Corporate Innovation

Social Innovation: Limiti e opportunità

Simone Romanelli Pubblicato: 27 Luglio 2022

social innovation

Nella Social Innovation, così come in qualsiasi altro ambito, per fare davvero la differenza, un’azienda deve identificare e comunicare il proprio purpose, ovvero la ragione per cui esiste.

Avere bene in mente il perché della propria esistenza permette alle imprese di portare valore ai clienti, differenziarsi dai competitor e comunicare il proprio brand. 

Lo scopo è quindi la risposta alle domande: “Chi siamo?”, “Perché esistiamo?”, “Cosa sta alla base del nostro agire?”, “Cosa ci spinge a continuare a innovare?”. 

L’impatto sociale delle aziende

Social Innovation: diagramma funzionale

Se queste riflessioni, però, fino a ora hanno avuto una connotazione prevalentemente business, oggi non è più possibile scinderle da valutazioni e considerazioni di tipo più prettamente sociale

L’era che stiamo vivendo ci impone, infatti, di fare la nostra parte di fronte a sfide e problematiche mai viste in precedenza: cambiamento climatico, scarsità idrica, disuguaglianza sociale, cambiamenti demografici, pandemie

Dato che tutti questi fenomeni hanno impatti e ripercussioni sia sull’economia che sulla società, non possono essere trascurati ogni qual volta un’azienda decida di mettere in campo progetti o iniziative di innovazione aventi come scopo il cambiamento o l’evoluzione dello status quo. 

Queste tematiche di sostenibilità sociale e ambientale hanno, negli ultimi anni, ottenuto una sempre maggiore attenzione, tanto che oggi non è più possibile pensare a purpose e innovazione senza tenere in considerazione l’impatto che questi generano e il contesto in cui avvengono. 

Social Innovation: gli ostacoli alla diffusione

Si è dunque arrivati a parlare di Social Innovation, ovvero quell’innovazione esplicitamente volta a risolvere bisogni di tipo sociale.

Se, però, da una parte, gli innovatori sociali sono guidati da forti valori e dalla volontà di avere un impatto positivo, è altrettanto vero che esistono numerose complessità che rallentano l’applicazione e la diffusione di innovazioni sociali. 

In uno studio del 2012 promosso da The Danish Technological Institute e The Young Foundation, viene evidenziato come esistano diversi impedimenti nel processo di trasformazione delle idee in impatti sociali. Questi impedimenti possono essere raggruppati in due differenti cluster:

  1. Impedimenti strutturali: sono sostanzialmente fattori esogeni sui quali è molto complesso intervenire. Ci si riferisce principalmente a ostacoli legati alla complessità e all’incertezza dei processi sociali e alle caratteristiche del contesto (sociale, politico, tecnologico, economico, ecc.) e in cui gli innovatori sociali operano;
  2. Barriere degli innovatori sociali: sono quegli impedimenti che riguardano le caratteristiche, le interazioni e le azioni sia delle organizzazioni sia degli individui coinvolti nei processi di innovazione sociale. 

Le barriere degli innovatori sociali sono, quindi, fattori sui quali è possibile intervenire in maniera attiva. Tra questi troviamo difficoltà di cooperazione e coordinamento, il tasso di fallimento delle organizzazioni e dei singoli agenti e la scarsità di risorse. 

Social Innovation: cloud

Di seguito, la sintesi tratta dallo studio del 2012 precedentemente citato:

  1. Azione collettiva: la natura dei progetti di Social Innovation richiede un’azione collettiva (coproduzione, partnership, movimenti sociali, collaborazione tra enti privati e pubblici). La diretta conseguenza è il fatto che diventa necessario far fronte a problemi di cooperazione e coordinamento;
  2. Insuccessi organizzativi: entità di natura pubblica e organizzazioni dell’economia sociale giocano un ruolo fondamentale nell’attivazione, supporto e ampliamento della Social Innovation, ma possono facilmente fallire nel raggiungere i loro obiettivi causando danni nei processi di innovazione sociale in cui sono coinvolti direttamente come stakeholder;
  3. Fallimenti degli innovatori sociali: la Social Innovation riguarda anche la capacità degli innovatori sociali di coinvolgere concretamente altri attori, ma i loro intenti possono naufragare per diverse ragioni. Tra queste troviamo per esempio la scarsa disponibilità di risorse (economiche e non) e l’incapacità di impedire comportamenti opportunistici da parte di altri soggetti;
  4. Carenza di risorse: i benefici generati dall’innovazione sociale (che, per natura, riguardano maggiormente la società in generale piuttosto che il singolo) potrebbero non riscuotere interesse da parte dei finanziatori, che, non intravedendo un diretto ritorno sull’investimento, preferiscono investire le proprie risorse in altri campi.

I complessi problemi legati al coordinamento e alla governance degli innovatori sociali, alla misurabilità del fenomeno, all’avversione al rischio e all’assenza delle giuste risorse economiche, condizionano frequentemente la diffusione – e in molti casi l’avvio stesso – dell’innovazione sociale, spesso frammentata e di rilevanza non sempre significativa.

Come superare gli ostacoli posti alla social innovation

Per far fronte a queste criticità, Chalmers suggerisce un approccio aperto, quello dell’Open Innovation, che invita appunto le organizzazioni ad aprirsi verso l’esterno, oltre i propri confini, per innovare e cercare soluzioni insieme ad altri attori dell’ecosistema.

Con riferimento alle barriere tipiche della Social Innovation, l’adozione dell’Open Innovation come metodologia permetterebbe di:

La Social Innovation non può più, quindi, essere intesa come un campo isolato: il superamento degli ostacoli che frenano il suo sviluppo passa attraverso un approccio all’innovazione più aperto e collaborativo, disegnato e impostato per coinvolgere più attori simultaneamente, stimolando l’interazione tra settori e ambiti differenti. 

Si arriva, così, in maniera quasi naturale, alla Coalescence Innovation, un approccio all’innovazione caratterizzato da complementarità tra Social e Open Innovation: la Social Innovation come purpose dell’organizzazione e l’Open Innovation come metodologia per innovare.