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Quando la folla anzichè distruggere, crea – parola di Laura Volpi

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La folla spaventa. Nasconde diverse insidie se messa in moto nel modo sbagliato. Crea invece innumerevoli opportunità se sfruttata nel modo giusto. Ovvio. Il concetto di folla è entrato da poco anche nel gergo economico. In realtà prende spunto dall’informatica e dalla logica open source, che si fonda sulla possibilità di condividere e integrare contenuti accessibili a una community – principalmente di “smanettoni” – per accelerare lo sviluppo di un determinato software (vedi Linux). In altre parole, lo sviluppo è delegato a persone che, unite da principi, spirito e obiettivi comuni, apporta valore nel processo di evoluzione di un determinato software. Tutti sono liberi di metterci mano. Il potere è nelle mani di una community. Concetto molto simile quello del crowdfundingmetodologia lanciata in Nord America con l’obiettivo di risolvere i problemi di natura finanziaria di molte attività imprenditoriali, soprattutto quelle in fase di startup. Laura Volpi, curiosa networker, abitante digitale e attenta ai trend del web, ma soprattutto appassionata dalla realtà del crowdfunding ci racconta della forza della folla e delle opportunità che possono nascere.

L’Italia sta cercando di “reiventarsi”. Nuove regole bottom-up stanno cambiando il modo di organizzare il lavoro e – di conseguenza – la propria vita. Parliamo di crowdfunding. Cos’è?

Il crowdfunding(dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) è un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Il crowdfunding si può riferire a processi di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie o al sostegno all’arte e ai beni culturali, fino all’imprenditoria innovativa. Il web è il pianeta che alloggia le piattaforme che permettono l’incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti in un progetto di crowdfunding.

Di recente la Consob ha regolamentato il crowdfunding restringendolo alle sole startup innovative. Un’opportunità persa per rilanciare l’imprenditoria italiana?

Per fare si che il crowdfunding si sviluppi in Italia più che limitarlo, la Consob dovrebbe aiutarlo a crescere e delineare delle regole che invitino e non respingano il suo utilizzo. Basta pensare che le migliori idee che hanno cambiato le nostre vite sono state fatte talvolta casualmente o per errore.. Nelle piattaforme piu famose io noto che le idee proposte sono semplici ma risolvono problemi che ci portano ad avere una vita più facile. lPerchè imitare questo campo? Forse spaventa gli Istituti bancari?!?

Diverse sono le declinazioni del “crowdsourcing” (da funding a consulting). Tutto è nelle mani della folla?

In realtà – indirettamente – è vero che è nelle mani della “folla” ma è la stessa folla che si autodefinisce e da lì si autoregola. La rete, soprattutto quella che si genera per via del crowdfunding, non ti permette di sbagliare due volte in quanto ciò che fai rimane tracciabile. Oggi il pianeta digitale permette a tutti coloro che hanno una pc e una connessione, oltre a un pò di conoscenza, di capire con chi si parla e quali sono le storie delle persone che ti richiedono aiuti finanziari attraverso il crowdfunding. 
Seguo costantemente blog relativi al Crowdfunding e a tutto ciò che ruota attorno al mondo IT ed innovazione, nella fattispecie sono iscritta ad Innovahub, piattaforma che consiglio, in quanto mi ha permesso di vagliare la fattibilità di realizzazione di diversi progetti, nonchè di confrontarmi con professionisti di settore e mentor.



Assistiamo quindi a un modello dove si ragiona come community e di conseguenza c’è maggiore sensibilità verso alcuni aspetti chiave quali la socializzazione, la collaborazione, ecc. è la strada giusta?
 
Personalmente ho sempre creduto e credo fermamente nel cosiddetto “fenomeno crowd” come supporto, valore aggiunto, confronto e crescita. A seguito di questa mia affermazione, mi permetto di presentarti un progetto che con Alessandro Notarbartolo, sto sviluppando e “startuppando”: Tabbid!
Tabbid nasce dal confronto di due persone che si incontrano in rete. Fin da subito ci siamo messi in discussione ed abbiam pensato a cosa realmente avrebbe potuto modificare in meglio la nostra qualità di vita. Siamo partiti dall’esperienza personale e da un bisogno specifico collegato ai piccoli lavori e al time-consuming. Spesso ci siamo chiesti come sarebbe più semplice la nostra giornata con la consapevolezza e l’opportunità di delegare quei piccoli compiti a persone nella nostra area territoriale che cercano di arrotondare il loro ricavo e sanno come fare quel lavoro (es. come dipingere o assemblare). Da lì nasce l’idea di Tabbid. La piattaforma web realizzata garantisce l’interazione tra domanda e offerta di piccoli lavori grazie alla possibilità di inserire e rispondere ad annunci. Tabbid ha avuto il suo GoLive lo scorso 10 maggio. Adesso non ci resta che continuare questo magnifico percorso. Tabbid sposa le logiche del crowdsourcing. Unisciti al nostro movimento, segui la nostra pagina ufficiale Facebook! 
Una pillola per competere in questa era digitale
 
Sappi chi sei on line e rettifica ciò che non sei. 

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