Marketing & Communication

Personal Branding: tre step per iniziare

Andrea Solimene Pubblicato: 6 Febbraio 2015

personale branding

Un giorno diventerò un supereroe. Ce lo siamo detti molte volte. Forse ce lo diciamo ancora, magari a bassa voce. Sfido chi non ha mai sognato di indossare un mantello, una semplice benda sugli occhi e conquistare il mondo. C’è chi è ancora alla ricerca della tutina giusta e del personaggio da interpretare. Ardua scelta. Come lo è anche quella di molti professionisti, anche loro supereroi, che devono individuare i canali social più idonei da utilizzare per mostrare il proprio talento e competenze.
Non c’è una risposta univoca. La strategia migliore sta nello scegliere il giusto mix sulla base degli obiettivi, delle esigenze e del tempo a disposizione. Quindi, prima di aprire account social a caso e affannarsi a scrivere qualcosa, conviene rispondere a queste tre semplici domande. Simuliamo una conversazione, il personal branding inizia da qui.

Come iniziare a fare personal branding, da dove partire?

Perché devo esser presente sul web?

Visibilità. La rete offre innumerevoli opportunità. Se prima potevo parlare con dieci persone, oggi posso parlare con dieci mila persone. Se prima potevo influenzare solo i miei amici, oggi posso influenzare tutti i miei contatti. Questo grazie ai social media (ce ne sono oltre 700..)

Ok hai ragione, ma da dove inizio?

Da due aspetti chiave: obiettivi e punti di forza. La definizione degli obiettivi ti consente di essere determinato e costante nel creare una web reputation. L’individuazione dei punti di forza permette, invece, di poter far leva sugli aspetti che maggiormente ti caratterizzano (competenze, passioni e interessi) per consolidare il proprio posizionamento sul web.
Quindi step n.1: annotare obiettivi e punti di forza. Dove? Evernote è l’applicazione più adatta in termini di produttività. Non la conosci? Vedrai che te ne innamorerai presto..

Bene.. Ma cosa racconto alla rete? Di cosa parlo?

Conviene sempre ritagliarsi una piccola nicchia di mercato e specializzarsi in un argomento per non essere tuttologi e “fuffologi”. Il consiglio è “dipingere” quello che si è, in maniera trasparente e lineare. La risultante deve esser un mix tra opportunità, trend, influencer, network.
Step n.2: realizzare un processo creativo che porta a declinare questi aspetti e allinearli con obiettivi e punti di forza. Uno strumento utilissimo è Murally. Spazio alla creatività!

Quanto tempo devo dedicare ai social?

Non c’è una risposta esatta. Posizionarsi nel web richiede il giusto tempo. E soprattutto costanza. Meglio postare (e farsi vedere) una volta ogni 2 settimane piuttosto che bombardare sui social per un giorno intero e poi scomparire. Inoltre, non puoi pensare che nel giro di qualche giorno riesci ad ottenere il consenso da parte della rete.
Il sogno (e obiettivo) di ogni community manager – o qualsiasi freelance – è raggiungere un livello di engagement elevato: impresa ardua e infinita. Meglio concentrarsi sui piccoli “successi” graduali.
Step n.3 Monitorare e analizzare la propria presenza attraverso YouScan (un tempo esisteva Klout, ma ora non più, cosa è successo a questo tool tanto utile quanto intuitivo?), una piattaforma AI per l’ascolto dei social media e il riconoscimento delle immagini che aiuta le aziende a sintonizzarsi sulle conversazioni online dei propri clienti.
Ricordati sempre di disconnettere il tuo account Gmail e inserire il tuo nome all’interno della barra di ricerca di Google! Cliccando “invio” avrai evidenza di come la rete ti percepisce.