Corporate Innovation

5 esempi di Platform Economy

Massimiliano Antonio Primi Pubblicato: 27 Dicembre 2022

esempi di Platform Economy

Probabilmente avrai già sentito parlare, e sentito parlare di esempi di Platform Economy, di modelli a piattaforma e, più in generale, di piattaformizzazione dell’economia. Hai capito cos’è, come funziona, cos’è un ecosistema, ma ora vuoi saziare la tua curiosità approfondendo qualche esempio concreto.

Abbiamo indovinato? In questo articolo prenderemo in esame alcuni casi di studio famosi per entrare maggiormente nel merito delle Platform Companies e comprendere il loro funzionamento.

Esempi di Platform Economy: Amazon

Alzi la mano chi non ha mai acquistato qualcosa dal gigante di Seattle. Amazon è considerata a tutti gli effetti la ‘piattaforma delle piattaforme’ e ha costruito nel tempo un ecosistema di business diversificati, rivolgendosi in modo vantaggioso sia ad aziende sia a consumatori finali.

Il principale settore di interesse dell’ecosistema creato da Jeff Bezos è certamente l’e-commerce. Amazon, infatti, è stata tra i principali propulsori della diffusione internazionale della compravendita di prodotti online e oggi ne rappresenta il più grande polo di attività. Il suo volume d’affari non lascia dubbi: 108 miliardi di dollari di fatturato solo nel primo trimestre del 2021.

Questo risultato è il frutto di una strategia Solution to Consumer che offre benefici ad un tipo di utenza particolarmente importante per Amazon: piccole e medie retail companies che si appoggiano alla solidità del suo ecosistema per migliorare la propria attività economica, dal punto di vista sia delle vendite sia della gestione logistica, sottoscrivendo un piano di partnership a tariffa fissa mensile oppure variabile per ogni articolo venduto.

Si tratta, in effetti, di uno dei pilastri del funzionamento di Amazon come un vero e proprio mercato su piattaforma. I dati del report annuale del 2018 lo confermano: in venti anni i venditori terzi attivi sono cresciuti a quota 58% rispetto all’iniziale 3% del 1999, pari ad una crescita media annua del 2,75%; e, nell’anno in questione, le vendite online spinte dalle PMI hanno rappresentato circa il 53% del fatturato aziendale per una somma di circa 123 miliardi di dollari.

Tutto ciò considerando solamente la monetizzazione diretta del proprio ecosistema economico. Infatti, non bisogna dimenticare anche la monetizzazione indiretta dei dati e delle informazioni raccolte partendo dalle interazioni generate sulla piattaforma, fonte redditizia importantissima per sviluppare nuovi prodotti e servizi o per pianificare nuove iniziative di investimento.

Ma l’universo Amazon non si limita certo al solo e-commerce. In primo luogo c’è l’editoria, settore dal quale l’azienda ha cominciato la sua avventura negli anni novanta e che, oggi, continua ad essere punto di riferimento per l’acquisto di libri e e-book nonché editore grazie al suo servizio di self-publishing. Inoltre, dal 2013 Jeff Bezos è anche proprietario del The Washington Post, allargando di fatto il campo d’azione della sua Platform Company al mondo mass-mediatico.

Tra gli altri settori di attività ricordiamo il cloud computing (AWS), la gestione dei pagamenti online (Pay), la produzione di film e serie TV (Studios) e il live video entertainment (Twitch).

Lato cliente finale un occhio di riguardo va certamente rivolto ad Amazon Prime, un servizio di fidelizzazione in abbonamento annuale che offre al consumatore la soluzione di un pacchetto di fruizione all-inclusive con offerte dedicate, spedizioni veloci, contenuti on-demand e molto altro: un vero e proprio biglietto di ingresso per uno degli ecosistemi di piattaforme più vasti al mondo.

Esempi di Platform Economy: Apple

Se non hai un iPhone, beh… non hai un iPhone”. Probabilmente molti ricorderanno questo storico slogan pubblicitario targato Apple per la promozione di uno dei suoi prodotti di punta. E in effetti, l’iPhone è davvero il pilastro dell’ecosistema creato da Steve Jobs.

Quello del colosso informatico di Cupertino è un caso particolare di piattaformizzazione, in quanto fonda il proprio ecosistema partendo dall’enorme successo dei suoi dispositivi per arrivare allo sviluppo di un mercato estremamente solido e performante, nonché perfettamente integrato.

Chi è già cliente e possessore di devices Apple lo sa già. Il punto di forza del brand è da sempre la differenziazione netta rispetto ai competitors, un fattore determinante anche per lo sviluppo del proprio business di piattaforma. Infatti, tutti i dispositivi della casa sono dotati di sistemi operativi proprietari alimentati da applicazioni realizzate da sviluppatori o aziende terze in esclusiva per l’universo iOS.

L’ecosistema dei devices è valorizzato inoltre dalla configurazione handoff che, grazie alla connessione wi-fi e al servizio iCloud, consente l’interconnessione costante e performante tra smartphone, computer e tutti gli altri smart objects affini.

