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Quando le opportunità sono in casa: rinnoviamo il Turismo!

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Il Made in Italy è un marchio riconosciuto a livello mondiale. All’estero i prodotti italiani hanno nel tempo guadagnato una notevole fama tale da costituire una categoria a sè in ciascuna delle merceologie interessate. Nel 2009 è stata emanata una legge per tutelare il Made in Italy: il decreto legge nº 135 del 25 settembre contiene l’art. 16 dal titolo Made in Italy e prodotti interamente italiani
Dalla moda all’edilizia, dai prodotti industriali al food & beverage, dalla tecnologia al turismo: il marchio italiano ha un particolare fascino. Il solo settore agroalimentare fa registrare nel 2012 un volume produttivo di circa 1,3 milioni di tonnellate che, tradotti in fatturato, sono circa 12 miliardi di euro. Il settore della moda cresce con un tasso pari al 7% e sono sempre più i prodotti italiani registrati nelle categorie merceologiche UE. Il brand Ferrari è tra i più conosciuti al mondo. Eccetera eccetera… si potrebbe continuare ancora per molto!

Il Made in Italy attrae un flusso di viaggiatori verso la nostra penisola pari a 46 milioni di persone (l’Italia è il quinto Paese più visitato al mondo), i quali non si limitano solo a visitare i monumenti, ma cercano di cogliere al meglio l’essenza dell’ italian style: vivere secondo le regole italiane. Dal cibo all’abbigliamento. Sempre più persone si innamorano dell’Italia, ma sempre più italiani si disinnamorano. Cosa significa? Siamo un popolo che non riesce ad apprezzare la propria terra di origine? Il discorso ovviamente è molto più articolato ma ha origine da un quesito che forse nessuno è mai riuscito a rispondere: da anni si fa un gran parlare della famigerata “fuga di cervelli”, ma cosa fa effettivamente l’Italia per impedirla?
Anche in questo caso si potrebbero aprire scenari insormontabili legati alla politica, alla burocrazia, alla pubblica amministrazione locale e nazionale e a tante altre cose che non fanno funzionare l’Italia. Fare impresa in Italia non è proprio semplicissimo, ma c’è qualcosa che l’intero mondo ci invidia: le nostre bellezze architettoniche e culturali oltre che i nostri prodotti alimentari tipici. In una parola? Turismo!
Il turismo è la principale risorsa a disposizione della nostra Penisola che può contare su storia e tradizione che pochi Paesi nel mondo possono essere paragonabili. Il turismo offre grandi opportunità di crescita (nel 2012 rappresentava circa il 10% del PIL), peccato che i modelli e le logiche che governano il settore sono ormai obsolete. Osserviamo numerosi alberghi con ancora moquette e sedie in legno che propongono un servizio praticamente uguale a quello di venti anni fa. Ma non è solo una questione di arredamento e architettura. Il massimo dell’innovazione è rappresentato dal wi-fi in camera. Sembra come se la connessione ad internet fosse ancora un lusso. L’esempio riportato è l’emblema di un settore che non è riuscito a rinnovarsi nonostante il potenziale – e che potenziale – della nostra Penisola. Cosa fare?

Sicuramente la complessità del settore del turismo non consente di trovare una soluzione rapida ed efficace capace di rinnovare le logiche degli operatori. Il processo di “ringiovanimento” dell’intero settore richiede numerosi sforzi e tempi lunghi, tuttavia potrebbe essere intelligente – quanto meno – iniziare un percorso evolutivo mirato. L’imperativo è ovviamente puntare sulle nuove tecnologie e sfruttare i social media. Ho evidenziato tre aspetti su cui far leva: formazione su competenze specifiche, focalizzazione su obiettivi di lungo termine, revisione dei modelli gestionali e commerciali. Il presupposto alla base di questo intervento è che l’impresa che opera nel settore del turismo, sia essa un ristorante, un’agenzia, un hotel, deve seguire un’impostazione aziendale. Non esiste improvvisazione!
Formazione su competenze specifiche. Non si può pensare che un ristoratore (possessore di un ristorante) non si consideri un imprenditore e non si comporti come tale. Deve avere le conoscenze base contabili, gestionali e commerciali per poter sviluppare il proprio business. Avere un quadro d’insieme del proprio ristorante significa analizzare e interpretare l’andamento della propria attività in ogni singola area. Diventano quindi importanti le competenze in materia di strategia aziendale, marketing, gestione risorse umane, finanza, ecc … Tuttavia, credo sia indispensabile comprendere le opportunità offerte dai social media: posizionarsi su un mercato globale in maniera così rapida e semplice è qualcosa che dieci anni fa non accadeva. Ora è possibile. Perfetto. Allora cosa aspettare? Questo non significa aprire certamente una pagina Facebook e farla morire lì postando qualche foto simpatica. C’è molto altro!
Focalizzazione su obiettivi di lungo termine. L’operatore turistico per definizione ha un margine di visione strategica molto ristretto, non certo per una sua incapacità, ma – purtroppo – per via della stagionalità del settore. Esistono mesi di attività intensa e altri più stabili. Nonostante ciò credo sia necessario avere una visione strategica di lungo periodo. Provate a porvi queste domande: come mi immagino tra 5 anni? quale sarà l’evoluzione del mio albergo? il target di clienti sarà sempre lo stesso? perchè non pensare a creare un franchising con il mio marchio? Ovviamente non pretendo che ci siano le risposte a queste e altre domande, però una cosa è certa: avere una mappa che tracci l’evoluzione della propria attività è uno strumento utile per poter raggiungere obiettivi ambiziosi. Sognare non fa male, quindi non ponetevi dei limiti nel definire gli step da percorrere.
Revisione dei modelli gestionali e commerciali. Rientriamo nel gruppo di persone che ancora si lamentano per l’introduzione di internet e delle mille applicazioni che stanno cambiando il settore del turismo? Cosa aspettiamo ad agire piuttosto che piangere? Il modello gestionale e commerciale di un’attività turistica è ancora legato a vecchi schemi in cui “carta e penna” sono i principali strumenti di lavoro. Esistono numerose piattaforme per la gestione delle risorse umane e altrettante applicazioni che agevolano la comunicazione all’interno dell’organizzazione. Respingerle non ha senso. L’attività commerciale non si basa più sul volantinaggio e sulla pagina vetrina del sito web. Bisogna trovare nuove tecniche di marketing, sfruttare i social network e soprattutto stupire il mercato. Come? Perchè non promuovere la propria agenzia di viaggi su Instagram?
Il tono provocatorio dell’articolo testimonia quanto ancora si può fare per rilanciare l’Italia e porre fine al tanto invincibile fenomeno della fuga dei cervelli. In futuro analizzerò in dettaglio le varie dinamiche che caratterizzano il turismo … e soprattutto attenti all’agricoltura: può offrire reali opportunità di business, sfruttando il web!

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