dalla content curation, ovvero dalla cura verso la qualità dei contenuti. Basti pensare che quasi il 50% dei lettori abbandona la pagina – e il sito – a causa di contenuti testuali inutili, di scarso valore informativo e mal realizzati. Del resto, un approccio etico al web copywriting privilegia il contenuto e il valore informativo dei testi, senza piegarsi a strategie di copy meramente riempitive (la cosiddetta fuffa).

Ragiona sul target (che luce piace alla tua falena preferita?)

Riflettere sul target a cui rivolgere l’informazione è fondamentale per creare un reale valore per i lettori. Perché se individui il pubblico, riesci anche a capire:

  1. qual è l’informazione che il target sta cercando: se il target della tua pagina dedicata alla Fiat 500 è rappresentato tendenzialmente da un pubblico di meccanici, dovrai scrivere testi che contengono informazioni altamente tecniche. Se il target è quello della gente comune che deve comprare la macchina, dovrai scrivere testi che condividono informazioni più generiche;
  2. qual è lo stile di scrittura che il target può comprendere: dal punto di vista di registro, lessico e tone of voice. Per tornare all’esempio di prima, se il pubblico della tua pagina che parla di Fiat 500 è fatto di meccanici, potrai usare un gergo ricco di termini tecnici. Se il target è fatto di gente comune che vuole comprare la macchina, devi adottare un linguaggio meno tecnico.

Un modo per indurre gli utenti a rimanere sulla pagina web è quello di fornire le informazioni da un punto di vista inedito, argomentando un tema in modo originale, in un’ottica esclusiva che il lettore non può trovare altrove. Perché? Perché fornendo quell’informazione in più, più concreta e tangibile, si può fare la differenza rispetto al resto delle informazioni che si trovano su internet.
Scrivere i contenuti tenendo sempre presente il proprio target, darà la possibilità a chi ti legge di filtrare gli argomenti. Le giuste informazioni date al giusto pubblico di riferimento massimizzano il livello di interesse verso quel contenuto, aumentando il tempo di permanenza dei lettori sulle pagine del sito.

Non fare keyword stuffing (se esageri con il voltaggio, bruci la lampada)

In passato, si credeva che un testo infarcito di parole chiave fosse utile ai fini del posizionamento sui motori, ma oggi sappiamo direttamente da Google che non è più così. Non ti conviene esagerare con le keyword solo per posizionare un testo, altrimenti il tuo testo risulterà illeggibile e non riuscirai ad aumentare i tempi di permanenza sulla pagina, anzi.
Per capire meglio, prendiamo come esempio un testo ottimizzato per la keyword “mountain bike”, ma con un uso ossessivo della parola chiave principale (a.k.a. keyword stuffing):
“La mountain bike è un modello di bicicletta pensato per muoversi su strade non asfaltate. La mountain bike si differenzia dalle altre biciclette per le sospensioni e le gomme, che, nelle mountain bike, sono più larghe e tassellate rispetto alle altre biciclette. Vi sono diversi materiali di fabbricazione del telaio di una mountain bike, così come vi sono diversi modelli di mountain bike che si differenziano per il tipo di utilizzo che si vuole fare della mountain bike.”
Leggendo un testo del genere, affollato di keyword utilizzate in modo compulsivo, al lettore verrebbe la nausea già nelle prime righe. Ai suoi occhi il contenuto è percepito come scritto in modo forzato e innaturale, con termini ridondanti, così come l’utilizzo delle parole chiave.
Ottimizzare il testo per le parole chiave sì, ma attenzione a non abusarne: inserisci le keyword nel titolo (H1), in qualche sottotitolo (H2) e nei meta dati della pagina (Title, Description e Keyword), questo sarà sufficiente per ottimizzare il contenuto per le parole chiave scelte. E i tuoi lettori non scapperanno!

Ragiona su come impostare il testo (accendi una luce per falene)

Un aspetto essenziale quando si parla di testi scritti nell’ottica dell’incremento dell’average time on page è l’incremento della leggibilità del testo stesso. Bisogna rendere il contenuto più fruibile possibile.
Immagina di ritrovarti davanti un muro di testo privo di punti di ancoraggio. Tu lettore non avrai la possibilità di orientarti. Se invece il testo è spezzato in vari paragrafi, la lettura su schermo – di per sé più faticosa e superficiale rispetto alla lettura su carta – risulta più facile.
Il valore dei sottotitoli e dei paragrafi è altissimo in termini di miglioramento della leggibilità di una pagina web testuale, poiché creano spazio, suddividono i diversi aspetti di un argomento e rendono la lettura del testo più piacevole.
Anche un banale spazio in più tra le righe di un paragrafo contribuisce ad aumentare la leggibilità del contenuto. Inoltre, mediante i paragrafi, l’utente potrà individuare a colpo d’occhio il titolo o il sottotitolo di suo interesse, trattenendosi qualche secondo in più sulla pagina perché attratto da un argomento chiave, come una falena con una luce.

Evidenzia le frasi di “peso” con il grassetto (continua ad accendere luci per falene)

Il grassetto, in inglese bold, è un elemento importante poiché permette di evidenziare una particolare frase, segnalandone l’importanza ai lettori. Il grassetto si traduce in un’ancora di lettura, come se fosse un titolo o un elenco puntato facile da cogliere.

