Quando la perenne insoddisfazione alimenta il Talento di un Campione: Lorenzo Bernardi e “La regola del 9”
A nostro modo siamo tutti un po’ “Campioni”: a casa, nel lavoro e nella vita in generale; lottando contro le sfide quotidiane, vincendo gli inevitabili ostacoli e imprevisti. L’incontro con un grande sportivo come Lorenzo Bernardi testimonia dei concetti che dimostrano la grande utilità delle fondamenta dello sport per tutti noi, per la vita, per alimentare il talento e per il lavoro.
“La regola che ho imparato subito è che proprio il campo ti restituisce quello che gli dai. Io gli ho dato impegno e fatica, lui mi ha restituito sicurezza. Io sono diventato la mia sicurezza.”
Questo è ciò che recita il retro della copertina del libro di Lorenzo Bernardi, pubblicato recentemente da ROI EDIZIONI, “La Regola del 9”.
Chi è Lorenzo Bernardi?
Quasi impossibile non saperlo perché stiamo parlando di “Mister Secolo”; è lui che schiacciò l’ultimo pallone della finale contro Cuba e che ci regalò il primo titolo mondiale.
Giocatore di punta di quella “generazione di fenomeni” allenata da Julio Velasco che ha fatto splendere al massimo la stella del volley maschile italiano, Lorenzo Bernardi è stato eletto giocatore più forte del XX secolo. Nella sua carriera di giocatore di pallavolo ha disputato 306 partite con la maglia azzurra. Detiene il record del maggior numero di punti segnati nelle partite di regular season e playoff (8425 totali in 478 partite).
Nel 2000 gli è stato conferito il titolo di Cavaliere di Ordine al Merito della Repubblica italiana; nel 2011 è entrato nella Volleyball Hall of Fame. Nel 2018 gli è stato assegnato il Collare d’Oro al merito sportivo.
Terminata la carriera di giocatore nel 2007; ha iniziato un nuovo grande percorso come allenatore arrivando a vincere, tra le varie, il triplete (scudetto, Supercoppa e Coppa Italia) nella stagione 2017-18 e la Coppa Italia nel Febbraio 2019.
Tra le sue descrizioni, ciò che colpisce è il ritenersi soddisfatto del carattere che lo rende perennemente insoddisfatto: questa è la mentalità che lo ha portato a raggiungere tutti i suoi successi.
In questo articolo ho pensato di raccontarvelo attraverso la mia esperienza professionale, in quanto ho conosciuto Lorenzo Bernardi come Protagonista del format ispirazionale di ELIS, “Vita da Campioni”.
Lo sport aiuta ad infondere il coraggio per affrontare i cambiamenti ed alimentare il talento
Se è vero che siamo tutti a nostro modo “Campioni” a casa, nel lavoro e nella vita in generale – lottando contro le nostre sfide quotidiane, vincendo gli inevitabili ostacoli e imprevisti -, l’incontro con un grande sportivo come Lorenzo Bernardi testimonia dei concetti che dimostrano la grande utilità delle fondamenta dello sport per la vita e per il lavoro di un po’ tutti noi.
A sostenerlo è anche lo stesso Demetrio Albertini (curatore di ASSIST – la collana di ROI EDIZIONI in cui si raccontano i grandi campioni dentro e fuori dal campo):
“Lo sport ti aiuta ad avere il coraggio di affrontare ogni giorno un cambiamento.”
Tra i concetti che mi sono portata via da questo incontro:
La vittoria è anche e soprattutto merito dei compagni, perché è sempre il valore della squadra che vince. Fondamentale è non far mai prevalere l’interesse personale sull’obiettivo del team: questa è la prima pietra del successo.
In una partita un giocatore può fare la differenza, in un campionato è il valore della squadra che emerge. Compito di ognuno è mettere il meglio di sé a disposizione di tutti e avere una visione comune.
Non è possibile raggiungere risultati importanti se non si ha del talento, ma il talento da solo non basta e va allenato costantemente, avendo sempre bene a mente motivazioni reali, il desiderio costante di migliorarsi e le capacità di rialzarsi quando si cade.
Il come si fa, una passione, è ciò che fa la differenza. Serve determinazione nel cercare e nell’alimentare il talento. La sfida è quindi relativa a cercare il proprio e renderlo INESAURIBILE.
Il cambiamento è una dinamica arricchente, che sia questo una vera e propria sconfitta o qualcosa che non va nel migliore dei modi.
Se riusciamo a vedere un momento difficile in una prospettiva diversa, possiamo crescere e migliorarci. Dalle crisi nascono le vittorie. Quel qualcosa che va male ci rimette nelle condizioni di migliorarci e di dare di più. La sconfitta non è un fallimento. Fallisce chi non ci prova.
Allenarsi all’alta performance è fare quotidianamente una cosa nel miglior modo possibile, rendendola un’abitudine: la vittoria non è un obiettivo, ma una conseguenza. Viene da quello che facciamo.
Una delle domande più frequenti che mi hanno fatto nella vita è “Cosa hai pensato quando hai schiacciato la palla del campionato del mondo?”
Io dico: niente. Perché mi sono preparato sempre come se tutte fossero le schiacciate più importanti da fare e quindi dare sempre il meglio e farmi trovare pronto.
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