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Intelligenza artificiale e rilevazione biometrica, il mondo è già sotto controllo?

Mirco Calvano Pubblicato: 26 Luglio 2021

Rilevazione biometrica

Il corpo delle persone è una miniera d’oro di dati e le aziende che lavorano nel settore della biometria stanno sviluppando nuovi modi per tenere traccia di tutto ciò che facciamo.

Ma il business della biometria è in rotta di collisione con alcune “forze” che non sono molto favorevoli riguardo alla diffusione di tale tecnologia. Sia il Garante europeo della protezione dei dati e sia il Comitato europeo per la protezione dei dati, infatti, hanno chiesto il divieto totale di utilizzare l’intelligenza artificiale per riconoscere automaticamente le persone.

Secondo gli esperti, l’AI non dovrebbe essere utilizzata negli spazi pubblici per il riconoscimento facciale, il riconoscimento, le impronte digitali, il DNA, la voce e via dicendo.

Con buona possibilità i governi e gli organi dell’Unione Europea passeranno anni a discutere delle regole sulla sorveglianza biometrica, che intanto è già diventata una delle questioni più controverse sempre.

Riconoscimento facciale e rilevazione biometrica, quale è il vero rischio?

Il riconoscimento facciale è sempre stato un discorso complicato. Ma, paradossalmente, il vero boom della biometria sta prendendo di mira altre parti del corpo umano.

In Europa, diverse aziende hanno sviluppato e implementato tecnologie che, in alcuni casi, mirano a individuare il genere, l’etnia delle persone e a riconoscere i loro stati d’animo. Tuttavia, l’uso dell’intelligenza artificiale per fare queste classificazioni può essere scientificamente ed eticamente discutibile. Tali strumenti rischiano, infatti, di invadere la privacy delle persone o di discriminarle in base a categorie che non le rispecchiano.

Aziende come Herta Security e VisionLabs,  sviluppano una tecnologia di riconoscimento facciale con diversi utilizzi: dalle forze dell’ordine fino ai settori della vendita al dettaglio. Voci critiche sottolineano, però, che molti sistemi che vengono utilizzati per identificare le persone, si basano su alcune classificazioni e categorizzazioni potenzialmente molto dannose.

BioMarketing, lo strumento di analisi del volto di Herta Security, è stato pubblicizzato come un modo, per i negozi e gli inserzionisti, di conoscere i propri clienti. Questo software può “estrarre” tutto, dall’età e il sesso di una persona al fatto che indossino o meno gli occhiali e persino monitorare le loro espressioni facciali.

La società afferma che questo sistema può aiutare le aziende a capire chi sono i loro clienti; lo strumento però può anche classificare le persone per etnia. Ai sensi del GDPR, i dati personali che rivelano “origine razziale o etnica” sono considerati sensibili e ci sono severi controlli in atto su come possono essere utilizzati. 

Stesso discorso per VisionLabs, ma sembra che queste analisi vadano molto più in profondità. Pare infatti che questo strumento possa determinare anche lo stato d’animo e tanti altri dettagli utili che potrebbero essere utilizzati dai vari venditori o aziende.

La parola agli esperti

In tutto il mondo gli esperti di intelligenza artificiale e di etica hanno messo in guardia dall’uso della biometria per identificare il genere o le emozioni delle persone

Anche i consumatori sono chiaramente insorti; dall’inizio di quest’anno, ben 175 gruppi per le libertà civili hanno firmato una lettera aperta chiedendo il divieto della sorveglianza biometrica.

In molti sostengono che l’uso di tali tecnologie sia incompatibile con la posizione dell’Europa sui diritti umani. E questa potrebbe essere solo la punta dell’iceberg dei tanti futuri utilizzi dei dati biometrici delle persone. Stiamo parlando di tecnologie ancora in via di sviluppo che non sono efficienti al 100% e hanno ancora molti problemi. Però con il progredire degli studi e degli esperimenti al riguardo si potrà andare ben oltre il “semplice” concetto di marketing.

Si parla potenzialmente di un grande business che potrebbe riguardare più settori dal FaceId dei nostri iPhone, vino ad arrivare a “macchine della verità” in pieno stile cinematografico. Insomma, per farla breve, in futuro la biometria potrebbe realmente misurare e quantificare le persone su più fronti.

Rilevazione biometrica, non solo fattori negativi

Se da un lato questa tecnologia spaventa non poco, dall’altra è innegabile che possa rendere più semplice la vita di tutti. Pensiamo ad esempio a che livelli di sicurezza informatica sarebbe possibile raggiungere utilizzando le coordinate biometriche delle persone. Ovviamente si parla di una diffusione di massa di tale tecnologia, che permetterebbe, ad esempio, di non avere più bisogno di password e codici vari.

A livello medico, magari, potrebbe aiutare i dottori nel fare diagnosi precoci o a rilevare depressione o nervosismo nei soggetti più a rischio.

Secondo gli esperti sembra che nei prossimi cinque anni l’industria delle tecnologie biometriche supererà gli 80 miliardi di dollari; un mercato in fortissima crescita che coinvolgerà moltissime aziende, governi e startup.

Chiaramente agli sviluppatori verrà chiesto uno sforzo non indifferente per rendere più affidabile questa innovazione e cercare di far superare tutte le incertezze al riguardo; un compito per nulla facile, ma che potrebbe far ben sperare su un suo utilizzo più etico e più capillare.

Intanto i governi continuano a discuterne e il fulcro del discorso è sempre lo stesso: l’utilizzo del rilevamento dati nei luoghi pubblici; tutti chiedono linee guida e regolamenti precisi su come possono e non possono essere utilizzati tali parametri, ma la strada è ancora tutta in salita. Forse se ci fosse più trasparenza da parte delle aziende e delle forze di polizia, la cosa potrebbe essere accettata più di buon grado.