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LinkedIn e il mondo del lavoro: il racconto di due giovani studenti di Risorse Umane

Valentina Marini Pubblicato: 18 Settembre 2019

linkedin e lavoro

Spesso gli studenti faticano a comprendere il funzionamento e le potenzialità di un social come LinkedIn. Giada Susca ha recentemente affrontato questo tema in un suo articolo.

Oggi ho pensato di raccontare un’iniziativa proposta dal master “HR Academy” di ELIS per rispondere a questa criticità e dare occasioni e stimoli per sperimentarsi e mettersi alla prova. Un contest utile a far comprendere in autonomia ai giovani, vantaggi ed opportunità della piattaforma.

Ho quindi intervistato i vincitori Giorgio Toso e Arianna Biricotti, due degli studenti del master in Risorse Umane, per raccontare il loro punto di vista, fornendo stimoli e consigli pratici soprattutto per chi si approccia a questo social network professionale per la prima volta.

Approcciarsi a LinkedIn dal punto di vista professionale, come?

Q. Ciao ragazzi, per prima cosa vi chiedo di presentarvi ai lettori in modalità vecchio tweet

A: Sono Arianna Biricotti studentessa #HR. Formata in psicologia orientata alle relazioni. Curiosa e appassionata, il mio motto è #nevergiveup.

G: Terracinese doc con Londra nel cuore. Adoro la pasta, la musica e il calcio. Non posso fare a meno di #emozioni e #sorrisi.

Q. Visto che insieme abbiamo parlato molto di Personal Branding, vi chiedo di presentarvi in una modalità che per voi centra questo obiettivo.

A. Durante i miei studi universitari non mi sono mai limitata solo allo studio, ho svolto diversi “lavoretti”, soprattutto in contatto con il pubblico.

Tenacia e problem solving mi hanno sempre contraddistinto. Grazie anche a ELIS ho potenziato altre competenze quali cooperazione e collaborazione in team, forte resistenza allo stress e proattività.

Non sono una persona che davanti ad un problema si lamenta, preferisco agire mantenendo la calma e darmi da fare coscienziosamente. Verso il lavoro ho un forte senso di responsabilità, mi dedico alle attività curando ogni dettaglio. Il mio interesse primario è prendermi cura delle persone e garantire il loro benessere, ovviamente in linea con le esigenze aziendali.

Amo lavorare in ambienti stimolanti, il mio fiuto mi porta sempre verso ciò che è innovativo.

Nelle ultime settimane del Master in HR ci stiamo concentrando per l’output dei project work commissionati da alcune aziende. Ho notato in me stessa, oltre ad avere feedback, di esserne totalmente assorbita, dimenticando persino i miei bisogni primari!

Potrei definirmi una stakanovista, soprattutto nei momenti di tensione, ma nonostante lo stress mantengo sempre il mio senso dell’ironia.

G. … Si viaggiare!

Zaino sulle spalle, cuffiette nelle orecchie e libro nel taschino.

Verso nuove sfide.

Sempre con il sorriso e la stessa passione. #wanderlust #challenge #hr

Q. Cosa volete fare “da grandi”? Vi chiedo anche di condividere cosa avete provato alla domanda, visto che a me fa sempre sorridere.

A. Anche a me questa domanda fa sempre sorridere. Penso che il senso di ciò venga spesso associato al punto di arrivo nella vita di una persona. Secondo me questo punto non c’è mai, siamo in crescita continua, abbiamo bisogno di imparare sempre e non smettere mai di coltivare il bambino che c’è in ognuno di noi.

Ad oggi desidero lavorare nelle risorse umane, il mio sogno è aiutare le persone nella loro crescita professionale e diventare una formatrice. Anche se, grazie ad ELIS, sto scoprendo la nuova frontiera dei People Analytics che mi incuriosisce molto.

G. La domanda lascia sempre sensazioni di paura. È come quando si è piccoli e si deve affrontare il buio. Non vedi cosa c’è dietro e non conosci cosa o chi puoi incontrare.

Al tempo stesso è bello vivere questa sfida. Da adesso a 10 anni mi vedo HR Director in una piccola-media azienda.

Q. Veniamo a LinkedIn. Lo conoscevate prima del master “HR Academy” di ELIS? Se sì, cosa ne pensavate?

A. Avevo il mio profilo LinkedIn ancor prima di conoscere ELIS, ma per me rappresentava l’ennesimo social al quale ero iscritta. Non avevo nemmeno l’app sul telefono! Lo consideravo come un’altra fonte da consultare per vedere annunci di lavoro.

G. Lo ritenevo alla stregua di una job board e mi sbagliavo. Lo utilizzavo solo come strumento di ricerca lavoro per consultare job offers.

Q. Provate a descrivere LinkedIn con una vostra metafora?

A: Credo che LinkedIn sia come il nostro cervello, quantità enormi di neuroni collegati tra di loro che si trasmettono informazioni di qualsiasi tipo e tutte essenziali.

La parola chiave è “collegamento”, una rete infinita di legami.

G. LinkedIn è una finestra sul mondo professional. Sta a noi aprirla. E il master HrAcademy con le lezioni sul personal branding mi ha dato questa possibilità. Mi ha aiutato a scorrere il vetro e guardare dall’altra parte. Ho trovato un mondo di professionisti pazzesco.

Q. Quali sono secondo voi le opportunità di questo social per un giovane?

A: Per noi giovani credo che LinkedIn possa rispecchiare la nostra generazione “social”, educandoci alla professionalità.

Non si tratta solo di un canale per trovare lavoro. Ci rende visibili, ci consente di condividere, di creare un network globale, restare aggiornati velocemente su ciò che ci interessa, pubblicare dei nostri articoli e interagire con qualsiasi persona.

