New Ways of Working

Perché assumere persone e non competenze

Andrea Solimene Pubblicato: 6 Giugno 2016

Le aziende cambiano. I prodotti  e i servizi si evolvono. Il modo di lavorare segue nuovi approcci. È arrivata l’era dello Smart Working. Emerge la necessità di avere team in grado di adattarsi ai vari contesti. Ecco perché assumere persone, non competenze. David Cancel, CEO di Drift imprenditore e investitore, riporta alcune riflessioni interessanti frutto delle sue esperienze da manager in “Why hire people, not skills” – versione originale su Medium, articolo letto di recente e che voglio condividere con te.
Investire nei talenti è un must have presente in tutti i documenti e riunioni strategiche in cui vengono discussi gli obiettivi aziendali (e non solo!). “Se vogliamo crescere, abbiamo bisogno di talenti, dobbiamo attrarre talenti!”. Quante volte l’argomento è saltato fuori nelle riunioni a cui hai partecipato?
Non importa in quale fase si trovi la tua azienda (startup, crescita, rilancio), ciò che sarai sempre tentato di fare è assumere qualcuno in grado di colmare le competenze mancanti all’interno dello skillset della tua organizzazione. David Cancel sottolinea che, se assumi qualcuno esclusivamente per le competenze in suo possesso, è molto probabile che questi potrebbero essere presto inadatti nel momento in cui l’azienda inizia a crescere o evolversi. Ciò avviene perché le competenze per cui sono stati assunti potrebbero non essere più centrali o poco funzionali allo sviluppo aziendale. Cancel nelle sue esperienze pregresse, ha sempre creato team pensando alle persone – e non alle competenze – che gli avrebbero permesso di far crescere l’azienda, applicando una formula basata su 4 elementi chiave: cultural fit, scrappiness and drive, intelligence, experience. Li ho sintetizzati, attribuendo loro però parole italiane (altrimenti l’Accademia della Crusca si rivolta!).
Smart Working

Integrazione culturale (45%)

Far crescere un’azienda e dirigerla nell’attuale periodo storico diventa impossibile se non hai un ottimo rapporto con le persone intorno a te. Definire il giusto assetto culturale è un aspetto critico. Non importa quanto competente sia il tuo candidato, conta come può adattarsi e integrarsi al meglio nel team in modo da garantire il raggiungimento degli obiettivi e un ambiente di lavoro sereno e produttivo. Se non si integra, non può apportare nessun valore. Ma attenzione! Questo non significa uniformare il team con professionalità uguali. Devi esser in grado di creare un mix di persone con differenti prospettive e capacità di condivisione del valore. Hai bisogno di un team coeso!

Visione e determinazione (35%)

“How to do more with less” dicono gli statunitensi. Hanno addirittura inventato una parola per descrivere questo concetto: scrappiness. Trova persone (scrappy professionals) che, dinanzi a un quesito, sono in grado di dirti: “Lo capirò (e ci riuscirò)”. Instaura un rapporto fiduciario con loro e potrai dormire notti più serene. Non si tratta solo di problem solving o di ambizione – attitudini alla base di tutto – ma della capacità di essere reattivi, intraprendenti, visionari, affrontare sfide complesse con poche risorse a disposizione. Candidati determinati e con una visione chiara del business sono in grado di assumersi responsabilità e supportarti nei processi decisionali.

Intelligenza ed esperienza (rispettivamente 15% e 5%)

Intelligenza ed esperienza sono altrettanto importanti, ma una persona “scrappy” (con visione e determinazione) impara facilmente e si integra subito all’interno del team. Dunque, quando pensi a intelligenza ed esperienza, assicurati  che stai pensando a una persona “genuina e affamata” di sapere e con esperienze di vita che gli abbiano permesso di adattarsi ed evolversi facilmente nel tempo. Scoprire questi tratti in un candidato può garantirti un approccio molto più agile e meno tradizionale nello gestire i progetti. Non legarti, dunque, ai classici contesti aziendali, lavora con loro anche al di fuori del tuo ufficio, incontrali a eventi, affronta un problema dinanzi a una birra… fai in modo che si instauri una relazione professionale sincera e dinamica perché quello è il loro modo di pensare e agire, ma attento a non “oltrepassare” la sfera personale (è sempre lavoro!).

Se non conosci le persone del tuo team, come puoi fidarti di loro?

Cosa ne pensi? Il punto di vista di David Cancel è alquanto dirompente ma ti sei mai domandato come migliorare effettivamente il tuo modo di lavorare? Sono sufficienti strumenti collaborativi o policy stringenti sulle performance aziendali? Come garantisco la crescita della mia azienda? Quanto realmente investo – in termini di risorse e tempo –  in coloro che rappresentano il futuro della tua azienda?
Se vuoi veramente crescere e attrarre talenti, inizia a considerare questi elementi nel tuo processo di recruitment. E le competenze? Se assumi talenti, non avrai problemi e svilupparle!
Ho dedicato un capitolo sul tema delle persone, della cultura aziendale e dei comportamenti all’interno di The Smart Working Book, un ebook gratuito sul nuovo modo di lavorare e su come creare le organizzazioni del futuro. Spero troverai qualche suggerimento interessante da applicare alla tua azienda.
 
Smartworking, lavoro agile