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Applauso, lode, attestato di stima, pacca sulla spalla, possibilità di approvare l’impegno nell’attività di un nostro collegamento su LinkedIn: ma qual è il vero significato della parola Kudos?
Il termine inglese kudos deriva dal greco antico κῦδος (traslitt.: kŷdos), col significato originario di “gloria”, fama; un termine utilizzato dapprima nel giornalismo e che è stato poi utilizzato da Myspace e Reddit, implicando un riconoscimento pubblico positivo per le proprie azioni.
I LinkedIn Kudos sono una funzionalità, introdotta da LinkedIn nel Giugno 2018, che consente ai membri collegati di farsi complimenti tra loro, come dare pubblicamente un cinque a qualcuno per il successo raggiunto.
Quando si ricevono complimenti su LinkedIn, ci si dovrebbero aspettare più visitatori di profilo e richieste di connessione, perché i feedback ricevuti non sono visibili solo a sé stessi, ma a tutte le connessioni della persona che ha fatto i complimenti, come alla propria rete.
Un modo quindi per “regalare” visibilità al protagonista del kudos, come un modo vantaggioso per la persona che lo scrive e che così può riconoscere gli sforzi degli altri.
Come riportato nel sito di LinkedIn, per inviare un post applauso è necessario:
LinkedIn Kudos – il menù a discesa
Le opzioni del LinkedIn Kudos
Come rendere visibile il Kudos
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Opzione applauso di LinkedIn
Dopo la scelta fra le opzioni riportate, si passa alla pubblicazione del messaggio privato o del post (in base alla scelta fatta) che vede una parte di testo automatico e una parte che si può personalizzare.
LinkedIn Kudos
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I kudos, come le segnalazioni e la conferma di competenze, sono dunque strumenti utili che LinkedIn offre per esprimere pareri e feedback.
È necessario, però, riflettere sugli impatti che un feedback virtuale può trasmettere, soprattutto nei contesti aziendali.
Ad esempio, può essere importante confermare la competenza di un collega solo se veramente posseduta e coerente con la propria esperienza.
Nello specifico caso dei kudos, non mettendone in discussione il valore, soprattutto se si parla di relazioni tra liberi professionisti e/o cliente-fornitore e nei contesti aziendali – tra colleghi/capo-collaboratori/collaboratore-capo – potrebbero subentrare criticità in quanto non rappresentano lo strumento più in linea con le usuali politiche aziendali di riconoscimento del merito.
Queste sono alcune delle domande che si raccolgono con più frequenza, portando le aziende a ragionare sull’importanza di diffondere consapevolezze e buone pratiche anche su questi strumenti personali, ma pur sempre professionali, e quindi con un impatto nei luoghi di lavoro.
Il feedback è una grande opportunità di scambio e apprendimento. Non potrebbe essere maggiormente apprezzato se condiviso di persona, in momenti strutturati e definiti?
La riflessione non è banale. Il kudos potrebbe essere un bel riconoscimento pubblico per un collega che non si ha la possibilità di trattenere in azienda e che grazie a questa visibilità potrebbe cogliere nuove opportunità derivanti dalla rete (pur rimanendo la segnalazione comunque di maggior valore in quanto referenza fissa nel profilo, a differenza dell’applauso).
In situazioni quotidiane normali, invece, può far nascere dinamiche anche spiacevoli per senso di esclusione e/o non svolgimento dei regolari processi interni.
Questo, per chi si occupa di Risorse Umane in organizzazione, è sicuramente un tema da presidiare!
Le persone competenti sul piano emozionale – quelle che sanno controllare i propri sentimenti, leggere quelli degli altri e trattarli efficacemente – si trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita, sia nelle relazioni intime che nel cogliere le regole implicite che portano al successo.
Daniel Goleman