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Si parla sempre di più nelle organizzazioni, e non solo, di Mindfulness, ovvero, della capacità di portare attenzione intenzionalmente alla propria esperienza presente — fatta di pensieri, emozioni e sensazioni fisiche — senza giudizio e con un atteggiamento accogliente.
Ho deciso di approfondire il tema con Valeria Degiovanni – psicologa e psicoterapeuta rogersiana (Approccio Centrato sulla Persona), già manager della multinazionale Accenture (area Talent & Organization), consulente e formatrice in ambito Benessere Organizzativo e Leadership; oggi co-founder e Partner di MindfulVision.
A. Ciao Valentina, si. Qui e ora: sono un cielo che gioca a nascondino con le nuvole.
A. È un super-potere che ti aiuta a essere più felice!
A. Mindfulness è vivere pienamente, intensamente, profondamente e intimamente la vita, senza timore, con passione e con coraggio, ogni istante, a partire da questo, qualunque colore abbia.
A. Stessa matrice orientale, focus sul qui e ora e riscoperta del corpo e del respiro come via per sviluppare consapevolezza.
La Mindfulness ha poi incontrato l’Occidente attraverso la creazione di un protocollo medico-scientifico (MBSR Mindfulness Based Stress Reduction). Sottoposto a numerose ricerche, ne è stata dimostrata la validità per la riduzione dello stress e dell’ansia, il miglioramento dello stato generale di salute psico-fisica, il potenziamento dell’intelligenza emotiva, della resilienza, della creatività e della responsabilità sociale.
A. Oltre a quanto già indicato, la Mindfulness migliora i rapporti interpersonali, la qualità del sonno, la relazione con il cibo e con la tecnologia.
A. Le organizzazioni sono fatte di persone e investire sulla loro felicità e benessere è una strategia vincente da tanti punti di vista: fa bene al singolo, ai team, all’azienda e alla comunità.
La pratica di Mindfulness aumenta la capacità di focalizzazione, riduce le distrazioni e gli errori, migliora la sicurezza, il clima interno, la qualità delle relazioni con tutti gli stakeholder, favorisce i processi di cambiamento e supporta lo sviluppo di una leadership consapevole, responsabile, innovativa e autentica.
A. Praticando la Mindfulness al lavoro coltiviamo alcune qualità fondamentali per gestire il cambiamento. Per citare le 3 più importanti:
A. Esistono percorsi di Digital Mindfulness che allenano la nostra capacità di fare un uso più consapevole della tecnologia, meno frutto di condizionamenti culturali e automatismi personali.
A. “Tenete le mani aperte, tutta la sabbia del deserto passerà nelle vostre mani. Chiudete le mani, non otterrete che qualche granello di sabbia” (Dogen).
Grazie Valeria per questi spunti. Io ho vissuto un’esperienza intensa a Lucca con te, che è stata molto importante per diversi aspetti, tra i quali prendere consapevolezza di alcuni “effetti collaterali” del mio essere “ONLIFE”.
Sto approfondendo e prendendo atto di come ogni volta che vediamo apparire una notifica sul cellulare, che sia un messaggio o una nuova e-mail, salga il livello di dopamina (conosciuta come l’ormone dell’euforia, in quanto la sua presenza è legata alla sfera del piacere e al meccanismo della ricompensa).
Questo perché pensiamo – o speriamo – che ci sia in serbo per noi qualcosa di nuovo e interessante e di come da questo derivi un problema: non possiamo sapere in anticipo se accadrà davvero qualche cosa di bello; così si ha l’impulso di controllare in continuazione (ecco perché quando si riceve un messaggio si prova una bella sensazione oppure, se da qualche ora non si accende alcuna notifica, si inizia a vedere se per caso non sia accaduto qualcosa di catastrofico).
Allo stesso modo si va in stress se si sente il suono di una notifica e passano più di tre minuti senza riuscire a vedere di cosa si tratta.
In uno scenario, quindi, che può spingerci sempre di più verso:
…io sto cercando di fare dei passi avanti e per questo consiglio a tutti di provare a fermarsi ogni tanto, magari proprio con la Mindfulness*.
*La prima occasione utile (corso intensivo di tre giorni) potrebbe essere a Luglio, guarda qui 😉