New Ways of Working

Lo Smart Working Per Arnold Struik – Part 2/2

Lukas Hartog Pubblicato: 22 Aprile 2015

Continuano i nostri incontri con il mondo dello Smart Working. Questa volta abbiamo intervistato Arnold Struik, Director Marketing & Design di Ahrend.


Se ti fosse sfuggita la prima parte dell’intervista eccola qui, dal titolo Lo Smart Working per Arnold Struik


Q. Con Erik Veldhoen (fondatore dello SW in Olanda) abbiamo affrontato il discorso per cui tutti i cosiddetti “concetti innovativi per l’ufficio” mantengono sempre, come punto di partenza, la presenza di scrivanie e laptop/pc fissi. Tuttavia, non si può parlare di un concetto innovativo né di ufficio del futuro. Puoi darci la tua opinione?
A. Sono d’accordo: per diffondere il concetto di Smart Working, dobbiamo far capire l’importanza di ridurre gli spazi fisici di lavoro per dedicare quegli spazi ad altre attività, che possano favorire il networking e stimolare la creatività e di conseguenza il benessere dei dipendenti. Molti dei nostri clienti manifestano spesso la paura di creare posti di lavoro per “solo” il 70% dei loro dipendenti, senza rendersi conto che, anche con questa percentuale, vi saranno sempre degli spazi inutilizzati. Altro grande spreco sono le board room: utilizzate solo 4 volte l’anno! Perché non affittare, dunque, una sala in un grande albergo? Erik ha ragione, ma ci vorrà del tempo prima che tutti se ne rendano conto.
Il lavoro diventerà più screen based; per tale motivo, sono stati progettati gli Screen Corner (spazi dedicati ad impegni che richiedono poche ore o un basso numero di persone; per es. una call su Skype).
Q. Quale percorso seguite quando progettate un ufficio in ottica Smart Working?
A. In una situazione ideale, siamo coinvolti sin dalla fase iniziale. Questo è fondamentale al fine di comprendere le esigenze del cliente e raggiungere i livelli desiderati, apportando il massimo valore aggiunto. Bisogna comprendere quali opportunità l’ufficio nuovo può offrire: il cliente ha l’obiettivo di rafforzare la corporate identity e/o passare all’ activity based working? In base alle risposte ottenute creiamo il progetto e, solo in un secondo momento, passiamo alla scelta dell’arredamento.
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Una fase molto importante è quella dell’aftercare: assistiamo le aziende, che si devono abituare alla nuova dimensione, con protocolli e regolamenti di comportamento (per es. come prenotare i posti lavoro?) così riusciamo anche a valutare e controllare se il progetto sta funzionando adeguatamente, se gli spazi e i mobili sono utilizzati o meno (abbiamo quindi la possibilità di intervenire in quanto si tratta di un arredamento componibile!).
Q. In fase di progettazione di un ufficio è importante considerare due condizioni: la luminosità e l’acustica. Come gestite questi due elementi?
A. Poiché si tratta di due elementi che incidono notevolmente sulla qualità del lavoro, creiamo dei progetti ad hoc. All’interno del team abbiamo dei tecnici della luce e del suono che ci supportano in fase di progettazione e arredamento dell’ufficio.
Se gli spazi a disposizione ce lo consentono, cerchiamo di creare sia zone di silenzio che punti di incontro dove è possibile interagire senza disturbare chi è concentrato nel lavoro. Con la nostra azienda, creiamo anche mobili che sono in grado di assorbire il suono, favorendo la concentrazione, o che non rafforzino l’eventuale rumorosità circostante.
Q. Cosa mi dici circa l’uso dei sensori?
A. L’Internet delle Cose ci permette di rendere più smart i prodotti e con l’uso dei sensori possiamo raccogliere dati utili che ci permettono di abbattere costi significativi come quelli delle pulizie o dell’energia elettrica. Ad esempio, grazie ad essi, è possibile individuare quale spazio è stato già occupato oppure è possibile consentire, ai dipendenti, di conoscere dove si collocano altri worker (tramite tecnologie impiantate nei nostri mobili).

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Screen corner e armadio con fori per il suono.

Q. I mobili che producete possono essere considerati benefici in termini di salute per i dipendenti?
A. Certo! Inoltre, alcuni dei nostri mobili dispongono di sensori che, per esempio, ci informano nel caso in cui i worker non si siedono nel modo corretto. Le nostre sedie smart ci permettono di evitare tali situazioni: a tal punto si potrà procedere o tramite l’intervento del manager o comunicando direttamente al lavoratore un video di istruzioni che spiega la corretta seduta, al fine di non apportare disturbi alla salute della schiena.
Tra i trend dell’ufficio del futuro vi è il lavoro in piedi. Si dice che stare seduto è il “nuovo fumare”. Ecco perché abbiamo progettato la scrivania sit/stand. Abbiamo capito che dobbiamo essere molto flessibili sia nei servizi che nei prodotti.


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