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Snapchat, l’applicazione si aggiorna e con Scan punta alla ricerca per immagini

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 30 Agosto 2021

Scan

Gli appassionati di Snapchat sicuramente sapranno che la sua fotocamera integrata può essere utilizzata per applicare effetti di realtà aumentata al tuo viso e al mondo che ti circonda. Nel 2019, la società ha aggiornato la sua app con un’impressionante funzione basata proprio sulla fotocamera, chiamata Scan. Questa consente di puntare rapidamente il telefono verso gli oggetti per saperne di più. 

Nei prossimi giorni Snapchat sta per ricevere un altro importante aggiornamento che mette la scansione al centro di tutto.

L’applicazione integra il concetto di ricerca visiva; a partire dal 26 agosto 2021, la fotocamera di Snapchat darà a Scan un posto più importante e lo aggiornerà in modo che possa identificare una serie di cose, dai vestiti agli animali. 

Questo, essenzialmente, darà vita a un motore di ricerca visivo. Ovviamente stiamo parlando di un emulatore di Google Lens che è però non limitato solo ai soli dispositivi Android. 

Cosa cambia questo?

Essenzialmente con Scan, oltre 300 milioni di utenti giornalieri possono accedere automaticamente alla ricerca visuale e implementarla nella vita di tutto i giorni.

Cosa si può fare con Scan?

L’ultimo aggiornamento di Snapchat è in grado di rilevare e identificare tutto ciò che ci circonda. Tramite questo l’app suggerirà le varie risorse correlate e darà sempre più informazioni su ciò che inquadriamo.

La funzione più interessante, forse, è quella per lo shopping. Basterà inquadrare un capo di abbigliamento e l’applicazione farà il resto, portando l’utente a poter acquistare direttamente dal sito ufficiale o dai maggiori rivenditori. La funzione è attiva anche per le foto che abbiamo salvato in precedenza nella galleria o tra gli screenshot.

Snapchat non è la prima azienda che sta sperimentando la ricerca visiva, anche se ad onor del vero ci sta lavorando dal 2019.

Stiamo parlando dell’ennesimo brand che sta virando prepotentemente su un tipo di ricerca sempre più veloce e sempre meno “testuale”, a dimostrazione concreta che (sul web) le persone fanno sempre più affidamento su ciò che vedono (e fotografano).