Future Trends & Tech
Google sta iniziando a sviluppare dei piani per produrre i propri chipset interni personalizzati pensati per i futuri Chromebook. L’idea è produrre “in casa” tutti i chip interni per tutti i dispositivi della grande G che usciranno nei prossimi anni.
Alcune fonti certe all’interno dell’azienda, confermano che i ricercatori stanno testando piani per affidarsi esclusivamente alle proprie unità di elaborazione centrale personalizzate; spinti anche dal recente successo ottenuto da Apple nella produzione di propri componenti personalizzati.
Per molti questo rapporto non è qualcosa di inaspettato; la società, infatti, ha già mostrato al mondo l’esistenza del primo chip mobile proprietario, il Tensor, che dovrebbe essere rilasciato nei prossimi Pixel 6 e Pixel 6 Pro in arrivo quest’anno. L’idea è di rilasciare questi dispositivi per ottobre 2021, ma non ci sono ancora informazioni utili al riguardo.
Secondo Nikkei Asia, sembra che Google stia pianificando di passare dallo sviluppo di unità di elaborazione mobile solo a CPU a tutti gli effetti per i propri dispositivi Chromebook.
Naturalmente, questi chip dovrebbero essere molto più robusti di quelli visti all’interno di un Pixel; anche se non ci sono ancora specifiche tecniche ben definite ma solamente tante indiscrezioni che circolano in rete.
L’idea, comunque, è quella di sviluppare due linee di processori diversi, una pensata per il desktop e una per il mobile e laptop; cosa che porterebbe l’azienda a diventare un produttore davvero importante di chip pensati per soluzioni diverse.
Anche qui nessuna conferma da parte di Google che si è limitata a “seguire” con interesse l’esempio di Apple e dei nuovi chip personalizzati prodotti per i suoi dispositivi più famosi.
Probabilmente bisognerà aspettare ancora qualche settimana prima che la società diffonda qualche informazione in più; con buona possibilità queste coincideranno con il lancio dei nuovi Pixel e dei nuovi Chromebook che potrebbero arrivare già per la fine del 2021, salvo ulteriori imprevisti dovuti all’emergenza sanitaria.