  1. Esempio di un testo “Chi siamo” CON l’utilizzo del grassetto: “Grazie a più di 30 anni di esperienza nel settore della manutenzione di impianti di riscaldamento, siamo in grado di offrire soluzioni create ad hoc per il riscaldamento, la produzione di acqua calda e il condizionamento. Tra le nostre priorità vi sono l’attenzione al risparmio energetico e il rispetto delle norme impiantistiche. I nostro tecnici di fiducia seguono dei corsi periodici di formazione e di aggiornamento sia sul fronte tecnico sia normativo. Possiamo garantire interventi rapidi in 24 o 48 ore.”
  2. Esempio dello stesso testo “Chi siamo” SENZA l’utilizzo del grassetto: “Grazie a più di 30 anni di esperienza nel settore della manutenzione di impianti di riscaldamento, siamo in grado di offrire soluzioni create ad hoc per il riscaldamento, la produzione di acqua calda e il condizionamento. Tra le nostre priorità vi sono l’attenzione al risparmio energetico e il rispetto delle norme impiantistiche. I nostro tecnici di fiducia seguono dei corsi periodici di formazione e di aggiornamento sia sul fronte tecnico sia normativo. Possiamo garantire interventi rapidi in 24 o 48 ore.”

Quale dei due testi si capisce subito? E quale dei due riesce a fornire nell’immediato più informazioni circa l’azienda e il suo modo di operare? Se l’utente dedica meno di un minuto alla scansione della pagina, il testo con il grassetto riuscirà a comunicare le informazioni essenziali.
La comunicazione efficace e immediata delle informazioni al visitatore favorirà la permanenza sulla pagina perché l’occhio sarà aiutato a cogliere gli aspetti essenziali e il lettore tenderà a scappare di meno, soffermandosi anziché fare un rapido “clicca ed esci”.

I lettori sono come Pollicino: vogliono tracce da seguire (e tu hai il pane)

contenuto testuale efficace

Gestire un blog è anche saper lasciare delle tracce da seguire.


Sei riuscito a non far scappare subito l’utente dalla tua pagina. Se sei stato bravo, il lettore ha recepito ciò che gli volevi comunicare. Ma puoi fare di meglio: puoi utilizzare il tuo testo per stuzzicare il lettore e incoraggiarlo a passare dalla pagina A alla pagina B dello stesso sito.
In questo modo, oltre ad aver creato un buon tempo di permanenza sulla pagina A, avrai abbassato la frequenza di rimbalzo, ovvero la frequenza con cui gli utenti entrano ed escono dal sito senza aver prima visitato altre pagine, oltre alla prima.

Sfrutta i link interni (posiziona ogni briciola in prossimità dell’altra)

La presenza di link interni coerenti e realmente utili favorisce il passaggio da un contenuto all’altro del sito, dando all’utente la possibilità di navigare senza interrompere la sessione. Questo si traduce in un aumento del tempo di permanenza sul portale.
Se messi in punti strategici, ad esempio nella parte iniziale del testo o nel punto critico in cui si ritiene che l’utente abbandoni la pagina, i link interni convincono il navigatore a non uscire dal sito e a dare un’occhiata ad altre sezioni.
Questo può tradursi in un aumento della durata media della visita al sito web. 
Per abbassare la frequenza di rimbalzo, c’è oggi la tendenza a distribuire lo stesso contenuto su più pagine del portale, collegate l’una all’altra da un tasto “continua” che rimanda alla pagina successiva. In questo caso, la pagina presenterà lo stesso testo spalmato su più pagine, con le informazioni essenziali poste in modo strategico nelle pagine intermedie.
Questa strategia non premia l’average time on page, ma sicuramente riduce la frequenza di rimbalzo, perché l’utente è obbligato a cliccare e passare ad un’altra pagina se vuole proseguire nella lettura. Non ci sentiamo di sconsigliarla a priori, ma va valutata con attenzione in base agli obiettivi di comunicazione del sito.

Consiglio tecnico: sfrutta i plugin per creare link interni tra contenuti correlati

Per rendere più veloce la creazione di link coerenti tra un contenuto e l’altro, utilizza plugin specifici.
Un plugin è un software che interagisce con un altro programma ampliandone le funzionalità. In questo caso, il plugin estende le funzionalità del sistema di gestione dei contenuti (CMS), dando la possibilità di mettere in relazione pagine attinenti tra loro, sfruttando degli automatismi e risparmiando tempo.
Se ad esempio utilizzi WordPress, uno dei CMS più diffusi, non avrai che l’imbarazzo della scelta, visto che la lista di plugin per i contenuti correlati è davvero estesa.

Tieni d’occhio il tasso di uscita con Analytics (controlla che l’ultima briciola non sia ammuffita)

Come ci insegna Google, “il tasso di uscita indica, in percentuale, quante volte quella pagina è stata l’ultima visualizzata nella sessione.” Questo parametro di Google Analytics permette di cogliere eventuali criticità relative alle pagine del sito, individuando quelle in cui gli utenti tendono ad abbandonare il portale.
È quindi importante indagare sui contenuti delle pagine caratterizzate da un’elevata frequenza di uscita. Può darsi che un tasso di uscita alto da una determinata pagina sia fisiologico, ma conviene sempre verificare che la più abbandonata non presenti dei problemi di leggibilità, contenuti poco interessanti o addirittura degli errori 404 (“pagina non trovata”).
In tal caso, correggendo il problema, la pagina più abbandonata potrebbe trasformarsi in una pagina capace di attivare un nuovo “rimbalzo” verso un’altra. Questo abbasserà la frequenza di rimbalzo, aumentando la durata di una sessione media sul sito.

Aumentare i tempi di permanenza e ridurre la frequenza di rimbalzo. Come? Con questi tips!

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