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La Cina dichiara illegali tutte le transazioni con le criptovalute

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 27 Settembre 2021

Cina criptovalute

Dopo aver mandato via dal suo territorio, negli scorsi mesi, tutte le mining farm; la Cina sembra voler continuare su questa strada, e ha dichiarato illegali tutte le transazioni con le criptovalute.

È stata la Banca Centrale cinese a comunicare questa decisione, preoccupata dai Bitcoin e dagli asset digitali che potrebbero danneggiare la sicurezza nazionale.

Bitcoin ha già perso quasi il 5%; tuttavia è comunque, presto per capire se gli effetti di questa decisione del governo cinese sulla criptomoneta più diffusa nel mondo saranno di breve o di lungo periodo. Nelle settimane scorse, essa era tornata sopra i 50 mila dollari; e vi è anche chi ipotizza che possa raggiungere il record dei 100 mila entro la fine dell’anno.

Perché la Cina è contro le criptovalute?

Il nuovo atteggiamento di Pechino verso il settore delle criptovalute può essere spiegato in diversi modi. Innanzitutto, anche in Cina si inizia a fare attenzione alle tematiche ambientali; minare Bitcoin potrebbe essere ancora considerata un’attività molto inquinante, sebbene, in ambito internazionale, il dibattito ancora aperto.

Il regime cinese, poi, probabilmente non tollera, anche dal punto di vista economico e finanziario, l’ampia autonomia di cui, generalmente, godono i bitcoiner e i miner.

Nel Paese, inoltre, è in corso un imponente giro di vite, o “crackdown”, in ambito tecnologico. Di recente, ad esempio, erano state intraprese misure per limitare ai più giovani l’uso di social network e videogiochi, a dimostrazione di quanto il governo centrale stia prendendo di mira i colossi della tecnologia.

Riguardo alle criptovalute, è chiaro che il governo cinese è preoccupato dal giro di affari che ruotano intorno ad esse e dal sempre maggiore interesse che stanno suscitando a livello internazionale.