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Concerti virtuali, anche la musica sta virando verso il digitale?

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 21 Settembre 2021

Concerti virtuali

Man mano che la vita quotidiana si sposta sempre più negli spazi digitali, le aziende sfruttano l’entusiasmo dei consumatori per introdurli al metaverso.

L’8 settembre, una folla di fan ha fatto capriole sul palco virtuale mentre i PENTAKILL si esibivano dal vivo. Durante il concerto i partecipanti all’evento potevano essere visti ballare e dimenarsi dagli schermi che circondano il palco.

Ma mentre l’headbanging degli spettatori era reale, l’evento a cui stavano partecipando era del tutto virtuale. Ii PENTAKILL, infatti, sono una band composta da personaggi dell’universo di League of Legends;  il cantante, ad esempio, è uno spirito non morto chiamato Karthus, e il chitarrista, il guerriero negromante Mordekaiser

Insomma, appare evidente che gli addetti ai lavori si stanno concentrando sempre di più sul binomio intrattenimento-videogames; proprio per questo i concerti sono forse il terreno più fertile per questi esperimenti, oltre che un modo per connettere artisti e spettatori in maniera completamente digitale.

C’è una lunga tradizione di band virtuali. Ad esempio gli Archies che hanno pubblicato sei album tra il 1968 e il 1971; più di recente, i Gorillaz animati da cartoni animati hanno tenuto spettacoli sold-out al Madison Square Garden e alla O2 Arena di Londra. 

Ma mentre alcune di queste band si sono esibite nello spazio fisico in passato utilizzando proiezioni o schermi enormi, l’ascesa del metaverso e delle sue tecnologie corrispondenti ha reso possibile alle aziende di portare i fan nei mondi virtuali nativi dei loro artisti.

I concerti virtuali sono la naturale evoluzione del settore?

Per gli esperti i concerti virtuali sono Ila naturale evoluzione nell’idea dei musicisti di ricreare le esibizioni dal vivo utilizzando la tecnologia; una logica evoluzione di innovazioni come video musicali e album visivi. Inoltre l’uso della tecnologia della realtà virtuale e aumentata consente agli artisti di svincolare le immagini dei loro spettacoli dai limiti della sicurezza o della fisica. Insomma, nel mondo virtuale non c’è bisogno di distanziamento, security e quant’altro e questo potrebbe essere davvero una rivoluzione del settore.

I concerti virtuali più famosi finora si sono svolti a Fortnite. L’anno scorso, oltre 12 milioni di giocatori hanno partecipato a un concerto virtuale di Travis Scott nella piattaforma di gioco-metaverse; altri milioni che hanno partecipato al “Rift Tour” virtuale di Ariana Grande. Questi concerti hanno sfruttato il motore fisico di Fortnite per introdurre elementi fantastici che, ovviamente, non sarebbero possibili nella vita reale.

Oltretutto questi eventi aprono a tutta una serie di possibilità economiche che potrebbero foraggiare il mondo dell’arte e dell’intrattenimento videoludico.

Ad onor del vero, però, eventi come i concerti di PENTAKILL e Travis Scott, che sono finanziati e creati da sviluppatori di giochi aziendali; non sono destinati a essere considerati attività redditizie. Piuttosto, sono spese di marketing destinate a suscitare interesse nei giochi in cui sono radicate con tutti i relativi guadagni nella piattaforma.

Concerti virtuali: pro e contro

Tuttavia, i concerti virtuali possono essere potenzialmente trasformati in una fonte di guadagno sfruttando molti degli stessi flussi di entrate di cui godono gli eventi fisici tradizionali. La società di eventi virtuali Stageverse, ad esempio, vorrebbe utilizzare fotocamere 3D per catturare eventi della vita reale e dare vita a mondi virtuali immersivi; proprio come è accaduto al concerto dei Muse del 2019 a Madrid.

Come i concerti tradizionali, questi spazi virtuali possono quindi essere utilizzati per vendere biglietti e merchandising; ma la spesa principale alla base di questi eventi virtuali è costruirli, non metterli su, come nel caso dei concerti tradizionali. 

Questo, ovviamente, oltre al considerevole risparmio economico, porta anche a tutta una serie di ulteriori incentivi che potrebbero essere molto interessanti per gli spettatori. Anzitutto non ci si dovrebbe più spostare fisicamente per arrivare a un concerto, magari, lontano migliaia di chilometri da casa.

Poi potrebbe essere un’alternativa a buon mercato per gli utenti, visti i prezzi stratosferici di alcuni concerti. Inoltre si parla di eventi completamente replicabili e che, potenzialmente, potrebbero essere trasmessi ogni giorno per decine e decine di volte.

Poi nell’ambito videoludico, chiaramente, questi offrono oltre al divertimento anche una serie di funzionalità esclusive e oggetti dedicati; così come già accade per Fortnite.

Certo si perde il brivido e la connessione del trovarsi fisicamente nello stesso posto con migliaia di persone sudate e accaldate; di questi tempi sembra una prospettiva spaventosa, eppure quel senso di comunità degli eventi live è parte integrante del concerto stesso.

La musica non è solo spettacolo, ma è anche un’esperienza profondamente sociale, cosa che non può essere replicata in un mondo virtuale; non ancora per il momento.

Proprio per questo non tutti vedono di buon occhio la cosa, soprattutto gli artisti e i fan della vecchia scuola.

Conclusioni

Comunque i concerti virtuali sono una pratica in crescita su quasi tutte le piattaforme del proto-metaverso; anche gli ABBA in occasione della reunion lanceranno un’esperienza di concerto virtuale il prossimo anno. 

Insomma per molti gli eventi virtuali sono qui per restare; a patto però che non diventino la norma, gettando nel dimenticatoio il buon vecchio ammassarsi sotto al palco insieme a migliaia di sconosciuti.