Una peculiarità che caratterizza Apple è la grande fedeltà dei propri clienti nel tempo, certamente tra i fattori chiave per lo sviluppo di un’economia di piattaforma così consolidata e soprattutto proficua.

Il bilancio 2021 è chiaro: un fatturato di circa 365 miliardi di dollari, dei quali 192 per le vendite di iPhone e 64 per i servizi in abbonamento – come Apple One, il pacchetto all inclusive per gli utenti più esigenti con cloud, musica, film e serie TV e fitness. In assoluto il miglior modo per vivere da protagonista l’esperienza nell’ecosistema Apple.

Esempi di Platform Economy: Booking

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Se ami viaggiare sicuramente conoscerai Booking, una delle più grandi agenzie online di viaggi al mondo. Quello che forse non sai, però, è che si tratta di una vera e propria piattaforma di servizi per costruire la tua esperienza di viaggio personalizzata prenotando camere d’albergo, biglietti aerei, auto a noleggio e tavoli al ristorante.

Tutto questo è reso possibile dall’ecosistema di piattaforme specializzate controllate da Booking, che comprende anche siti come Priceline, RentalCars e OpenTable. 

In particolare, è interessante osservare il modello di business messo a punto da questa holding, leader mondiale del settore turistico con un fatturato nel 2021 di circa 11 miliardi di dollari: il servizio concreto che viene venduto al cliente è una soluzione, il ricavo che ne consegue è frutto delle commissioni e della monetizzazione diretta dei dati mediante la pubblicità.

Case Study numero 4: Delivery Hero

Il settore del delivery è da sempre uno dei cavalli di battaglia della Platform Economy e rappresenta un esempio perfetto dell’approccio Solution to Consumer, o S2C, su cui si basa questo modello di business.

La multinazionale tedesca Delivery Hero nasce proprio con questo intento: costruire un ecosistema internazionale di piattaforme per la consegna rapida a domicilio di pasti e piccoli ordini. L’azienda, infatti, controlla numerose piattaforme di delivery in tutto il mondo, tra le quali spicca Glovo (di origine spagnola) tra le più conosciute e utilizzate nel mercato europeo.

In particolare, Delivery Hero è considerata l’impresa-pioniera del Q-commerce, o Quick Commerce, un modello di commercio online che promette la consegna di prodotti acquistati tramite apposite applicazioni in tempi rapidissimi, solitamente nel giro di massimo 30 minuti.

È evidente che si tratta di un concetto particolarmente calzante per il food delivery e l’e-grocery, ovvero per la consegna a domicilio di pasti pronti al consumo o della spesa di prodotti alimentari.

Il successo del modello Q-commerce proposto dall’ecosistema di piattaforme gestite da Delivery Hero, all’origine anche della diffusione della Gig Economy come metodo lavorativo per i rider della compagnia, è confermato dai numeri: un volume d’affari di quasi 2 miliardi di euro nel 2021.

Case Study numero 5: Poste Italiane

esempi di Platform Economy

Per concludere la nostra analisi prendiamo in esame un esempio nostrano: Poste Italiane.

Si tratta, in effetti, di una Platform Company piuttosto particolare rispetto alle altre che abbiamo osservato nei case studies precedenti, in funzione soprattutto della sua organizzazione a cavallo tra il pubblico e privato.

Infatti, se da una parte il gruppo è costituito come società per azioni, dall’altra è in larga misura controllato da enti di carattere innegabilmente pubblico come il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Nonostante ciò, l’attività economia di Poste Italiane non è affatto limitata alla semplice gestione delle spedizioni e del servizio di corrispondenza; lo stesso AD Del Fante ha definito il modello di business dell’azienda “diversificato, resiliente e sostenibile”.

In primo luogo, da leader di settore il gruppo Poste gioca un ruolo chiave nello sviluppo dell’e-commerce in Italia, con un’offerta di soluzioni di spedizione per ogni esigenza e servizi di ottimizzazione della logistica e del sistema di consegna (Delivery Now e Delivery Business).

In seconda battuta, l’azienda opera con grande energia anche nella fornitura di prodotti e servizi finanziari – come PostePay, la ‘carta degli italiani’ con quasi 29 milioni di singole carte emesse – e nella telefonia mobile, con il marchio PosteMobile.

Tuttavia, come nella migliore tradizione della Platform Economy, i servizi offerti da una stessa piattaforma sono spesso unificati in un’unica soluzione integrata particolarmente favorevole lato utente: è il caso di Connect, un’offerta che consente la gestione dei pagamenti digitali e della propria scheda telefonica mediante la stessa applicazione, prevedendo vantaggi ed incentivi specifici.

La strategia vincente di Poste Italiane è premiata anche dai dati del bilancio 2021: fatturato di circa 11 miliardi di euro e utile netto di 1,6 miliardi, in crescita relativamente del 7% e del 30%.

Insomma, l’economia delle piattaforme è un modello di business che porta allo sviluppo di settori e mercati diversificati ed integrati in un’ottica multi-sided, che si propone l’obiettivo di creare valore economico in una soluzione tipicamente win-win: più soddisfazione per i clienti, più opportunità di crescita per le aziende terze, più ricchezza per le Platform Company.