Marketing & Communication

La nostra salute sarà presto in mano a med-influencer?

Mirco Calvano Pubblicato: 22 Giugno 2021

Med-Influencer

Nel mare sterminato di figure più o meno probabili che popolano il web troviamo anche quella dei med-influencer.

Chi sono queste persone?

Si tratta di medici, il più delle volte si parla di chirurghi estetici, dentisti o nutrizionisti, che utilizzano i social per promuovere la loro attività professionale. Così facendo da una parte si fa divulgazione scientifica e dall’altra, si cede un pochino alle tentazioni della rete e alle vanità che comportano. 

Di base queste persone sono dei professionisti in ambito medico nei loro settori e, allo stesso tempo, promuovono la loro attività sui social, interagendo con i clienti e utilizzando un linguaggio informale e più diretto. Un lavoro del genere, se ben fatto, porterà ai benefici in termini economici e di visibilità dei “veri” influencer; con in più quel pizzico di divulgazione scientifica che, per chi è interessato a certi rami della medicina, può essere utile.

Informazione di qualità e valore o solo personal branding?

Il confine tra qualità dell’informazione e mero personal branding è labile e spesso parecchio confuso. Chiaramente i med-influencer essendo principalmente dei medici dovrebbero in qualche modo essere una voce autorevole nel proprio settore di appartenenza. Dovrebbero aver fatto il Giuramento di Ippocrate e, quindi, dovrebbero avere l’obbligo di mettere la salute del paziente prima di tutto il resto.

Dall’altra parte però queste persone sono iscrivibili nella categoria degli influencer e quindi potrebbero essere additati di superficialità o di trattare un determinato argomento al solo scopo di farsi pubblicità e monetizzare. Del resto non penserete mica che tutti gli influencer  credono nei prodotti che sponsorizzano, no?

Per questo il confine tra qualità e vanità è labile, perché in qualche modo queste persone stanno sponsorizzando dei servizi che offrono essi stessi; si potrebbe parlare di conflitto di interessi ma forse non è questa la sede adatta e probabilmente si andrebbe troppo oltre.

Med-influencer in tempo di pandemia

C’è anche un ulteriore dettaglio da tenere in considerazione: quello dell’overdose di informazioni. 

L’esempio calzante l’abbiamo vissuto e lo viviamo tutt’ora quando si parla dell’emergenza sanitaria in corso. Durante questi 18 mesi le tv sono state invase da schiere di virologi professionisti che in molti casi hanno solo esasperato una situazione già critica.

Ricordiamoci de “il virus è clinicamente morto”; “il Covid è poco più di una banale influenza” e via dicendo. Tutte frasi che portate sui (social) media hanno una risonanza diversa di quando vengono scritte su una rivista scientifica che viene letta dagli esperti di settore.

In concreto, dire una frase ad effetto su Facebook e dire la stessa frase su “Science” ha un valore diverso; molto probabilmente, nel secondo caso sarebbe seguita da una pernacchia e dall’allontanamento da qualsiasi strumento scientifico.

Qui torna in gioco il discorso della vanità: Facebook, Twitter, Instagram e la TV sono seguite da miliardi di persone. Le riviste di settore esclusivamente dagli appartenenti a quel settore. Dunque appare evidente che in questo caso specifico, seppur senza fini di lucro trattandosi di virologi e infettivologi, la vanità abbia spesso avuto la meglio sulla ragione.

Poi ovviamente non si può generalizzare, certo, ma abbiamo assistito tutti alle comparsate televisive degli ultimi mesi e non c’è da stupirsi se a un certo punto le persone iniziano ad avere dei dubbi.

Come i med-influencer possono migliorare la salute delle persone

Partendo dal presupposto che potenzialmente queste persone possano realmente migliorare la salute delle persone; un med-influencer dovrebbe essere in grado di dare informazioni utili per il suo ambito di competenza.

In molti casi l’utilizzo dei social avvicina enormemente le persone a quello che sembra delle volte un’entità irraggiungibile: il medico. Parlare il linguaggio delle persone comuni, suggerire loro soluzioni e terapie per eventuali problemi di salute è un modo per avvicinare le persone alla professione.

Un parere autorevole conta molto più delle classiche ricerche fai da te su Google, anche se fosse un modo per far acquistare i propri servizi; comunque potrebbe trattarsi di terapie utili per risolvere una data patologia, un problema estetico e quant’altro.

Poi in questi casi vige sempre il buonsenso: se da una parte tendiamo a non fidarci delle ricerche sul web che per un banale raffreddore parlano già di morte; dall’altra è opportuno parlare con il proprio medico di base prima di fare qualsiasi cosa. È opportuno anche consultare più specialisti a seconda del tipo di problema da risolvere, ma generalmente in questi casi basta un pizzico di sale in zucca senza credere alle favole raccontate nelle storie di Instagram.

Quindi tornando alla domanda di cui sopra: i med-influencer possono migliorare la salute delle persone? 

La risposta non può che essere sì a patto che si parli di persone preparate, affidabili e che, cosa da non trascurare, abbiano una laurea in materia.

Come appena detto vige il buonsenso e allo stesso modo in cui ci rivolgiamo a uno specialista per sottoporgli i nostri problemi di salute, così bisogna scegliere la persona più qualificata e più preparata, a prescindere dal numero di followers.

Health influencer italiani: conosciamone alcuni

In una complessa equazione che mette nello stesso schema Chiara Ferragni e il Dr. Roberto Burioni, la categoria dei med-influencer ha preso piede anche nel nostro paese.

Tra i nomi più noti troviamo:

A fronte dell’attuale emergenza sanitaria e della costante presenza di alcuni virologi sulle principali reti televisive del nostro paese è opportuno estendere il discorso anche a loro.

Come già detto non si occupano di vendere i loro servizi e tantomeno di sponsorizzare prodotti e affini; è innegabile comunque che per molti lo stare in tv sia diventato un momento di autocelebrazione non indifferente. Questo chiaramente senza mettere in discussione le loro competenze in materia.