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Pegasus, lo spyware israeliano che fa tremare le democrazie mondiali

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 20 Luglio 2021

Pegasus

I rapporti secondo cui lo spyware israeliano Pegasus è stato utilizzato per monitorare attivisti, giornalisti e politici in tutto il mondo evidenziano i rischi diplomatici di un sistema sempre più iper-connesso.

La società privata NSO Group, comunque, ha negato che il suo software sia collegato alla sorveglianza di massa e che ogni utilizzo del sofwtare si stato comunque approvato dal ministero della difesa israeliano, senza secondi fini.

Fondata nel 2010 NSO afferma di sviluppare strumenti che consentono ai governi di perseguire i criminali che potrebbero eludere le autorità attraverso comunicazioni crittografate.

Ma il Washington Post, il Guardian, Le Monde e altri organi di stampa hanno riportato un elenco di numeri di telefono che si ritiene siano stati identificati come “persone di interesse”.

Il portavoce dell’azienda ha dichiarato che l’elenco dei numeri di telefono “non era collegato” a NSO, ma piuttosto ad altre società e software open source.

Pegasus, le risposte di NSO alle accuse della stampa

È bene sapere che il software di NSO consente l’infiltrazione e il tracciamento dei telefoni, con microfono e telecamera utilizzati per monitorare l’utente.

Questo, nonostante che gli esperti israeliani abbiano avvertito che le crescenti vendite di sistemi di sorveglianza avanzati potrebbero causare più danni che benefici.

Comunque al momento sono in molti ad accusare Israele di essere un incubatore di tecnologia oppressiva. Dal canto suo il governo si limita a smentire, anche se tutte le prove non volgono in loro favore.

Per diversi esperti questo è semplicemente un “modello di business”, aiutato dal benestare di Israele; solo che questi nuovi sistemi di sorveglianza potrebbero non essere propriamente legali.

Stiamo parlando comunque di un mercato in crescita perché le democrazie liberali nel mondo sono, purtroppo, meno delle dittature.

NSO, comunque, continua a difendersi dicendo di non aver violato i diritti umani e quelli della privacy dei suoi clienti. Tuttavia l’elenco di numeri trapelato di potenziali obiettivi di hacking ha avuto una grande risonanza mondiale e ha sollevato molti dubbi al riguardo.

Da quello che dice l’azienda i suoi software sono usati solamente per prevenire crimini e indagare sul terrorismo; però si è rifiutata categoricamente di fornire alla stampa la lista dei governi che hanno comprato i suoi prodotti.

La situazione è tesa e la stampa ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora che, nei prossimi mesi, potrebbe portarci tutti a rivedere il nostro concetto di privacy.