Fare marketing etico sull’8 marzo: una sfida e un dovere sociale
8 marzo: quante pubblicità sono considerabili eticamente corrette? Perché è importante chiedercelo e cosa vuol dire fare marketing etico?
Per i e le marketers di tutto il mondo l’8 marzo è cominciato 2 settimane fa, se non prima, divenendo un cavallo di battaglia per sconti, offerte e promozioni. Quante di queste pubblicità sono considerabili eticamente corrette? Perché è importante chiedercelo?
Come nasce una pubblicità? Dietro le quinte del marketing
Grafici, copywriter, community & social media manager e tanti altri. Nella realtà dei fatti queste giornate sono una manna per il settore, forniscono: input, target e focus, tutti elementi su cui muovere la macchina della comunicazione.
Alla stregua del World Pizza Day, o Natale, Pasqua, San Valentino, è un ottimo pretesto per fare quello che si fa ogni giorno, con maggiore riverbero. Può piacere o meno, ma sono quadri interpretativi ben precisi in cui i comunicatori trovano facile gioco e possibilità di proporre in modo più raffinato il prodotto o servizio.
Potremmo definire queste giornate come l’equivalente di un evento in cui il dress code risolve il grande problema del “cosa mettere”, almeno a grandi linee.
Resta una grande fetta di creatività e lavoro: Cosa dire? Come dirlo? A chi farlo arrivare?
Tutte queste domande sono affidate ai comunicatori di ogni settore. Non importa il grado di importanza, né la retribuzione, tanto meno il luogo di lavoro, un comunicatore ha una responsabilità innegabile: diffondere un messaggio.
Interpretare lo spirito del tempo: come i marketers plasmano la realtà
Oggi parliamo della Giornata Internazionale della Donna e di come il suo significato stia cambiando radicalmente. Ecco alcune delle riflessioni più comuni che si possono avere nel produrre i contenuti per la giornata odierna:
- il titolo è terribilmente lungo, male per le pubblicità e le inserzioni. Scrivere o dire “festa della donna” è molto più efficace;
- caricare la foto di una donna o una mimosa è una soluzione rapida e funzionale per veicolare la proposta di una offerta, connettendola al contesto in modo coinciso;
- non pagano abbastanza per pensare cose più innovative o rischiare di fare qualcosa che vada oltre al banale, creando una tempesta di critiche fra social e stampa.
Ho scelto 3 pensieri molto semplici e cinici, per sottolineare come non sia tanto un problema di mentalità quanto di etica lavorativa.
L’interpretazione di questa giornata non è cosa facile, la tentazione di banalizzarne il contenuto, annacquarlo, renderlo più allegro, leggero, è forte, e per certi aspetti forse più efficace per un pubblico narcotizzato e digiuno del suo significato profondo.
Di fatto lo spirito del tempo sta cambiando, parlare dell’8 marzo come della “festa della donna” vuol dire perderne una buona parte del valore e comprendere in modo erroneo il contesto in cui ci stiamo inserendo.
La Giornata Internazionale della Donna è oggi un evento di punta nella lotta contro la disparità di genere che ancora imperversa nel mondo. È un momento di celebrazione e memoria per valorizzare i passi fatti, denunciare le sfide e le violenze che ogni giorno le donne subiscono nella società.
Fare marketing funzionale nella Giornata Internazionale della Donna
Tornando all’inizio dell’articolo, abbiamo parlato di “quadri interpretativi” a cui business di ogni genere possono affacciarsi, sposando cause e rendendo più interessante il loro brand. L’8 marzo fornisce un nuovo e potente quadro in grado di ispirare i marketers che ne comprendono la profonda natura, scegliendo se supportarlo o meno.
Ogni immagine, testo e infografica è una presa di posizione che può aiutare a cambiare la percezione della donna nella società, e allo stesso tempo, elevare un brand, un servizio o un prodotto.
Supportare correttamente la Giornata Internazionale della Donna e fare sano marketing sono azioni conciliabili e che devono coesistere. Il mondo ha bisogno che i comunicatori facciano scelte sempre più coraggiose ed impegnate, soppesando il valore ed il significato di quello che producono, e produrre contenuti di valore vuol dire non fermarsi al primo tentativo.
Chiedetelo a chi fa grafica e passa ore a modificare immagini, loghi e locandine. Andate da capywriter e giornalisti che scrivono più e più volte un articolo finché non scorre come vorrebbero. Rivolgetevi a social media manager che passano ore sul piano di comunicazione del mese.
Il lavoro è lavoro, alle volte diventa abitudinario, noioso, ripetitivo e pesante.
È lì che la nostra scelta personale, etica e professionale ci fa compiere uno scatto, ci fa capire che con il nostro mestiere cambiamo il mondo e la percezione della società.
La Giornata Internazionale della Donna ci ricorda perché dobbiamo continuare a farlo, ogni giorno.
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