Daily Orange Squeeze Episodio 23 – Gamification
Si mangia? Si gioca? No.
Ti ricordi quando da piccolo dicevi che i giochi ti avevano insegnato l’inglese meglio della professoressa?
Beh magari è vero e non posso sindacare ma di certo questa non è Gamification.
E allora che è? Sarebbe applicare a contesti non ludici l’esperienza del gioco. In soldoni serve a rendere più appetibile una esperienza ripetitiva e monotona.
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Ciao e bentornato su Spremute Digitali,
Di che parliamo oggi? Non so se hai mai fatto caso, quando guardi le interfacce dei giornali più contemporanei e aggiornati, che quando leggi gli articoli c’è quasi sempre una barra di progressione come a dire: bravo stai finendo la tua task. Questo è un effetto molto lato della Gamification. Che cos’è?
Si mangia? Si gioca? No.
Ti ricordi quando da piccolo dicevi che i giochi ti avevano insegnato l’inglese meglio della professoressa?
Beh magari è vero e non posso sindacare ma di certo questa non è Gamification.
E allora che è? Sarebbe applicare a contesti non ludici l’esperienza del gioco. In soldoni serve a rendere più appetibile una esperienza ripetitiva e monotona.
Introduciamo per contrasto il concetto di gioco
Questo, per quanto la nostra ormai non più tanto razionalistica società postmoderna voglia farci credere, nasce, cresce e si sviluppa nella preistoria. È un concetto vecchio come il mondo, e solo gli illuministi del tardo settecento potevano immaginarsi una preistoria o un medioevo totalmente musoni.
George Batailles nei suoi studi sulle grotte di Lascoux parla di homo-ludens, persone che in buona sostanza, per contro al caro amato homo capitalistico-centrico e all’ideologia della produttività come fine ultimo della vita, passava parte del suo tempo libero, incredibile ma vero, svagandosi, cioè si, quando non doveva sopravvivere, e come faceva? Giocando. Anche per Gadamer poi, il gioco è una fondamentale espressione portante della vita umana, in quanto attraverso la limitazione delle regole, si vanno a creare espedienti e possibilità per vincere in quelle limitazioni, creando possibilità. Andando a mettere insieme i pezzi, nel gioco non c’è solo creazione di valore (dal limite della restrizione), vanno a collimare, comunque e sempre, dinamiche sociali e espressioni di dominio gerarchiche, come quasi in ogni aspetto della vita (anche preistorica), e lo fanno perché anche il gioco è una espressione sociale che causa coinvolgimento, e a noi interessa per una ragione. Attraverso il senso di gratificazione che scaturisce dal soddisfacimento di determinate condizioni, si può spiegare la Gamification. Nel lavoro per esempio, un ambiente gamificato possiede quattro caratteristiche.
C’è la barra di progressione, i riconoscimenti, le missioni, e le meccaniche di gioco che uniscono i vari punti e i vari obiettivi in un’esperienza immersiva e possibilmente non frustrante.
Queste meccaniche vanno a costruire un sistema di engagement e partecipazione che a lungo termine aumenta la produttività grazie al Flow, ossia quando e quanto ci troviamo immersi e ci troviamo attivamente a partecipare al gioco e a dimostrarci abili, per tornare alle questioni sociologiche dette prima. E quindi c’è un doppio benefit, per l’azienda e per il dipendente, c’è più produzione e minore alienazione.
E quindi, salutandoti e ringraziandoti per esserti sorbito questo pippone, ti dico di cominciare a giocare e a far giocare, che la vita è più leggera.