Corporate Innovation

Produzione 4.0: Metodi e nuove tecnologie per il Retail del futuro

Emanuele Epifani Pubblicato: 8 Marzo 2019

produzione tecnologie retail

Lo abbiamo detto più volte ormai: il mondo del retail sta cambiando e continuerà a farlo.
I suoi mutamenti non riguardano solo il comportamento dei consumatori, ma anche le competenze necessarie per offrire il servizio adatto ai nuovi shoppers.
Solo in Italia sono coinvolti oltre 3,2 milioni di persone.
Le recenti innovazioni come l’automazione dei processi e le nuove tecnologie al servizio dei retailer e strategie omnicanale richiedono nuove competenze tecniche.
Nonostante singoli aspetti possano migliorare la situazione temporanea di un negozio fisico, per avere successo nel retail nel lungo periodo è necessario ripensare completamente il modello operativo. Dalla A alla Z. Dalle attività primarie a quelle di supporto.
Oggi siamo arrivati all’ottava puntata della Saga Retail Innovation.
Qualche spunto l’abbiamo raccolto lungo il percorso (a proposito, qui trovi l’ultimo articolo sull’innovazione della logistica).
In questo articolo parleremo delle attività di operations, produzione. Ti mostrerò qual è il suo ruolo nella value chain, capiremo insieme perché è sempre più marginale tra le attività svolte direttamente dall’uomo e quali sono le innovazioni di questo processo e la Produzione 4.0.
Buona lettura, iniziamo!

Operations e Produzione, di che si tratta?

Secondo il modello di Michael Porter le Operations fanno parte delle attività primarie della value chain. Un processo che contribuisce direttamente alla creazione del valore.
In effetti quando facciamo riferimento alla parola Operations, facciamo riferimento a tutte quelle attività di “Produzione” come lavorazioni interne ed esterne, assemblaggio, controllo qualità, parte della logistica interna e manutenzione. Attività di trasformazione di diversi input in un output. Ma non solo.
Secondo alcune visioni, Operations sono anche l’insieme dei processi che, in un’ottica di supply chain integrata, contribuiscono a realizzare e consegnare il valore al cliente, indipendentemente dal fatto che questo sia veicolato tramite un prodotto, un servizio o, come accade sempre più di frequente, tramite un mix di prodotti e servizi.
In questo articolo faremo riferimento solo alla “Produzione” di un bene o servizio.
Per produzione intendiamo un processo di progettazione, realizzazione e miglioramento di un bene o servizio.
La produzione è un sistema per convertire gli input in output. Sono i processi necessari per trasformare le risorse impiegate da un’azienda in prodotti desiderati dai clienti.
L’attività si divide in cinque fasi.

  1. PIANIFICAZIONE: Sono i processi necessari a gestire in modo strategico una supply chain. L’azienda deve stabilire come soddisfare la domanda prevista con le risorse a disposizione.
  2. APPROVVIGIONAMENTO: Scelta dei fornitori che consegnano beni o servizi necessari per il processo produttivo.
  3. PRODUZIONE: Il luogo principale in cui viene realizzato il prodotto o viene erogato il servizio. L’azienda combina le risorse acquisite e le trasforma in prodotto o servizio finito.
  4. DISTRIBUZIONE: Sviluppo e gestione di un network distributivo, coordinare e programmare lo spostamento di beni e informazioni lungo il network distributivo, gestire sistemi informatici e di fatturazione.
  5. RESO: Processi di ricezione dei beni difettosi o in eccesso dai clienti e supporto ai clienti per problemi con merci

 


La produzione è un sistema per convertire gli input in output. Sono i processi necessari per trasformare le risorse impiegate da un’azienda in prodotti desiderati dai clienti.


 
L’attività chiave è ovviamente la trasformazione delle risorse in prodotto finale. Le risorse a disposizione possono essere beni capitali, risorse umane, materiali o informazioni.
Le organizzazioni funzionali erano volti esclusivamente a rendere la trasformazione più efficienti possibile, con un focus interno. Le nuove realtà abbracciano invece un’idea di efficacia, con focus esterno, sul cliente e la sua soddisfazione.
Per avere un’equilibrio è possibile utilizzare 5 obiettivi di performance. Si tratta di qualità, velocità, affidabilità, flessibilità e prezzo, dimensioni che hanno effetto sia verso l’interno che verso l’esterno.
La qualità ha a che fare con il grado di soddisfazione/insoddisfazione del cliente. E’ la capacità di risolvere positivamente le aspettative del cliente. Influenza positivamente l’affidabilità.
La velocità può essere definita come il tempo che intercorre tra la richiesta del cliente e la sua soddisfazione. E’ una dimensione che ha acquisito un’importanza rilevante nel contesto attuale dove la velocità è un fattore discriminante nelle scelte del consumatore (è tra i motivi principali di preferenza tra un acquisto online oppure offline). Internamente è anche importante perché riduce le scorte e i materiali in lavorazione e minimizza l’incertezza.
L’affidabilità consiste nel consegnare o rendere disponibili al cliente prodotti e servizi nei tempi e le modalità promesse.
La flessibilità è la capacità di adattare la produzione, modificare il “come”, ”quando” e ”cosa” per rispondere ai mutamenti del contesto e allinearsi con le richieste del cliente e del mercato.
Il prezzo, va da sé, indica la capacità di mantenere minimi i costi e offrire un prodotto/servizio che esprime il valore percepito dal cliente (esterno) e garantisce la sostenibilità economica nel tempo (interna).

Nuovi metodi di produzione: cambio di prospettive e nuove tecnologie

L’ottimizzazione dei processi e il monitoraggio della produzione sono attività necessarie per la crescita delle imprese.
Per raggiungere questo scopo abbiamo diverse strade da seguire.
Nuovi approcci alla produzione , nuove tecnologie di processo produttivo (orientate alla sostenibilità ambientale) e nuove tecnologie di prodotto.

