New Ways of Working
Perché la digital transformation e lo smart working sono due facce della stessa medaglia? Perché per introdurre un cambiamento come lo Smart Working, prima occorre inquadrare la trasformazione digitale nelle organizzazioni e rielaborare i processi con il fine di valorizzare le persone e le relazioni.
Per poter fare questo bisogna seguire un percorso, mettere in pratica delle tecniche per rivedere in chiave digitale questi processi. E non solo. Si devono abilitare le persone a lavorare in maniera più performante indipendentemente dalla geografia.
Ne parlano in questa intervista Giovanni Tufani CFO e co-founder di Seedble e Lucio Valente CTO di SayDigital.
Per approfondire l’argomento smart working e digital transformation ti consigliamo di partecipare al webinar gratuito “Smart Working e digital transformation viaggiano insieme.“
Giovanni Tufani
Lucio Valente
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Lucio. Spesso anche solo mettere su carta il modo di lavorare rende evidenti moltissimi aspetti. Come si dice per il Project Management (altra faccia della stessa medaglia): con il Business Process Management non è detto che tu riesca a risolvere le tue inefficienze, ma sicuramente le renderai evidenti.
Pertanto diventa spesso evidente che il problema che credevi di avere è in realtà solo una conseguenza e la causa principale risiede da un’altra parte. Inoltre sin da subito, ottieni un beneficio ulteriore, ed è la trasparenza.
Quando poi si fa uno step in più e si passa a riorganizzare i processi anche in ottica digitale, integrando le attività con strumenti e tool specifici o automatizzando dove possibile, i vantaggi in termini di ottimizzazione sono evidenti ed inoltre la trasparenza a cui mi riferivo in precedenza diventa un vantaggio operativo.
Nel momento in cui hai condiviso il modo di lavorare, e di conseguenza gli obiettivi e i risultati, e metti a disposizione strumenti per farlo, non occorre applicare routine di controllo continue (o micro-management), ma si fa un step ulteriore verso la direzione di un modo di lavorare davvero scollegato dal tempo e dal luogo di lavoro e basato sulla fiducia.
Inoltre se si ha una mappatura dei propri processi, all’avvenimento di un evento non previsto, hai un arma in più per capire come adattarti alla situazione.
Ad esempio per un nostro cliente a cui in tempi pre-covid avevamo effettuato un analisi dei processi CRM e implementato Odoo, non è stato complesso riadattare il processo alla situazione attuale. Avendo le loro attività principali basate su incontri di persona che includevano firma di alcuni documenti cartacei, avevano di fatto il loro ciclo attivo bloccato. Con i processi definiti è stato semplice sostituire alcune attività, e grazie ad un app di Odoo per la firma digitale, si è potuto rendere il processo completamente “remote”.
Vi è poi un ultimo aspetto su cui credo di essere controcorrente. Si dice spesso che i tool e gli strumenti debbano essere scelti o costruiti in base al processo e non viceversa. Io credo però che bisogna essere pragmatici.
Ogni azienda ha decine di processi, di cui solo pochissimi sono core o che comunque creano un reale vantaggio competitivo. Ho visto spessissimo imprenditori spendere soldi e risorse nell’implementazione di processi custom senza nessun valore oggettivo.
Quando poi si arriva ai processi core e importanti spesso è finito il budget e si fanno pastrocchi. Per questo cerchiamo di evitare il più possibile customizzazioni (che paradossalmente sarebbero per noi business) spingendo il cliente ad utilizzare le app standard per i processi meno importanti e concentrando poi le risorse in quello che realmente crea vantaggio competitivo.
Giovanni. Quando questa emergenza sarà finita, o quantomeno quando ci saremo abituati a questa nuova normalità, confido nel fatto che molte aziende abbiano capito che non devono mai stare ferme e stazionare nella propria zona di comfort.
Questa pandemia deve far riflettere management e imprenditori sul fatto che non è possibile riuscire a controllare tutti i rischi ai quali un’azienda è esposta. L’imprenditore e il management devono affrontare le tempeste a viso aperto senza aver paura di non farcela, non devono aver paura di osare, di cambiare, di evolversi e di innovare continuamente.
Lucio. Impareranno che è possibile controllare i propri dipendenti anche a distanza grazie alle video-call 🙂
A parte gli scherzi, in questo momento viviamo tutti in una sorta di bolla temporale. Tutti iniziano ad essere coscienti che le cose non torneranno alla normalità e molti hanno iniziato ad organizzarsi.
Il problema è che come al solito molti hanno identificato la situazione come un problema e si stanno adoperando per risolverlo, senza però mettere realmente in discussione il modo di lavorare e rendersi realmente resilienti.
Quello che io mi aspetto non appena si percepirà una sorta di normalità lavorativa e la bolla temporale scoppierà, è che molti cambieranno azienda e ci sarà un elevato turnover globalizzato.
La situazione attuale genera già molto stress di per sé, se poi un’azienda aggiunge stress basato su operatività della sfiducia e sovraccarico lavorativo, sarà evidente che per molti quella non sarà l’azienda giusta in cui rimanere. Quindi le aziende forse impareranno poco, ma le persone impareranno come scegliere l’azienda giusta in cui lavorare.
💡 Per approfondire segui il webinar sullo smart working e la digital transformation “Smart Working e digital transformation viaggiano insieme” con Andrea Solimene, Giovanni Tufani e Lucio Valente.
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