Corporate Innovation
Torna un nuovo appuntamento insieme a Gaia Corazza, un dialogo in cui portiamo all’attenzione il come ridisegnare l’uomo ed il lavoro in questo cambiamento di paradigma, abbattendo la finta normalità e facendo coabitare velocità e lentezza.
Cara Gaia, l’altro giorno ho letto un pezzo di un articolo che mi ha davvero colpita molto, “Tornate, sbrigatevi. Ma per andare dove?” (Internazionale, 21 Settembre 2020).
Condivido un estratto su cui vorrei la tua opinione: “Non potete tornare a una vita normale, perché quella che in passato chiamavate “vita normale” non può esistere durante un cambiamento di paradigma, perché anche se le cose sembrano sempre le stesse, non lo sono più. Anche le parole che paiono pronunciate nello stesso modo hanno cambiato senso. Il problema è che nessuno sa quale sarà il nuovo significato. Lo deciderà un algoritmo? Sarà annunciato su Instagram? O sarà oggetto di un decreto? Tornerete con le vostre valigie piene di parole e cose, per poi rendervi conto che non avete le definizioni giuste.
No. La verità è che non vale la pena affrettarsi. Tanto non si può tornare indietro.”
Gaia Corazza, Managing Director of Generativa srl SB – Executive Individual-Team Coach and Mentor (MCC) – Leadership Developer
A. Serve allenare sempre più le soft skills che ora stanno diventando davvero hard. I cambiamenti organizzativi senza un’adeguata preparazione culturale, un vero e proprio “mindset change“, non funzionano.
Oggi serve diventare sempre più capaci di gestire le proprie emozioni e di saper leggere quelle degli altri, cioè sviluppare quella che chiamiamo “Intelligenza emotiva“. Occorre diventare sempre più inclusivi, creativi per trovare soluzioni a problemi complessi, collaborativi per mettere insieme risorse differenti e sostituire la logica sottrattiva con una logica additiva. Occorre potenziare tutto l’umanesimo ancora inespresso che c’è in noi.
La tecnica senza l’umano diventa pericolosa, la logica senza cuore una rovina. Credo che sia arrivato il tempo di parlare anche di intelligenza spirituale: un approccio etico e responsabile nei confronti della vita che può catalizzare importanti trasformazioni.
A. Cara Valentina, ecco che entra in gioco un’altra soft skill quella che gli anglossassoni chiamano self management che in realtà include molteplici abilità. Innanzitutto per attraversare la complessità che porta con sé il bisogno indotto di essere sempre connessi, occorre consapevolezza e occorre cura. Dobbiamo acquisire consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre vulnerabilità che ci rendono umani e averne cura.
Ecco due parole chiave per questo tempo incerto, limite e cura; fino a quando non daremo pieno diritto di cittadinanza a queste due parole e ai significati profondi che sottendono rischieremo di venire sopraffatti dalla complessità, di subirla invece di cavalcarla e trarne beneficio.
A. Occorre far riscoprire alle persone il valore del confronto, del mettere in comune, della condivisione, della cooperazione: pensieri, emozioni, paure, sogni, desideri; solo ciò che accogliamo si trasforma, ciò che respingiamo resiste.
Soprattutto occorre equilibrio e inclusione anche delle opinioni diverse dalle nostre. È solo nel confronto che una Community può offrire, in questo magico campo di condivisione, che riesco a scoprire che l’altro non è un nemico, ma è umano come noi con le medesime forze e fragilità.
Un grande pericolo che vedo oggi è la polarizzazione delle posizioni che non prevede toni di grigio ed inclusività. Come ci ricorda Voltaire:
Non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo.
Questo non è un passaggio semplice perché passa attraverso la condivisione, l’ascolto, l’accoglienza della paura, la cura, in sostanza passa attraverso la consapevolezza profonda che siamo tutti umani e quindi “tutti sulla stessa barca”.
Chiudo con una sintesi di un altro mio articolo pubblicato su LinkedIn che ha acceso la rete. Un pezzo in cui sostengo come mettere al centro le persone, oggi più che mai, passi dal far comprendere ai capi, che sono responsabili di persone, e che serve il loro lato Human, perso tra i budget che saranno sempre una priorità e quel difficile confine tra vita personale e professionale, messo in discussione anche per loro, che spesso vediamo in quei dolci sfondi delle camere dei figli.
Responsabili di persone, l’ho provocatoriamente scritto più volte. Tu qui, ai vari commenti emersi, hai riposto con un grande pensiero in linea con i temi di oggi:
Credo che debba prendere sempre più forma una Leadership a bassa incidenza di Ego che coniughi Intelligenza Razionale, Emotiva e Spirituale, abbiamo disperato bisogno di Leader autentici che includano gli altri e che siano animati da Etica e senso di Responsabilità verso se stessi, il team e verso il mondo intero.
Abbiamo disperato bisogno di Leader umani e di connessione, una grande sfida per tutti noi da attraversare con umiltà e coraggio.