Corporate Innovation
Era il 2013 quando ho ascoltato Perry Timms per la prima volta a Manchester al Convegno Nazionale del CIPD – Chartered Institute of Personnel and Development. Lui per primo mi ha fatta appassionare al tema della trasformazione digitale, portandomi ad interrogare sui cambiamenti nella professione HR.
A distanza di anni, mi trovo ad aver seguito dei progetti con lui e ho un suo breve contributo nel mio libro “Galateo LinkedIn. Educazione civica, identità digitale e mondo del lavoro”. Recentemente sono stata a Londra e ho partecipato ad un suo corso di formazione erogato per gli studenti del master in risorse umane di ELIS (HR Academy).
Partendo dalla prima, e mai banale, domanda “What it is that you love most about HR?”, con Perry ci siamo focalizzati sul cambiamento che la professione Risorse Umane sta vivendo e su come creare strategie vincenti per supportare nuovi modelli di business agili.
Agili in quanto, per sopravvivere ai frequenti cambiamenti, è necessario avere processi snelli: la performance di un business migliora grazie alla velocità con cui viene riorganizzata la struttura dell’azienda.
In questo scenario la ristrutturazione riguarda soprattutto l’ambiente di lavoro e come rendere le cose più semplici al dipendente per fare un lavoro proficuo. Il ruolo HR diventa, quindi, trasversale e di ispirazione per i processi aziendali, grazie alla possibilità di pensare e applicare dei principi per rendere un’azienda adattiva ai cambiamenti e possedere un modello per integrare in modo efficace la trasformazione digitale.
Sono stati diversi gli stimoli che Perry ci ha fornito; tra i tanti: quanto è al passo con i tempi definire la professione HR/Risorse Umane? Non rimanda a concetti obsoleti, sorpassati e troppo legati a organigrammi che oggi hanno sempre meno senso?
Rimando all’articolo di una delle studentesse di HR Academy, Arianna Biricotti, per avere una visione più completa della formazione e degli imput ricevuti da Perry Timms. Io ho pensato di intervistarlo per Spremute Digitali. Ma per prima cosa lo presento.
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La mission professionale di Perry Timms è quella di progettare un futuro del lavoro migliore per tutti e così condurre una vita più appagante (il suo mantra è “Better business for a Better world”). Lavora energicamente per realizzare la sua visione e quindi rendere il posto di lavoro un ambiente democratico e aggiornato soprattutto per i dipendenti, curando la loro formazione e il loro sviluppo.
È fondatore della società PTHR, dove si occupa di sviluppo organizzativo, di coaching, dell’utilizzo dei social media e dell’innovazione nelle risorse umane e nel lavoro. Da più di 25 anni si interessa di persone, tecnologia, cambiamenti e trasformazioni organizzative.
È autore del libro “Transformational HR: How Human Resources Can Create Value and Impact Business Strategy”, che su Amazon è tra i 30 libri HR più venduti.
Timms è, inoltre, speaker e consulente internazionale; ha partner in tutto il Regno Unito, negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, Sud Africa, Kuwait, Irlanda, Polonia, Romania, Svezia e Danimarca.
Come membro del CIPD è consigliere sull’uso dei media digitali e dei social network nel settore delle risorse umane. Collabora con la Sheffield Hallam University, è consulente associato presso la Work Foundation e fa parte della facoltà di Ashridge Executive Education (Hult International Business School).
Valentina Marini e Perry Timms
A. La professione delle risorse umane è molto simile al personaggio di Raksha ne “Il libro della giungla” (chiamata anche Mamma Lupa – “Raksha” significa “protezione” in lingua hindi); una lupa, madre adottiva di Mowgli e compagna di Babbo Lupo.
Lei, donna leader del branco che sostiene Akela (il lupo capobranco del Popolo libero di Seeonee, di cui fa parte anche Mowgli). Akela è il protettore: guida, sviluppa e incoraggia. Lei segue i cuccioli di lupo per renderli indipendenti e, allo stesso tempo, uniti collettivamente al branco. Le risorse umane dovrebbero essere molto simili: sicurezza e liberazione; struttura e fluidità; fedeltà e individualità.
A. “People and Culture” sono i termini al momento più utilizzati; ma non credo ci sia niente di male a racchiudere entrambi nella sola parola “People”. Ad esempio: Chief People Officer, People Development, People Policies fanno diventare l’HR una professione incentrata sulle Persone.
A. Enorme e in diversi modi. Attraverso strumenti e metodi di lavoro digitali possiamo automatizzare, accelerare e semplificare una serie di cose.
Molti lo percepiscono come un mezzo per ridurre il costo del numero delle persone; altri ne vedono un modo per creare più opportunità e consentire alle persone di fare lavori più fantasiosi, a valore aggiunto per clienti, partner e collaboratori.
In sintesi vedo l’imponente digitalizzazione delle risorse umane e dei processi, come l’automazione dei lavori, un’opportunità per migliorare l’esperienza di lavoro che tutti noi possiamo avere.
A. I temi del libro rientrano in 3 categorie:
A. Ho compreso come le nuove leve HR non siano solo in grado di traghettare la professione nel futuro, ma è come se avessero, forse, anche un enorme desiderio di farlo più rapidamente dei professionisti che già si occupano di risorse umane.
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A. Non c’è cosa più importante, per il bene delle aziende e del business, di prendersi cura delle proprie persone. Un’azienda non dovrebbe essere semplicemente interessata al profitto, ma dovrebbe curare anche l’ambiente di lavoro con lo stesso interesse per renderlo migliore e consentire al dipendente di lavorare con entusiasmo.
Troppo spesso le persone ritornano a casa esauste e ciò non è produttivo né per il singolo dipendente né per l’azienda stessa. Un’impresa che si preoccupa per i suoi consumatori, partner e, più in generale del pianeta, deve avere la propria gente come “ricetta” per il successo aziendale.
Per questo motivo è fondamentale andare verso un progresso della funzione HR, che può consentire questo miglioramento. Le risorse umane sono nella posizione ideale per farlo attraverso il design organizzativo, la cultura e i valori, i processi di selezione/formazione e sviluppo, il performance management, ecc.
Non riesco a pensare a nessuna professione che possa avere un tale impatto, neanche digitale. Potrebbe essere la professione del futuro.
Puoi trovare Perry online su www.pthr.co.uk o su Twitter (@perrytimms) e sul suo blog Medium.com/@PerryTimms
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