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Problemi di lavoro nei magazzini, una nuova legge fa tremare Amazon

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 7 Settembre 2021

Amazon lavoro nei magazzini

Una proposta di legge della California incentrata sui problemi del lavoro nei magazzini è destinata ad andare al voto del Senato dello Stato nei prossimi giorni. Se dovesse essere approvata, potrebbe richiedere ad Amazon e ad altre società di apportare modifiche significative. Il disegno di legge, infatti, obbligherebbe gli operatori di magazzino a essere trasparenti sulle quote che i loro lavoratori dovrebbero rispettare.

La legge, infatti, prevede che un dipendente non sia tenuto a rispettare una quota che impedisce il rispetto dei pasti o dei periodi di riposo; l’uso dei servizi igienici o le leggi sulla salute e sicurezza sul lavoro.

La proposta mira anche a vietare ai datori di lavoro di punire i dipendenti che non soddisfano le quote che non consentono loro di fare pause o di rispettare le norme in materia di salute e sicurezza. Se i lavoratori non possono realisticamente raggiungere le aspettative di produttività di Amazon, la società potrebbe dover abbassare le quote nello stato.

Amazon, la nuova legge ridurrebbe davvero i problemi di lavoro nei magazzini?

Diversi lavoratori di Amazon hanno parlato di rinunciare o ridurre al minimo le pause per il bagno per garantire il rispetto delle quote. Secondo i rapporti, le aspettative dell’azienda portano molti autisti delle consegne a fare pipì in bottiglie e tazze di caffè invece di prendersi una pausa. I lavoratori del magazzino hanno condiviso lamentele simili. Amazon monitora da vicino la produttività dei lavoratori, compreso quanto tempo ogni dipendente trascorre lontano dalle proprie postazioni.

L’anno scorso è emerso che, il celebre e-commerce si aspetta che i lavoratori eseguano la scansione di 400 articoli all’ora nei centri di evasione ordini che utilizzano robot. Secondo un rapporto del Center for Investigative Reporting, il tasso di lesioni gravi subite in quei magazzini era del 50% superiore rispetto a quelli non automatizzati.

Il ricercatore della facoltà del Community and Labor Center ha dichiarato al NYT che le lesioni da sforzo ripetitivo sono un problema nei magazzini automatizzati. I lavoratori rispondono alla velocità con cui si muove una macchina; il che porta a una maggiore incidenza di movimenti ripetitivi e quindi lesioni più o meno gravi.

Amazon ha annunciato alcune misure volte a ridurre gli infortuni nei magazzini a maggio. I piani includevano chioschi di meditazione e zone in cui i lavoratori possono allungarsi, nonché suggerimenti orari “mente e corpo”. Poi, ovviamente, non se n’è fatto niente.

L’azienda ha una lunga storia di pratiche di lavoro controverse. All’inizio di quest’anno, il celebre rivenditori ha chiuso un magazzino a Chicago dove i lavoratori organizzavano scioperi e protestavano per il miglioramento delle condizioni di lavoro. La società ha smentito tutto, ma i lavoratori hanno continuato con le proteste.

Insomma che Amazon non tratti benissimo i suoi dipendenti è cosa risaputa e se questa legge diventasse realtà, si spera, potrebbero cambiare molte cose per i lavoratori di tutto il mondo,