Corporate Innovation
La gestione e la misurazione dell’impatto sociale di un’organizzazione e il ritorno della social innovation sono tema centrale nello sviluppo sostenibile delle imprese in Europa. Quale modello di misurazione dell’impatto sociale scegliere?
Le tematiche della Social Innovation e sull’ambiente hanno ottenuto, negli ultimi anni, un’attenzione sempre maggiore. L’era che stiamo vivendo, infatti, ci pone di fronte a sfide e problematiche mai viste in precedenza: cambiamento climatico, scarsità idrica, disuguaglianza sociale, cambiamenti demografici, pandemie.
Tutti questi fenomeni hanno naturalmente ripercussioni sull’intera popolazione mondiale, tanto che nel 2015 gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno ratificato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Sono stati quindi formulati i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), incoraggiando gli Stati Membri a perseguire un simultaneo ed equilibrato progresso in tutte e tre le dimensioni identificate come pilastri dello sviluppo sostenibile, ovvero ambiente, società ed economia.
Per le aziende di oggi, quindi, non è più possibile pensare al progresso senza tenere in considerazione l’impatto che questo genera e il contesto in cui avviene, tanto che l’innovazione all’interno delle imprese non può più avere una connotazione solo di business.
In questo modo, si è arrivati a parlare anche di Social Innovation, ovvero quell’innovazione esplicitamente volta a risolvere bisogni di tipo sociale.
A questo proposito – come riportato in Defining Social Innovation. Part One of Social Innovation Overview: A deliverable of the project: “The theoretical, empirical and policy foundations for building social innovation in Europe”(TEPSIE). European Commission – 7th Framework Programme (Caulier-Grice, J., Davies, A., Patrick, R., Norman) del 2012 – un ruolo di sempre maggior rilievo è ricoperto dalle cosiddette social enterprise (SE), ovvero quelle organizzazioni che si trovano a metà di un’ipotetica linea continua tra il tradizionale settore privato e il non-profit.
Kah e Akenroye definiscono la social enterprise come un unico meccanismo per affrontare la povertà, ispirare le donne, promuovere una crescita globale nei mercati di sussistenza e creare cambiamenti istituzionali.
Secondo il loro studio, a differenza delle imprese tradizionali, le SE utilizzano sia la logica sociale sia quella commerciale per affrontare questioni sociali, economiche e ambientali, dando la priorità alla Social Innovation e ai benefici per la società invece che al profitto e all’interesse del singolo.
Le SE – e, in generale, un po’ tutte le aziende che avviano progetti di Social Innovation – hanno un fine senza dubbio nobile, ma non per questo sono esenti da limiti e criticità.
Uno tra questi è sicuramente la difficoltà di gestire e misurare l’impatto sociale (Social Impact, SI) generato con le proprie attività, identificando gli strumenti e le metriche più adatti a questo scopo.
La questione è tanto complessa quanto importante, perché, come per qualunque obiettivo di business, un’appropriata misurazione del valore generato permetterebbe alle imprese di migliorare le proprie performance sulla base degli obiettivi posti, di costruire una propria identità e soprattutto di poter comunicare i propri risultati a tutti gli stakeholder che gravitano attorno all’organizzazione stessa.
Negli ultimi anni sono stati proposti numerosi modelli di misurazione dell’impatto sociale (oggi, se ne possono contare un centinaio), alcuni di questi riferibili non solo alle Social Enterprise, ma anche ad altre tipologie di organizzazione (pubblica o privata, for-profit o no-profit).
Tra i modelli più noti troviamo sicuramente:
È ormai tempo che tutte le organizzazioni inizino a familiarizzare con modelli del genere, affinché, nel momento in cui si trovano a dover decidere che strategia adottare e che direzione intraprendere, non trascurino più il proprio impatto sociale, ambientale ed economico.