Approcci alternativi alla produzione: Lean Production.

La Lean Production costituisce un insieme di principi e di metodi che consentono di portare all’eccellenza i processi operativi dell’azienda.
La Produzione snella fu concepita presso gli stabilimenti Toyota negli anni ’50, e solo nei primi anni ’90 venne studiata. In Italia è ancora poco diffusa, nonostante le sue elevate potenzialità per il miglioramento dei sistemi produttivi.
La Lean Production è costituita da cinque principi di base e da un insieme di tecniche che ne permettono l’applicazione.

  1. Definizione del Valore: individuo le attività che generano valore per il cliente e mappo il suo flusso;
  2. Taglio degli sprechi: minimizzo gli sprechi, cioè le attività senza valore aggiunto, i tempi di setup e i tempi di produzione;
  3. Creazione del flusso: creo il flusso delle attività che generano valore;
  4. Tecnica “Pull” del valore dal cliente: faccio in modo che il flusso sia “tirato dal cliente”, adeguando la capacità produttiva al ritmo della domanda e riducendo le scorte di semilavorati;
  5. Miglioramento continuo: introduco controlli in processo e sistemi a prova di errore, implemento sistemi di controllo visivo, e attivo un ciclo di miglioramento continuo.

Questo metodo non va inteso come un approccio rigido ed univoco, ma come un insieme organico di tecniche che vanno modulate ed adattate alla realtà specifica.
Nonostante l’elevatissimo potenziale, è ancora relativamente poco diffuso presso le aziende italiane. Infatti, la focalizzazione sulla riduzione delle attività che non aggiungono valore (gli sprechi) tende a mettere in discussione la tradizionale logica di produzione “per lotti e code”.

Nuove tecnologie di processo produttivo (orientate alla sostenibilità ambientale)

Nuove tecnologie di processo produttivo sono ad esempio macchine Cnc, taglio laser, stampa 3D, robotica, 3D scanner, configuratori di prodotto, ecc.
Grazie a questi nuovi strumenti la produzione riesce a soddisfare meglio le esigenze pressanti del mercato: personalizzazione e richiesta immediata.
In particolare la stampa 3D potrebbe essere la rivoluzione più impattante nei processi produttivi.
La facilità di utilizzo, di replicare qualsiasi modello o oggetto partendo da un file o da un’immagine sembrano gettare le basi per una produzione in real time (anche direttamente in negozio o a casa).
Produzione in real time o meno, l’altra importante rivoluzione è segnata dalla robotica.
Questa tecnologia permette già ora di migliorare l’efficienza in termini di tempi e quindi anche costi, elevando l’esperienza dell’utente nel momento in cui inizierà ad interagire direttamente con la macchina. Dalla produzione alla distribuzione.
Il salto di qualità avverrà necessariamente con l’attenzione rivolta ai materiali e i metodi di produzione orientati alla sostenibilità ambientale.
Un problema dei vecchi metodi è quello di produrre oggetti con materiali destinati alle discariche.
Cradle to grave. Dalla culla alla tomba.
L’obiettivo futuro è di sostituire questo metodo con una produzione Cradle to Cradle. Dalla culla alla culla.
Un sistema non troppo utopistico in cui i materiali utilizzati possono essere riutilizzati per una nuova produzione. Quindi immaginate che ciclo virtuoso potrebbe crearsi con la produzione di beni on demand e con materiali totalmente riutilizzabili.
Stampo i prodotti che voglio vendere, quando finisce il loro utilizzo raccolgo il materiale e  lo riciclo interamente per altri prodotti. Un ciclo virtuoso e vantaggioso per tutti!

Nuove tecnologie di prodotto

Le nuove tecnologie di prodotto, richiamando il discorso di sopra, sono invece nuovi modi di concepire i beni ai quali siamo abituati.
Internet of things, sensoristica innovativa, automazione applicata, nuovi materiali, ecc.. Innovazioni che ci mettono di fronte a nuovi modi di concepire un prodotto, nuove funzioni e tante possibilità per i Retailer.
Uno dei trend più grandi e di maggior impatto è proprio l’Internet of Things.
Questa parolina magica, come fosse una bacchetta di un mago, ha un potere particolare. Trasforma qualsiasi cosa con cui entra in contatto. Trasforma gli oggetti che siamo abituati a vedere in fonti di dati, estensioni del nostro corpo.
L’Internet of Things ha il potere di animare i prodotti e renderli strumenti capaci di migliorarsi da soli, adattarsi alle esigenze dei loro possessori e trasmettere i loro dati alle aziende produttrici.
La capacità di un’azienda di trarre dati dai comportamenti dei loro clienti è la chiave per crescere e stringere relazioni one-to-one con i propri clienti.

Per concludere…

La produzione 4.0 è la combinazione di nuovi approcci alla produzione, nuove tecnologie di produzione e nuove tecnologie di prodotto ovviamente orientate alla sostenibilità ambientale (cosa produciamo a fare altrimenti se non potremo più vivere sul pianeta?).
La capacità di un’azienda di saper trasformare i suoi prodotti, adattare la sua produzione alle richieste del mercato ed estrapolare ed analizzare continuamente dati da questi sistemi è direttamente proporzionale alla sua capacità di restare competitivo (e sopravvivere) nella giungla del mercato di oggi!
 
Alla prossima puntata!

Buona Innovazione,
Emanuele
 
P.s. Fammi sapere nei commenti se conosci altre innovazioni di produzione, prodotti o approcci alternativi. Se ti è piaciuto condividi l’articolo sul tuo profilo o con chi pensi possa avere bisogno.


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