Marketing & Communication
La Germania propone di allungare fino a sette anni il periodo in cui i produttori di smartphone devono fornire aggiornamenti software riguardanti la sicurezza dei firmware dei loro dispositivi e a distribuire pezzi di ricambio per ogni modello. Ciò per allungare la vita dei telefoni, ridurre i livelli di rifiuti elettronici e contrastare il fenomeno dell’obsolescenza programmata.
La Commissione Europea, già da tempo, vuole innalzare quelle soglie a cinque anni, cioè almeno due di più di quanto i produttori, in genere, garantiscono. Il Parlamento europeo, a novembre, aveva approvato una risoluzione contro l’invecchiamento scientificamente programmato dei dispositivi.
Da marzo è invece in vigore il regolamento UE 2021/341; che impone ai produttori di mettere a disposizione pezzi di ricambio per almeno 7-10 anni dopo l’immissione sul mercato europeo dell’ultimo modello. Queste disposizioni, però, si applicano a diversi tipi di merce, ma non agli smartphone e ai computer.
La Germania, invece, vorrebbe innalzare il limite a sette anni anche per questo segmento in modo da rendere il ciclo vitale di un telefono simile a quello di un elettrodomestico. Quindi, pezzi di ricambio e aggiornamenti di sicurezza disponibili per sette anni; inoltre i ricambi dovranno avere prezzi accessibili, con consegne rapide, per non disincentivare la riparabilità dei telefoni.
Molte volte, infatti, quando si rompe uno di questi dispositivi in una parte sostituibile, il costo e i tempi di riparazione, non particolarmente rapidi, possono scoraggiare le persone; spingendole ad acquistarne uno nuovo quando quello danneggiato è comunque funzionante nelle sue componenti essenziali.
È però necessario, come sarà presto normato da un provvedimento europeo e condiviso dal governo federale tedesco; che i telefonini siano sostenibili “by design”, ossia che siano progettati per essere facilmente riparabili. Inoltre, dovranno avere, come molti altri tipi di elettrodomestici, un’etichetta energetica e un’altra che ne specifichi chiaramente il livello di riparabilità. In questo modo già al momento dell’acquisto, si potrà capire a cosa si andrà incontro in caso di danneggiamento.
L’obiettivo, sulla scia del regolamento 341, è quello di allungare il ciclo di vita di questi dispositivi e di ridurre le emissioni.
Chiaramente i produttori non sono d’accordo; preferirebbero che si rimanga sulla posizione di tre anni per gli aggiornamenti di sicurezza e un paio per quelli relativi alle nuove funzionalità. Vorrebbero, inoltre, mantenere a disposizione solo i ricambi considerati essenziali, come display e batterie, e non dover tenere sul mercato sensori per le fotocamere o speaker.