New Ways of Working

Lavoro liquido: cos’è e come funziona

Uberto Saltarelli Pubblicato: 11 Ottobre 2022

Gradito e apprezzato dai lavoratori, il cosiddetto lavoro liquido è un fenomeno che si aggiunge ai tanti venuti fuori dal periodo pandemico in poi in materia di metodologie lavorative.

Si sostanzia nella capacità di riuscire ad adattare le nuove modalità di lavoro al contesto aziendale di riferimento in maniera, appunto, liquida o fluida, se preferisci.

Viene promosso e supportato anche dalle (poche ancora) aziende innovative che così riescono a favorire e promuovere il benessere delle proprie persone attraverso, non solo una ridefinizione degli spazi, ma anche l’implementazione di regole interne in grado di evolversi e adattarsi insieme al contesto.

Non è quindi solo l’implementazione di azioni e metodologie, comuni e diffuse, ma anche la capacità di riuscire a calarle nel proprio specifico contesto aziendale. 

La volontà di facilitare questo cambiamento, da parte delle aziende, trova conferma nei numeri di una ricerca, condotta da Reverse, società che si occupa di ricerca e selezione del personale con un approcci innovativi.

La ricerca citata mette a confronto le opinioni dei lavoratori e del management aziendale analizzando l’impatto delle nuove modalità di lavoro adottate dalle aziende in questo periodo post pandemia, ponendo il focus su diverse macro aree prese in analisi e commentate, in parte, di seguito.

Gli spazi di lavoro 

Partiamo dagli spazi di lavoro. Con il graduale ritorno in ufficio, c’è la necessità di adattare i luoghi di lavoro alle esigenze, lavorative e non, delle persone che li frequentano. 

L’ufficio non è più concepito come solo luogo del lavoro, ma uno spazio che permette alle persone di incontrarsi e facilitare lo stesso.

Open space e desk sharing sono richieste all’ordine del giorno nei nuovi progetti di ridefinizione degli spazi aziendali, ed è in corso anche un totale ripensamento delle funzionalità delle singole room sulla base del loro specifico utilizzo: dalle meeting room, passando per le quiet room, che permettono alle persone di concentrarsi anche individualmente, fino alle aree relax dove poter staccare la spina e rilassarsi con i colleghi.

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La tecnologia

Il rinnovamento degli spazi risponde a un’esigenza tangibile, una volontà di vivere fisicamente lo spazio in maniera più funzionale rispetto a come fosse concepito pre-pandemia.

Insieme agli spazi, come conferma la ricerca, per garantire un migliore approccio al lavoro, la tecnologia gioca anch’essa un ruolo di abilitante.

In tempi di pandemia, infatti, è stato lo strumento che ha permesso a (quasi) tutte le aziende di adattarsi velocemente alle circostanze dettate dal momento. 

Gli strumenti di collaborazione a distanza hanno non soltanto facilitato il lavoro, ma anche dato la possibilità alle persone di tenersi in contatto ed esorcizzare il rischio di isolamento.

 A lockdown finito, il ruolo della tecnologia resta comunque di supporto al lavoro e alla relazione.

Diritto alla disconnessione

D’altro canto, accettando la connessione digitale, la tecnologia ci ha reso sempre disponibili, sempre presenti.

Durante la pandemia, ma ancora adesso, viene superato quel limite che sembrava invalicabile. Per chi non riesce ad adattarsi il rischio peggiore è che si sovrappongano i tempi dedicati alla vita lavorativa e vita sociale, rendendo inevitabile il diritto alla disconnessione

La ricerca evidenzia la necessità di regolamentare e rendere applicabile questo diritto che forse, più per educazione nei confronti dei colleghi – o per senso di dovere – che per un’effettiva necessità collegata al lavoro, tendiamo a non impugnare.

Lavoro per obiettivi

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Il report analizza anche il tema del lavoro per obiettivi, un argomento che va oltre la definizione degli obiettivi in sé e per sé, che devono comunque essere smart, ma che prevedono un percorso di responsabilizzazione della persona all’interno di una organizzazione. 

Il coinvolgimento delle proprie persone negli obiettivi aziendali è un processo che va implementato all’interno delle aziende superando il classico approccio top-down

Un approccio in questa direzione prevede l’introduzione della metodologia OKR nella propria organizzazione.
Concludendo, cogliere le opportunità create da un nuovo contesto e modalità lavorative permette non solo alle aziende di innovarsi e avere capacità di adattarsi al cambiamento, ma anche di attrarre giovani talenti che sono i primi promotori dell’innovazione.