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L’intelligenza Artificiale, un valido alleato nella lotta contro l’Alzheimer

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 8 Settembre 2021

Intelligenza Artificiale Alzheimer

Uno dei modi più importanti in cui l’intelligenza artificiale si sta rivelando fondamentale è diagnosticare le malattie molto più velocemente di quanto possano fare i semplici esseri umani. Per questo gli scienziati sono molto orgogliosi del nuovo sistema per rilevare potenziali indicatori dell’Alzheimer con una precisione vicina al 100%.

Attraverso un’analisi delle immagini di scansione cerebrale fMRI prese da 138 persone, il nuovo algoritmo ha raggiunto un tasso di precisione di oltre il 99%. Ha funzionato meglio in termini di accuratezza, sensibilità e specificità rispetto ai metodi esistenti.

Il metodo è in grado di individuare segni di decadimento cognitivo lieve o MCI, che è il passaggio tra il declino cognitivo e l’Alzheimer. Spesso, l’MCI non presenta alcun sintomo fisico che possa essere individuato. Tuttavia, è anche importante notare che questo non sempre significa necessariamente Alzheimer, ma è un importante indicatore potenziale della malattia in futuro.

Alzheimer e intelligenza artificiale, come funzionano gli esperimenti?

Sebbene sia possibile l’analisi manuale delle scansioni MRI per i segni di MCI, gli esseri umani non sono neanche lontanamente veloci o affidabili come le tecniche di deep learning; queste, infatti, apprendono da vasti database di dati e applicano tale conoscenza in maniera velocissima ed efficiente.

La moderna elaborazione del segnale consente di delegare l’elaborazione delle immagini alla macchina, che può completarla in modo abbastanza veloce e accurato; naturalmente, un professionista medico non può fare affidamento solo su un algoritmo.

Una volta che il software ha evidenziato casi potenziali, gli specialisti possono esaminarli e confermarli. 

Una diagnosi precoce significa un trattamento precoce, anche se non esiste ancora un modo per fermare completamente l’Alzheimer.

Il modello di intelligenza artificiale delineato in questo nuovo studio si basa sulla rete neurale ResNet18 esistente. Il sistema modificato è stato in grado di suddividere le scansioni cerebrali in sei categorie, dalle manifestazioni sane a quelle complete della malattia di Alzheimer.

In questo momento vengono utilizzati vari metodi per rilevare la malattia, tra cui il monitoraggio oculare, l’analisi vocale e persino l’installazione di sensori nelle case delle persone; ma i metodi di intelligenza artificiale come quello delineato in questo nuovo studio promettono di essere più rapidi e semplici.

La malattia di Alzheimer è la causa più frequente di demenza al mondo, contribuendo a circa il 70% dei casi totali. Attualmente si pensa che circa 24 milioni di persone siano colpite a livello globale e, con l’invecchiamento delle società, si prevede che tale cifra aumenterà notevolmente.

Per questo è importante agire subito anche con l’uso dell’intelligenza artificiale che ancora una volta si dimostra un grandissimo alleato della medicina.