New Ways of Working

La Smart Alliance di ELIS

Valerio Lalli Pubblicato: 14 Novembre 2022

Nel mondo del lavoro, facciamo spesso riferimento alle New Ways of Working come Nuovi Modi di Lavorare, ma ne facciamo soltanto una questione di processi o di avanguardie tecnologiche. Dimentichiamo però un punto fondamentale dei contesti organizzativi: le persone e le relazioni. 

Lo ricordiamo tutti: da marzo del 2020 la pandemia dovuta al repentino diffondersi del coronavirus, ha improvvisamente e per sempre cambiato il mondo, così come per forza di cose, gli aspetti delle nostre vite personali e professionali. 

Il momento alla macchinetta del caffè, il pranzo a mensa insieme, la chiacchierata con il collega, sono diventati immediatamente un lontano ricordo costringendo le organizzazioni ad una remotizzazione forzata delle attività, lasciando spazio soltanto allo schermo del computer e alle tante riunioni che permettevano di incontrarci solo in una dimensione virtuale. 

Questo modus operandi ha quindi impoverito senza precedenti la dimensione relazionale, aspetto fondamentale per noi in quanto esseri sociali. 

Ora che la situazione sembra essere sotto controllo, in che modo le aziende possono ripartire, in che modo possono coinvolgere le persone a tornare in ufficio e in che modo a proposito di Nuovi Modi di Lavorare, possono ridare un nuovo senso a quello che è il mondo del Lavoro?

Smart Alliance di ELIS risponde esattamente a queste domande e per raccontare questa iniziativa, ho scelto di coinvolgere Luca Mattii, che sta partecipando in prima persona a questo progetto e che ringrazio per aver accettato di raccontarlo insieme a me su Spremute Digitali. 

Intervista a Luca Mattii, Alliances Manager presso Cisco

Luca Mattii, Alliances Manager presso Cisco
  1. Ciao Luca, ci racconti in un tweet chi sei e cosa fai?

Lavoro in Cisco e mi occupo di proporre ai nostri partner e clienti le innovazioni tecnologiche su architetture Hybrid-Cloud, ovvero delle soluzioni di infrastruttura alla base della digitalizzazione dei processi e delle nostre aziende. Sono inoltre responsabile di gestire in Italia le partnership tecnologiche con diverse aziende che hanno con Cisco una relazione a livello Corporate per collaborare sul nostro mercato e offrire, grazie all’apertura della nostra offerta, soluzioni sempre più complete. 

  1. Stai partecipando da un anno come Pioniere all’iniziativa di ELIS Smart Alliance. Con un racconto di pancia, ci spieghi di cosa si tratta?

Smart Alliance è prima di tutto un’esperienza di vita e lavoro molto ricca di aspetti umani e formativi, con l’occasione ringrazio la mia azienda che mi ha concesso l’opportunità di partecipare a questa iniziativa, in cui assieme ad altri professionisti di differenti aziende, professionalità ed esperienza ci siamo messi in gioco per attraversare il noto e viaggiare verso un nuovo modo di lavorare.

Trovo molto arricchente far parte di una comunità di questo tipo in cui si alternano attività formative guidate da professionisti e partner di ELIS, lo sviluppo di progetti sociali in uno spazio in cui portare avanti il proprio lavoro con efficienza.

Mi piace ricordare, fra le tante cose fatte in quest’anno, il progetto sociale per il grande valore umano e la pratica della mindfulness.

Nel primo, grazie al coinvolgimento dei “Pionieri”, abbiamo contribuito a dare un nuovo volto al Doposcuola ELIS (ora ELIS YoungLab) che ricalca la mission dell’ELIS e le lettere del suo acronimo, ovvero di formare persone al lavoro attraverso l’Educazione, il Lavoro stesso e lo Sport e i cui tutor e volontari si prendono cura dei ragazzi (alcuni messi alla prova in seguito ad un provvedimento giudiziario) una volta usciti da scuola, supportandoli nello studio, insegnando loro i valori dello sport e guidandoli nella scoperta della loro vocazione professionale.

La seconda esperienza, la mindfulness, è stata per me una novità che difficilmente avrei felicemente sperimentato senza Smart Alliance. 

Questa esperienza, iniziata durante la pandemia un periodo in cui le relazioni di lavoro erano limitate dal monitor ai contatti strettamente necessari, ci ha permesso di condividere un’esperienza professionale “in presenza” e apprezzare la relazione con nuove persone e la condivisione di obiettivi comuni. 

  1. In che modo questa terza via sta cambiando il tuo modo di lavorare e come ha influito dal punto di vista di innovazione, benessere, creatività e relazione?

Le Palestre Relazionali sono state senza dubbio lo strumento per creare nuove “relazioni” ed amicizie in un periodo difficile per tutti noi indipendentemente dall’azienda e dal job title; non sono dei posti tradizionali coworking dove si prenota semplicemente la scrivania e se va bene si scambia una parola con chi si incontra.

Un ruolo importante è quello del “Community Manager” il facilitatore delle relazioni e garante della continuità delle attività sviluppate durante gli interventi formativi. Infine, ma non per importanza, la palestra è stato il posto dove molti di noi hanno sperimentato con successo lo “smart working” inteso come lavoro intelligente. 

Smart Alliance di ELIS

Alla base di questo progetto c’è una ricerca scientifica condotta dall’Università Statale di Milano guidata dal Prof. Luca Solari.

Questa ricerca, che terminerà la fase sperimentale a Novembre, si basa su indicatori specifici (Benessere, Produttività, Creatività e Impatto Sociale) che sono condivisi con le aziende partecipanti.

In questi mesi ho visto concretamente dei risultati interessanti sui miei colleghi pionieri: miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa e tempo risparmiato per lavorare in un “ufficio” a Km0, un miglior modo di lavorare grazie a un ambiente confortevole e di conseguenza più produttivo. Infine, ma non per importanza, grazie all’assenza di gerarchie sono venute meno tutte quelle barriere che si costruiscono in azienda. 

La “relazione” aperta creata in palestra ha favorito i confronti tra i professionisti su temi di business; personalmente ho trovato assai piacevole confrontarmi con molti colleghi e stimolante essere immerso nell’ecosistema ELIS.

Concludo condividendo che sono fiero di aver partecipato a questa iniziativa insieme a tanti altri professionisti, anch’essi Pionieri ed esploratori, perché con questa esperienza ho contribuito a migliorare la “vision” di quello che sarà il nuovo modo di lavorare.

  1. Dopo un anno di partecipazione, quali best practice trasferiresti all’interno della tua azienda se dovessi immaginare uno scale-up?

Nella partecipazione a Smart Alliance ho potuto toccare con mano differenti culture aziendali in un ambiente neutro.

Considerato che nella mia azienda lo smart working è un modello organizzativo presente da moltissimi anni, penso che il “co-working aumentato” con aziende partner o dell’ecosistema possa essere una esperienza da ripetere e diffondere così come facilitare la “contaminazione” tra di esse, per condividere iniziative siano esse formative o sociali.

Questi passi richiedono un importante evoluzione nell’organizzazione per passare, in poche parole, da “pagare” le competenze ed i risultati dei lavoratori piuttosto che il loro tempo. 

Penso che le nostre aziende possano trovare un vantaggio nell’aprirsi ad altre grazie a progetti condivisi che richiedono una partecipazione attiva dei partecipanti generando così una comunità che condivide obiettivi, si arricchisce dei contributi dei partecipanti e si creano nuove relazioni.