Future Trends & Tech
Come primo episodio della rubrica, c’è bisogno di partire dall’immediato. Cos’è che interessa al consumatore finale? Perché un utente, qualsivoglia esso sia, dovrebbe scegliere la Blockchain piuttosto che un sistema bancario tradizionale che, in linea teorica, non dico sia più semplice, perché magari all’atto pratico non lo è, ma quantomeno ci è abituato a tutta una vita?
Ecco la domanda è questa.
Questi in linea teorica sono più sicuri, non necessitano di intermediari e richiedono meno commissioni; senza contare che sono drasticamente più veloci.
Ad oggi, nel sistema bancario tradizionale, a trilioni e trilioni di dollari che circolano nei circuiti, vengono applicate tariffe costose per un servizio di pagamento molto lento. Se abiti in America e vuoi mandare dei soldi a Londra o in Europa, devi pagare 25 dollari di commissione fissa e il 7% sul totale.
La Blockchain toglie l’uso dell’intermediario terzo per le transizioni globali, riducendo i tempi drasticamente e con commissioni minime. Questo in termini di innovazione per una banca sarebbe manna dal cielo.
Ora, non è una questione di servizio decentralizzato, perché non è facile che una banca rinunci alla sovranità monetaria, ma del fatto di costituire un CBDC (Central Bank Digital Coin).
Sarebbe totalmente innovativo per le banche implementare un sistema digitale per tagliare i costi in quello che è un mercato che si sta aprendo e le sta surclassando. Senza contare che alcuni sistemi di cripto stanno cominciando a far comparire i primi servizi di digital payment Business to Business.
Le opzioni sono 2: una sconfitta su tutta la linea o l’adattamento, anche perché anche il digital payment via startup ha già mietuto vittime.
Questa pressione da sola riuscirebbe a far cambiare l’apparato bancario? Bastasse solo questo non avremmo una rubrica così vasta: alla prossima puntata.