LinkedIn è la finestra dalla quale affacciarsi per guardare il mondo del lavoro.

G: Qui un giovane può trovare un terreno fertile che può coltivare giorno dopo giorno incrementando contatti, network, rete, visibilità. Un campo che gli dà la possibilità di accedere al mondo del lavoro, di essere trovato e di cercare l’opportunità lavorativa che aspettava.

Q. E per un professionista?

A. Per un professionista credo sia fondamentale creare e far parte della propria area di professionisti e restare aggiornati.

Quanto può fare la differenza essere in contatto con quella persona che può aiutarti in una determinata situazione? Anche solo per un consiglio.

G. È uno scambio di know how, un do ut des. Faccio l’esempio con un project work che sto seguendo: è grazie a LinkedIn che ho potuto contattare i colleghi delle passate edizione dell’Academy per poterli intervistare e sottoporli una survey al riguardo. Fantastico.

Q. Che consigli dareste ai giovani che si avvicinano ora a questo social per farne un uso di valore?

A. Come abbiamo fatto anche noi, iniziare a mettere una foto profilo professionale! No occhiali da sole, no foto in costume. Personalizzare le informazioni come ad esempio l’url che collega il profilo.

Seguire persone e pagine inerenti alla propria professione. Aggiungere collegamenti con l’opzione “invito personalizzato” spiegando chi si è e perché si chiede il contatto. È possibile seguire gli # e iscriversi nei gruppi d’interesse.

Per aumentare il valore del proprio profilo suggerisco anche di essere interattivi condividendo post, commentando e consigliando. Ma soprattutto provare a scrivere articoli (il buon vecchio Pulse) che restano ben visibili in cima al profilo.

G: Sporcatevi le mani. Non è mai troppo tardi per farlo. Il consiglio è quello di usarlo non solo come job board, ma anche e sopratutto come scambio di idee, di informazioni, di aggiornamento professionale

Pubblicate post, consigliate quelli dei vostri contatti, inserite le vostre competenze e perché no, scrivete anche un articolo pulse. 😀

Q. Voi siete giovani professionisti che in questi ultimi mesi hanno studiato molto per entrare nella funzione Risorse Umane. Avete conosciuto tante aziende, diversi sono gli stimoli legati al mondo digitale che sapete essere la mia passione. Vi chiedo allora, visto che siamo in un magazine che fa del digitale e dell’innovazione i suoi temi centrali, di condividere alcuni spunti sul futuro del lavoro.

A. Nel futuro del lavoro, soprattutto quello delle Risorse Umane, penso che sicuramente non mancheranno:

Andiamo sempre di più verso la digitalizzazione e questo sta avendo un impatto in ogni area, in quella delle Risorse Umane abbiamo i futuri People Analytics.

L’attenzione verso il dipendente sta diventando come quella verso il cliente, quindi il suo benessere è strategico per l’azienda. L’employer branding è una probabile strada vincente per permettere al dipendente e all’azienda di andare verso la stessa direzione.

G. Condivido l’idea che il mondo del lavoro si sta trasformando. Oggi non c’è certezza su quali saranno le professioni del futuro. Stanno cambiando i modi di pensare e sopratutto sta cambiando il modo di fare business.

Nell’era del digital thinking sempre più imponente è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei predictive analytics. Fondamentale è essere aperto alle innovazione e avere una visione agile e olistica.

L’esempio è quello di una grandissima casa automobilistica che da produttore di autovetture è diventato un vero e proprio mobility providers testimoniando la necessità di avere sempre più una client orentation.

Ad inizio agosto siamo stati per un workshop internazionale a Londra nella sede della CIPD, e abbiamo toccato con mano come la digital trasformation è un fenomeno che non puoi più rimandare ma che bisogna cavalcare.

Di fatto spendersi nelle competenze è l’unico modo per affermare la propria employability ancor più se sono competenze digitali.

Q. Avete un sogno che volete trasformare in progetto o un impegno che vi prendete come HR?

A. Sicuramente mi impegnerò sempre a svolgere il mio lavoro nel modo migliore possibile. Credo sia importante da HR fare in modo che al lavoratore non manchi nulla affinché possa svolgere a sua volta un ottimo lavoro.

Tra i miei progetti personali vorrei fondere il mio lato umanistico con quello informatico e acquisire competenze tecniche da applicare alla professione HR. A mio avviso, molto presto l’informatica sarà fondamentale come lo è l’inglese oggi in ogni professione.

G. Il sogno è quello di lasciare il segno nel mondo HR, magari guidando il personale di un’azienda che condiva i miei stessi valori: etica ed integrità.

Q. C’è una citazione che ritenete in linea con i temi di cui abbiamo parlato?

A: Penso che il filo conduttore del tema sia sicuramente il rapido cambiamento per l’impatto tecnologico. Per questo, come diceva C. Darwin:

“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.

C. Darwin

G: Sì, una citazione c’è:

“Quello che la rete dice di noi e noi diciamo alla rete è parte essenziale della nostra identità.”

Complimenti a voi per il successo nel Contest e a tutti i vostri compagni di viaggio per aver portato avanti con serietà anche questa attività.

Il vostro viaggio con LinkedIn adesso prosegue con un nuovo obiettivo: continuare a studiare e crescere professionalmente grazie a questo network, in cui si arricchisce prima di tutto chi condivide, sapendo essere valore per la rete!

Per leggere i contenuti raccontati dagli studenti in questi mesi, segui su LinkedIn i due hashtag #ELISHRACADEMY #BESTLINKEDINELIS