Corporate Innovation

Facebook ha rimosso oltre 190 milioni di contenuti inattendibili

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 20 Agosto 2021

Facebook contenuti inattendibili

Nel nuovo Report sull’Applicazione degli Standard della comunità pubblicato da Facebook, appaiono molte indicazioni sulle regole da seguire sulla piattaforma. Nel secondo trimestre del 2021, cioè per i mesi da aprile a giugno, l’azienda si è concentrata molto sulla rimozione di alcuni post considerati inappropriati per il benessere digitale degli utenti.

Nello specifico il celebre social si è occupato di gestire la violenza verbale e tutti quei contenuti ritenuti sensibili in questo particolare momento storico.

Di questi fanno ovviamente parte tutti i contenuti a tema Covid-19. Fa sapere l’azienda:  “A livello globale, abbiamo rimosso più di 20 milioni di contenuti da Facebook e Instagram che violavano le nostre policy sulla disinformazione legata al coronavirus. Inoltre, eliminati più di 3mila account, pagine e gruppi che hanno ripetutamente violato le regole contro la diffusione di fake news, anche sui vaccini”.

A conti fatti, sembra che Facebook abbia eliminato più 190 milioni di contenuti relativi alla pandemia che gli utenti (e gli algoritmi del social) hanno valutato come falsi, parzialmente falsi, manipolati o senza un contesto attendibile. Insomma, sono stati eliminate (quasi) tutte le bufale e i complotti sul Covid e sui vaccini.

L’intervento di Facebook contro i contenuti inattendibili

Quando vengono postati dei contenuti considerati non attendibili o non del tutto attendibili, da qualche tempo appare al suo fianco una specie di etichetta che avvisa gli utenti. Ovviamente non tutto può essere rilevato dagli algoritmi del social e dal team di controllo; ma Facebook è a lavoro per cercare di affinare sempre più la ricerca di bufale e informazioni sbagliate.

Ne va dalle salute (non solo fisica) degli utenti. Chi naviga sulle pagine del social non vuole leggere di complotti e informazioni false, perché vanno a minare la credibilità dell’informazione. Chi, invece, vuole proprio condividere bufale per screditare temi importanti come il Covid, sarà maggiormente “monitorato” affinché non violi gli standard della comunità.

Certo, tra gruppi privati e metodi di condivisione “alternativi” (come WhatsApp e Telegram, ad esempio) queste bufale continuano a circolare sul web; ma gli esperti stanno lavorando anche su questo, cercando di monitorare quanto più possibile la rete.

E così, dalle più alte cariche della Legione degli Imbecilli, le fake e la disinformazione continuano a sguazzare nel web ma, stavolta, hanno tutti gli occhi puntati. Si spera che in futuro la rete sia un posto meno complottista e più aperto al dialogo costruttivo; al momento l’unico suggerimento per gli utenti è quello di usare buon senso e spirito critico.