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TikTok arriva in carcere. Come fanno i detenuti ad usare il celebre social network?

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 21 Aprile 2021

TikTok è stato per molto tempo popolarissimo tra i più giovani (anche tra i “diversamente” giovani, in effetti) che hanno letteralmente intasato il web con i loro video spesso assurdi. Adesso, però, che questo social sta passando di moda, c’è qualcun altro pronto a “impossessarsene”: i detenuti.

Proprio grazie a loro, infatti, da qualche tempo sono diventati molto famosi gli hashtag #prisontiktok e #prisonlife dove viene mostrata la vita dei reclusi di tutto il mondo, con video sulla loro giornata in cella o tour dei penitenziari che mettono in mostra lo stato di abbandono in cui versano le strutture di detenzione.

E così TikTok è diventato una sorta di confessionale dove le persone in carcere mettono a nudo le loro vite, raccontando le loro storie, le difficoltà della vita in un penitenziario e tutto ciò che avviene all’interno di queste strutture che, spesso, è tutt’altro che piacevole.

La “moda” è iniziata negli States dove, nonostante le pene molto severe per i detenuti che vengono scoperti con un cellulare, in molti hanno voluto comunque correre il rischio per comunicare con le loro famiglie o realizzare questi documentari amatoriali sulla vita dietro le sbarre. Il trend è arrivato anche in Italia, chiaramente, e solo lo scorso anno la Polizia Penitenziaria di Avellino è dovuta intervenire per bloccare la diffusione di alcuni video girati dentro le celle. Chiaramente il “danno” era fatto e il video è stato visto da milioni e milioni di utenti in giro per il mondo.

Ovviamente l’uso di telefoni o smartphone non è concesso ai detenuti, eppure molti si sono ingegnati e sono riusciti a far entrare di nascosto questi dispositivi occultati nei posti più disparati dal cibo fino alle buste di tabacco e via dicendo.

Comunque da ottobre dello scorso anno introdurre illegalmente un telefono dentro un carcere è diventato un reato con pene che prevedono da 1 a 4 anni di reclusione valide sia per i detenuti che entrano in possesso dei dispositivi che per le persone che cercano di eludere i controlli.

Queste restrizioni sono dovute al fatto che non tutti i video caricati su TikTok sono dei “semplici” confessionali, in molti casi infatti questo materiale viene usato per lanciare messaggi in codice con l’esterno. In molti casi poi la criminalità organizzata utilizza questi mezzi per comunicare con i loro affiliati all’esterno e continuare a gestire in tranquillità le proprie attività criminali.

In molti casi, poi, pubblicare questi video è un modo per sbeffeggiare le istituzioni e mostrare al mondo la propria abilità nell’eludere le regole ferree del carcere.

Al momento la palla è passata alle autorità che si stanno organizzando per tenere d’occhio i social e bloccare sul nascere la diffusione di questi video. È in corso un’attività di screening minuziosa che ha il compito di spiare tutti gli account ritenuti sospetti e pizzicare sul fatto i furbetti con un cellulare.

Nonostante i diversi appelli fatti, per il momento, non ci sono repliche da TikTok che non sembra interessato all’uso che fanno i propri utenti della piattaforma.