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Buchi neri e tempeste titaniche, quali segreti nasconde l’universo?

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 23 Giugno 2021

Buchi Neri universo

Un buco nero supermassiccio che si trova a 13,1 miliardi di anni luce dalla Terra è diventato il primo esempio conosciuto di una tempesta titanica con venti che viaggiano a 1,1 milioni di miglia all’ora.

I ricercatori che utilizzano l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile hanno scoperto i venti guidati dal buco nero 800 milioni di anni dopo il Big Bang.

Questa tempesta è un segno rivelatore; e spiega che questi enormi buchi neri hanno un “effetto profondo” sulla crescita delle galassie stesse dell’universo primordiale.

Stando agli studi e alle osservazioni gli astronomi ritengono che galassie e buchi neri siano cresciuti e si siano evoluti insieme attraverso una sorta di interazione fisica. Un vento galattico può fornire questo tipo di interazione.

Un buco nero supermassiccio “ingoia” una grande quantità di materia. Quando questa inizia a muoversi ad alta velocità a causa della gravità del buco nero, emette un’energia intensa, che può spingere la materia circostante verso l’esterno. È così che si crea il vento galattico.

La domanda è quando sono nati i venti galattici nell’Universo? Ed è una domanda importante perché è correlata a un importante problema in astronomia che riguarda l’evoluzione delle galassie e dei buchi neri.

Buchi neri, galassie e tempesti titaniche come si evolve l’universo?

Quello a cui vogliono arrivare gli scienziati è una spiegazione più attendibile possibile di come l’universo si sia evoluto negli ultimi milioni di anni. 

Per fare questo si cerca di studiare il rapporto tra le galassie e i buchi neri supermassicci; stando alle prime teorie tra i due elementi dovrebbe esserci un rapporto di coevoluzione, nel senso che partendo dai dati attuali si potrebbe risalire a un’immagine più accurata dell’universo in un dato momento.

Essendo galassie e buchi neri legati da questo rapporto coevolutivo, le loro trasformazioni dovrebbero essere più o meno regolate da un rapporto diretto che potrebbe aiutare gli scienziati a trovare le risposte che cercano.

Chiaramente stiamo parlando di simulazioni al computer e osservazioni fatte e milioni di chilometri di distanza; poi si parla di una materia quasi ancora completamente sconosciuta; è per questo che gli scienziati stanno cercando in tutti i modi di venirne a capo.

L’obiettivo è capire se la coevoluzione primordiale vista in questa prospettiva possa essere un’immagine accurata dell’universo in quel dato momento. Così facendo si potrebbe capire anche il comportamento dei buchi neri in futuro e, magari, cercare di teorizzare il loro funzionamento e le loro dinamiche.